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IL LASCITO PER FASCINA, L’EREDITA’ DI MEDIASET, LE ULTIME VOLONTA’

Giugno 15th, 2023 Riccardo Fucile

COSA C’E’ NEL TESTAMENTO DI SILVIO BERLUSCONI… 50 O 100 MILIONI PIU’ ALCUNE CASE PER MARTA… LE FIDEJUSSIONI DI FORZA ITALIA

Il testamento di Silvio Berlusconi verrà aperto nei prossimi giorni. Forse già la prossima settimana.
Le decisioni dell’ex premier sulla sua eredità sono attualmente sotto la custodia del notaio Arrigo Roveda dello Studio RLCD di Milano.
E se per il lascito a Marta Fascina c’è chi ipotizza la cifra di 50 milioni di euro più alcune case, l’attesa è sulle decisioni che riguardano le aziende. I pretendenti per un eventuale acquisto ci sono.
Ma non sembra che per ora la famiglia sia interessata a disfarsi del patrimonio imprenditoriale. Né che ci saranno sorprese nella linea di successione. Il controllo rimarrà saldo nelle mani dei cinque figli di Berlusconi. Che, secondo alcune fonti, ha anche trovato un modo per garantire continuità aziendale e pace in famiglia dopo la sua morte. E c’è anche una stima delle tasse sull’eredità.
Le ultime volontà
Le ultime volontà di Berlusconi sono in mano al notaio storico che ha seguito Fininvest dai tempi delle prime operazioni immobiliari e anche il Milan, quando era di proprietà della famiglia. Nella custodia di Roveda ci sono le disposizioni della successione. E potrebbero rimanere nello studio anche per tutto il week end. Ieri il saluto a sorpresa dei dipendenti a Pier Silvio Berlusconi che rientrava in azienda dopo i funerali del padre è stato l’occasione per confermare il concetto di continuità.
Da ora «noi facciamo un click e torniamo a essere un’azienda viva, piena di energia e forza, come è stata tutta la sua vita», ha ribadito l’amministratore delegato di Mfe-Mediaset. Il tema centrale della successione è la divisione di oltre il 60% di Fininvest in capo al fondatore. Se la quota di Silvio Berlusconi venisse assegnata in parti uguali ai cinque figli, la maggioranza della holding di famiglia farebbe riferimento a Barbara, Eleonora e Luigi.
Le holding e l’85%
Se invece la parte di legittima è stata indirizzata verso Marina e Pier Silvio, che da anni sono ai vertici delle società del gruppo, i figli di Veronica Lario avrebbero il controllo di Fininvest. Qualche tempo fa Berlusconi ha destinato il 61% delle Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava ai figli.
Marina e Pier Silvio, nati dal primo matrimonio con Carla Elvira Dall’Oglio, dovrebbero ereditare così il controllo di Mediaset. Ma il punto è il diritto di voto all’interno delle holding. Perché da lì passeranno le decisioni importanti. E qui Berlusconi si sarebbe tutelato come Leonardo Del Vecchio fece con la Delfin. Alzando il quorum per le decisioni importanti fino all’unanimità richiesta per la vendita. La partecipazione di Berlusconi in Fininvest non è diretta ma mediata da quattro holding. Numerate come H1, H2, H3 e H8. Da lì partirà l’eventuale spartizione.
I pretendenti
E le aziende? Repubblica scrive oggi che l’interessamento di Urbano Cairo per Mediaset c’è. E l’idea di costituire un polo con Rcs potrebbe far muovere velocemente le acque. Mentre per rispettare le regole del Sistema Integrato di Comunicazione l’editore venderebbe La7 a Discovery. Che con Fazio realizzerebbe così il suo polo “di sinistra”.
Nei giorni scorsi Cairo ha rivelato di aver incontrato tre volte Berlusconi per parlare dell’argomento. Ma l’ipotesi non sembra graditissima per la famiglia. Pier Silvio Berlusconi avrebbe fatto notare che la capitalizzazione delle due aziende (1,75 miliardi Mfe, 316 milioni Rcs) suggerirebbe semmai a Mediaset di comprare il Corriere. Ma all’interno della famiglia c’è freddezza anche intorno all’ipotesi Vivendi. Anche per la scalata tentata qualche tempo fa
L’acquirente
E allora chi potrebbe essere l’acquirente di Mediaset? Per adesso la strategia sarebbe un’altra. Ovvero quella della creazione di un polo delle tv europee. E l’ok arrivato ieri dall’Antitrust austriaco per l’acquisizione di ProsiebenSat sarebbe una dei primi segnali. Niente acquirente, fino a che non arriverà qualcuno in grado di sedersi al tavolo. Anche per dimensioni e struttura. E pure immaginando, eventualmente, non un passaggio di controllo ma una cogestione. Almeno fino a quando sarà possibile. Un’ipotesi che farebbe piacere anche al governo. Che non ha voglia di impelagarsi in discussioni sulle regolamentazioni in quello che nel centrodestra rimane un terreno scivoloso
Il lascito per Marta Fascina
Rimane il lascito per Marta Fascina. La Stampa scrive che potrebbe ammontare a 50 o 100 milioni di euro. Il Fatto parla di 100-120 milioni e due ville. Ma potrebbero arrivare anche le donazioni di alcuni immobili. E qualcuno, scrive il quotidiano, già la immagina vestale di Villa San Martino. Anche se questo ad oggi sembra francamente un po’ troppo. Il Corriere della Sera aggiunge che uno spezzatino del gruppo rimane improbabile. Ma anche che Banca Mediolanum, una delle partecipazioni, potrebbe sganciarsi da mamma Fininvest. Per finire sotto la gestione dei tre figli Luigi, Barbara ed Eleonora. Le fidejussioni per 90 milioni di Forza Italia invece sarebbero garantite dal patrimonio personale dell’ex premier. E sarebbero anche nominate nel testamento.
L’eredità e le tasse
E le tasse sull’eredità? Il Fatto Quotidiano calcola che la famiglia dovrà pagare tra i 160 e i 270 milioni in totale. Il calcolo parte da un presupposto: la legge prevede un’aliquota del 4% sui lasciti ai discendenti diretti. Ma il problema è la base imponibile. Con il valore contabile l’incasso sarebbe bassissimo visto che le partecipazioni sono a bilancio al costo storico. Ma il fisco calcola il valore effettivo. E allora, ai valori di Borsa, i figli dovrebbero pagare circa 160 milioni. Mentre con le stime di Forbes sul patrimonio (6,4 miliardi) si arriva a 270 milioni. Ma questo solo se Berlusconi decidesse di dare ai figli anche quel 30% di patrimonio di cui può disporre liberamente. I discendenti non diretti devono pagare l’8%. Questa sarebbe l’aliquota applicata anche al lascito per Marta Fascina.
(da Open)

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TRAVAGLIO CONTRO TUTTI: ‘’ORA CHE HA RAGGIUNTO IL PARADISO (FISCALE), POSSIAMO DIRE CHE IL PADRONE MORTO ERA MOLTO MEGLIO DI QUESTA CORTE DI LECCACULI, PARACULI, PIDUISTI, PARASSITI, PROSSENETI, CAMERIERI, SERVI SCIOCCHI E SOPRATTUTTO FURBI”

Giugno 15th, 2023 Riccardo Fucile

“RENZI, UN BERLUSCONI CHE NON CE L’HA FATTA, SALTELLA DA UNA RETE ALL’ALTRA PER LECCARE LA BARA A DISTANZA”

Agli innumerevoli delitti commessi da vivo, B. ne ha aggiunto un ultimo da morto. Il più imperdonabile: averci lasciato questa corte di vedove (non le due vere e quella finta: tutte le altre), prefiche, leccaculi, paraculi, piduisti, terzisti, parassiti, prosseneti, camerieri, servi sciocchi e soprattutto furbi che da due giorni lacrimano per finta (solo lui riusciva a piangere davvero a comando) a reti unificate, devastando quel po’ di informazione e di dignità nazionale che gli erano sopravvissute.
L’ex direttore del Corriere Paolo Mieli si pente in diretta dell’unico scoop della sua vita, sull’invito a comparire del ’94 a B. per le mazzette alla Guardia di Finanza, accusa i pm di non averlo torchiato a dovere per estorcergli le sue fonti che lui avrebbe senz’altro spiattellato in barba alla deontologia professionale, e comunque si scusa pubblicamente per aver pubblicato una notizia vera.
Renzi, un Berlusconi che non ce l’ha fatta, saltella da una rete all’altra per leccare la bara a distanza, sperando di ereditare qualche briciola dal desco del caro estinto, peraltro invano (a parte i processi).
Attori, registi e soubrette “de sinistra” spendono capitali in necrologi piangenti per l’amico Silvio, sperando che pure gli eredi si ricordino degli amici. Francesco Gaetano Caltagirone svela finalmente chi fa i titoli e gli editoriali del suo Messaggero, firmandone finalmente uno al posto dei soliti nom de plume: “Un uomo che ha lasciato un’orma profonda”. Più che altro, un’impronta digitale. E un vuoto incolmabile nelle casse dell’erario.
II Corriere fa rivoltare nelle tombe Montanelli, Biagi e Sartori col titolo cubital-vedovile “L’Italia senza Berlusconi”, presidiato da una schiera di lingue erette sul presentat’arm e seguito dalla doverosa intervista all’editore Cairo, che parla alla sua tv ma anche al suo giornale, casomai qualcuno pensasse che il berlusconismo è morto con B.
La Moratti assicura che la sua Rai del ’94 era liberissima perché B. l’aveva nominata presidente, ma poi non fece mai pressioni (non ce n’era bisogno), cosi lei poté nominare direttori i berlusconiani Rossella, Mimun e Vigorelli a sua insaputa.
Le Camere Penali smentiscono persino Coppi (“B. perseguitato dai pm? Mai pensato”) e piangono comprensibilmente il cliente più illustre e munifico della categoria, “oggetto di una aggressione politico-giudiziaria che non ha precedenti nella storia della Repubblica”, visto che ha subito “decine e decine di indagini e processi, con accuse fino alla collusione mafiosa e al ruolo di mandante di stragi, conclusesi con una sola condanna per elusione fiscale”.
A parte il fatto che non fu per elusione né per evasione, ma per una frode fiscale pluriaggravata da 368 milioni di dollari, di cui 360 prescritti (come altri nove processi per gravissimi reati accertati, ma rimasti impuniti perché l’imputato aveva dimezzato i termini di decorrenza, senza dimenticare i fedelissimi finiti in galera al posto suo e i soldi alla mafia consacrati dalla sentenza Dell’Utri), le Camere Penose potrebbero vergare una nota identica per Al Capone: perseguitato con accuse di mafia, ma condannato “solo per elusione fiscale”.
Un solo beneficato, Vittorio Feltri, ha il coraggio di dire la verità: “Non posso parlarne male perché mi ha fatto ricco”. Tutti gli altri ammantano le pompe funebri di “rivoluzione liberale” che “ha cambiato l’Italia”, anche se si scordano le 60 leggi ad personam e non riescono a citare uno straccio di sua riforma che abbia migliorato la vita di qualcuno che non fosse lui.
Infatti vanno forte le corna a Caceres, il cucù alla Merkel, lo sguardo lubrico alla Obama e la spolverata alla sedia, come se uno statista si misurasse dal numero di guittate.
Ma il ridicolo eccesso santificatorio non si deve solo al fatto che B. s’è comprato mezza Italia che conta e l’altra mezza avrebbe pagato per vendersi.……. Ma, ora che ha raggiunto il paradiso (fiscale), possiamo dire senza tema di smentita che il padrone morto era molto meglio dei servi vivi.
Marco Travaglio
(da il Fatto Quotidiano)

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“LA GENTE ANCORA UN PO’ VOTERÀ PER BERLUSCONI. POI NELLA VITA TUTTO FINISCE”: MARCELLO DELL’UTRI STA GIA’ TUMULANDO FORZA ITALIA

Giugno 15th, 2023 Riccardo Fucile

“NON HA IMPORTANZA CON CHI ANDRÀ AVANTI QUESTO PARTITO. C’È UN SOLO MODO PER SALVARCI: SE CI AIUTA SILVIO DA LASSÙ”

C’era anche l’amico di sempre Marcello Dell’Utri, cofondatore di Forza Italia, ai funerali di Silvio Berlusconi. “Non ha importanza con chi andrà avanti questo partito. La gente ancora un po’ voterà per Berlusconi. Poi nella vita tutto finisce. Sarà il tempo a darci le risposte”. È quanto ha detto l’ex senatore a La Repubblica. “Se lui ci assiste dall’alto, come ha detto il vescovo, si può fare di tutto”, ha aggiunto.
Ma “non parlerei di miracolo. Forza Italia esiste, l’ha fatta lui. Ha creato anche Mediaset, che continua a vivere”. Riguardo la polemica circa il lutto nazionale, Dell’Utri dice che “questo è il tempo del dolore e della preghiera, non mi soffermo sulla polemica. Mi sembra però che ai funerali ci siano stati i rappresentanti di quasi tutta la politica italiana”. Anche Renzi ha detto che Berlusconi ha subito una persecuzione giudiziaria. “Questo è scontato, banale affermarlo”, commenta l’ex senatore che ha scontato 4 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. “Non mi occupo più di politica”, sottolinea. Con i dirigenti di partico “ci sentiamo ogni tanto. Magari per gli auguri di Natale”.
È il funerale di Silvio Berlusconi o anche quello di Forza Italia? Tutti piangono sui banchi del Duomo e non è il momento di porre la domanda. nei banchi dei parlamentari si litiga per un umile strapuntino di legno, gli imbucati, inevitabili, arrivano a spostare i segnaposto per potersi piazzare. Scene da basso impero, con la bara del fondatore li davanti. […
Sul sagrato però c’è chi risponde alla domanda di fondo. «C’è un solo modo per salvarci: se ci aiuta Silvio da lassù».
Marcello Dell’Utri è provato fisicamente, «sto così così», e anche emotivamente «è un giorno duro, un amico che se ne va», Però il fondatore di Forza ltalia, segnato anche nel fisico dalla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, un po’ di politica ne capisce e quindi azzarda un’analisi: «Per un po’ magari qualcuno ci voterà ancora, nel nome di Berlusconi. Ma poi…». Ma poi, il partito esisterà ancora? «Tutto nella vita finisce e quindi sarà il tempo a dire».
L’ex senatore ha un tono malinconico, capisce che oggi è uno di quei giorni nei quali si segna la fine un’era e giura di essere ormai fuori da tutto. Tajani è molto commosso, ma si vede che ora ha un ruolo chiave, saluta tutti i ministri arrivati, incluso il presidente della Repubblica, con la formula «grazie per essere venuto», da padrone di casa.
Poi, alla fine della funzione si forma la fila per salutarlo, c’è il presidente albanese Edi Rama, il capo del governo iracheno Abdul Latif, Orban, ma anche l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri e altri decine di politici, personaggi dello spettacolo: «Ora andremo avanti con il coraggio delle tue idee e la forza dei tuoi insegnamenti. Sempre per il bene dell’Italia e nel nome della libertà. Buon ultimo viaggio caro Presidente, un giorno ci rincontreremo».
Matteo Salvini rompe il protocollo, per una buona causa: nei banchi dietro a quelli dell’esecutivo c’è il figlio Federico e la fidanzata Francesca Verdini, inconsolabile. E che ritrova il sorriso solo per abbracciare il padre Denis, con barba bianca, che sta scontando una condanna definitiva ai domiciliari per bancarotta, ma riappare in pubblico grazie a un permesso speciale.
(da La Stampa)

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LA PROTESTA DEGLI ORCHESTRALI DOPO I FISCHI: COSA E’ SUCCESSO AL TEATRO REGIO DI TORINO NEL MINUTO DI SILENZIO PER BERLUSCONI

Giugno 15th, 2023 Riccardo Fucile

LA PROTESTA SPONTANEA E’ SCATTATA ANCHE IERI SERA A NAPOLI

Nei giorni scorsi, sono state diverse le occasioni in cui le commemorazioni per la morte di Silvio Berlusconi sono state accolte da proteste e malumori.
Uno dei casi più evidenti riguarda il Teatro Regio di Torino, dove la sera di martedì 13 giugno è andata in scena la prima della Madama Butterfly, capolavoro di Giacomo Puccini. Come da indicazioni del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, al pubblico in sala è stato chiesto di osservare un minuto di silenzio in ricordo dell’ex premier.
A quel punto, dalle poltroncine del teatro si sono levati i primi fischi e alcune grida come «buuu» o «mafioso». Il pubblico, però, non è stato l’unico a protestare contro il minuto di silenzio per omaggiare Berlusconi.
I 30 musicisti
A svelarlo è il Corriere di Torino, secondo cui alla protesta avrebbe preso parte anche un gruppo di orchestrali, circa una trentina. Quando è stato comunicato il momento di raccoglimento hanno abbandonato la sala. Al Teatro Regio quella sera era presente anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, che nella sua veste istituzionale ha osservato il minuto di silenzio. La protesta degli orchestrali, precisa oggi il Corriere, sarebbe avvenuta in maniera spontanea e non pre-organizzata. Sembra infatti che nessuno fosse stato messo al corrente del fatto che si sarebbe svolto il momento di raccoglimento. Una scena simile è andata in scena, sempre nei giorni scorsi, anche durante il consiglio comunale del capoluogo piemontese. La consigliera di Sinistra Ecologista Sara Diena che ha disertato il minuto di silenzio.
Il San Carlo di Napoli
E sempre per quanto riguarda la protesta nei luoghi di cultura, ieri sera al Teatro San Carlo di Napoli si è ripetuto lo stesso copione del Regio di Torino. Quando la speaker ha annunciato l’inizio del momento di raccoglimento, il minuto di silenzio è stato coperto da urla, fischi e insulti.
(da agenzie)

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NAUFRAGIO DEI MIGRANTI IN GRECIA, IL RACCONTO DEI SOPRAVVISSUTI: “NELLA STIVA C’ERANO CENTO BAMBINI”

Giugno 15th, 2023 Riccardo Fucile

LA NAVE PESCHERECCIO TRASPORTAVA FINO A 750 MIGRANTI, FINO AD ORA CIRCA 80 LE VITTIME, 400 I DISPERSI: ENNESIMA STRAGE DI GOVERNI SOVRANISTI

Con il passare delle ore, stanno diminuendo le speranze di trovare persone migranti superstiti. Il naufragio avvenuto ieri al largo di Pylos, nel sud del Peloponneso, in Grecia, ha fatto registrare finora 79 vittime e 109 sopravvissuti.
I dispersi continuano a essere almeno quattrocento – secondo alcune ricostruzioni – ma potenzialmente fino a più di cinquecento, dato che il governo locale del Peloponneso ha stimato che a bordo ci fossero circa 750 persone: lo stesso numero dato dalla Ong Alarm Phone, che nei giorni scorsi aveva già lanciato l’allarme. Se confermati, sarebbero i numeri di una delle peggiori stragi nella storia delle migrazioni nel Mediterraneo.
Intanto, la stampa greca ha riportato che ci sarebbero stati circa cento bambini nella stiva della nave, insieme a molte donne. Si erano rifugiati sotto coperta per proteggersi dalle cattive condizioni meteo. A riportarlo sarebbe stato un medico che ha parlato con una delle persone sopravvissute, anche se le autorità non hanno confermato questo numero. Per loro, a più di 12 ore dal naufragio, ci sarebbero poche speranze.
L’attacco alla Guardia costiera greca: “Erano informati da martedì”
“Ieri avevamo allertato la Guardia costiera ellenica alle 16:53 per questa imbarcazione in difficoltà, poiché le persone ci avevano chiamato per chiedere aiuto. Le autorità greche, e a quanto pare anche quelle italiane e maltesi, erano già state allertate diverse ore prima. Le autorità greche e le altre europee erano ben consapevoli di questa imbarcazione sovraffollata e inadeguata. Non è stata avviata un’operazione di salvataggio”, ha denunciato Alarm phone. “La Guardia Costiera greca ha iniziato a giustificare il mancato soccorso sostenendo che le persone in difficoltà non volevano essere soccorse in Grecia”.
Il governo greco ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, in seguito al naufragio. Le persone sopravvissute sono state portate a Kalamata, dove quattro sono in ipotermia. Trenta in tutto si trovano nell’ospedale locale. Davanti al porto di Kalamata sono state installate delle tende, gestite dalle Nazioni unite, la Croce rossa e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
L’attivista che ha parlato con i migranti a bordo della nave: “Volevano essere salvati da qualunque Paese”
Un attivista greco della Ong Mediterranea Saving Humans, Iasonas Apostolopoulos, ha ribadito le accuse alla Guardia costiera: “Sapeva della barca da ieri (martedì, ndr) a mezzogiorno. sono stati allertati sia dalle autorità italiane, che da Frontex, che da Alarm Phone. Hanno avuto 24 ore per lanciare un’operazione di soccorso e non hanno fatto nulla. La scusa? I rifugiati non volevano essere salvati!”, ha scritto sui social. “La Guardia costiera greca ha localizzato 750 persone in un guscio di noce, senza giubbotti salvagente, in mezzo al nulla, e le ha lasciate al loro destino. Gli volevano far fare altri 500 chilometri, fino all’Italia, in queste condizioni?”.
Il viaggio era in effetti diretto alle coste italiane. La barca era partita da Tobruk, in Libia. Apostolopoulos ha insistito: “La gente ha paura della Guardia costiera greca. Hanno tutte le ragioni per non fidarsi, perché hanno vissuto di tutto nelle sue mani. Ma questo non solleva la Guardia costiera dalla responsabilità di salvarla. Da due anni, i profughi per evitare i ripetitori greci prendono strade sempre più pericolose, cercando di raggiungere direttamente l’Italia, perché se la Guardia costiera greca li localizza, li picchia, li deruba, li tortura e il abbandona nelle acque turche”.
Un’altra attivista, Nawal Soufi,che è stata la prima a contattare le persone a bordo della barca secondo quanto comunicato da Alarm Phone, si è affidata ai social: ” Dopo cinque giorni di viaggio, l’acqua era finita, il conducente dell’imbarcazione li aveva abbandonati in mare aperto e c’erano anche sei cadaveri a bordo. I migranti non sapevano esattamente dove si trovassero, non avrebbero saputo navigare per arrivare in acque italiane. Avevano assolutamente bisogno di aiuto nelle acque dove si trovavano e se mi avessero espresso la volontà di voler continuare il viaggio verso l’Italia avrei ovviamente mandato un aggiornamento a Malta, Grecia e Italia, ma i migranti non hanno mai detto nulla di simile”.
Il “rifiuto dei soccorsi”, invece, sarebbe stato semplicemente un allontanamento da una nave che stava fornendo bottigliette d’acqua, perché i migranti avevano paura che la barca venisse destabilizzata e affondasse. “Posso testimoniare che queste persone hanno sempre chiesto di essere salvati da qualsiasi Paese”, ha concluso Soufi.
(da Fanpage)

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ALMENO 78 MIGRANTI SONO MORTI DOPO IL NAUFRAGIO DI UN PESCHERECCIO A PYLOS, NEL PELOPONNESO: A BORDO CI SAREBBERO STATE 750 PERSONE E IL NUMERO DELLE VITTIME È DESTINATO A SALIRE

Giugno 15th, 2023 Riccardo Fucile

FRONTEX E LE AUTORITÀ GRECHE ERANO STATE ALLERTATE MARTEDÌ DALLA GUARDIA COSTIERA ITALIANA MA NON HANNO FATTO NIENTE

Sono finora 78 le vittime del naufragio di un peschereccio al largo delle coste della Grecia, ribaltatosi 47 miglia nautiche a sudovest di Pylos, nel Peloponneso. Lo ha riferito la guardia costiera greca che sta coordinando le operazioni di salvataggio. Le persone tratte in salvo sono 104. Di queste, quattordici sono state trasferite all’ospedale di Kalamata.
Secondo le informazioni riportate dal sito del giornale Kathimerini, il peschereccio era lungo 30 metri e almeno 400 persone si trovavano a bordo. Ma stando alle “dichiarazioni delle persone che si trovavano a bordo – ha detto il governatore della regione del Peloponneso, Panagiotis Nikas – il numero dei passeggeri era di 750: temiamo che purtroppo il numero dei morti salirà di molto”.
I soccorritori intervenuti nel naufragio dell’imbarcazione sostengono che nelle stive ci fossero donne e bambini. Lo riporta Ert, la televisione pubblica greca.
L’agenzia di stampa Ana-mpa, riferisce che il peschereccio era salpato da Tobruch, in Libia. Le autorità greche e l’agenzia dell’Ue per la protezione delle frontiere Frontex sono state allertate per la prima volta martedì dalla guardia costiera italiana.
Da ore, riferisce Ert, è in corso l’operazione di ricerca e soccorso con motovedette, una scialuppa di salvataggio della guardia costiera greca, una fregata della marina greca, sette navi galleggianti, un elicottero della marina greca e un drone di Frontex.
Quattro dei sopravvissuti sono stati ricoverati in ospedale con sintomi di ipotermia. Nel porto meridionale di Kalamata, decine di migranti soccorsi sono stati portati in aree riparate allestite dai servizi di ambulanza e dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati per ricevere vestiti asciutti e cure mediche. Le autorità libiche hanno recentemente avviato una vera e propria attività di repressione del fenomeno migratorio.
(da agenzie)

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“SALVIAMO LA SANITA’ PUBBLICA”

Giugno 15th, 2023 Riccardo Fucile

OGGI INIZIATIVE IN TUTTA ITALIA IN DIFESA DEL SSN

Nella giornata di oggi medici, veterinari, cittadini e pazienti scenderanno in piazza con lo slogan “Salviamo la sanità pubblica”, al fine di denunciare il prossimo collasso del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e di chiedere interventi per scongiurarlo.
La problematica principale, spiegano i sindacati, è la lunghezza delle liste d’attesa, che non permette al cittadino di accedere alle cure necessarie per tempo a meno di non ricorrere ai servizi privati (per chi può permetterseli).
A questo si aggiunge il progressivo definanziamento al settore, le cui conseguenze sono chiusura di ospedali e reparti e tagli al personale e ai posti letto.
Ad aderire all’iniziativa, oltre sindacati nazionali e sigle promotrici del settore (ANAAO AssoMed, FP CGIL Medici, Federazione Veterinari e Medici, UIL FPL, CISL Medici e Coordinamento area medica), vi sono 18 associazioni di cittadini e pazienti, tra le quali Associazione Nazionale Donatori Midollo Osseo, Associazione per la Lotta contro l’Aids, Cittadinanzattiva, Associazione Sclerosi Laterale Amiotrofica e molte altre.
Le iniziative copriranno quasi tutta l’Italia, da nord a sud. «Occorrono misure coraggiose, da parte del Governo, per far fronte alla fuga dei professionisti dal Servizio Sanitario Nazionale – ha dichiarato Pina Onotri, segretaria generale del Sindacato Medici Italiani (SMI) – Il SSN, con la fuga dei medici e il burn out di quelli che restano, sta spegnendosi e con esso se ne va il bene più prezioso per tutti i cittadini: il diritto alla salute, gratuito ed universale».
(da lindipendente.online)

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SONDAGGIO WINPOLL, EFFETTO BERLUSCONI: VOLA FORZA ITALIA, CROLLA LA LEGA

Giugno 15th, 2023 Riccardo Fucile

FDI 28,7%, PD 21,3%, M5S 14,4%, FORZA ITALIA 13,3%, LEGA 7,1%, AZIONE 3,5%, VERDI-SINISTRA 3,1%, ITALIA VIVA 2%

Forza Italia può valere più di quei sei o sette punti percentuali che, ormai da tempo, raccoglie nei sondaggi politici. E paradossalmente l’ultimo regalo di Silvio Berlusconi al suo partito personale, fondato quasi trent’anni fa, può essere proprio questo: la morte del leader ha fatto schizzare le rilevazioni degli istituti demoscopici, a partire da quella di Winpoll realizzata per Scenari Politici.
Dallo stesso sondaggio sulle intenzioni di voto, emerge ancora il primato di Fratelli d’Italia, indiscusso ormai da mesi. Al secondo posto resta il Partito Democratico, mentre il Movimento 5 Stelle rischia di farsi agganciare proprio da Forza Italia. Per la Lega, la risalita degli azzurri è un vero e proprio disastro.
Fratelli d’Italia davanti al Pd, Forza Italia punta i 5 Stelle
Il primo partito nelle intenzioni di voto, secondo il sondaggio, è sempre Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio e i suoi sono al 28,7%, sette punti e mezzo avanti rispetto al Partito Democratico di Elly Schlein: i dem incalzano con il 21,3%.
Il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte è al 14,4%, sempre più lontano dal Pd e soprattutto con un vecchio avversario da contrastare: Forza Italia, che è balzato al 13,3% raddoppiando il proprio dato dopo la morte di Silvio Berlusconi.
La Lega crolla, vanno male anche Azione e Italia Viva
Sotto ai dieci punti sprofonda la Lega di Matteo Salvini, che finisce al 7,1%, con un dato tanto marginale quanto preoccupante per il Carroccio. A seguire c’è Azione di Carlo Calenda, al 3,5% dopo la scissione del poco duraturo Terzo polo. Al 3,1% troviamo l’alleanza Verdi e Sinistra, mentre Italia Viva di Matteo Renzi è al 2,0%. Chiudono le intenzioni di voto +Europa all’1,8% e Potere al Popolo all’1,3%.
(da Fanpage)

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CHI SONO I THE BORDERLINE, GLI YOUTUBER CHE HANNO CAUSATO L’INCIDENTE IN CUI E’ MORTO UN BAMBINO DI 5 ANNI

Giugno 15th, 2023 Riccardo Fucile

SU TIKTOK UNO DEI RAGAZZI SI VANTA DELLA LAMBORGHINI APPENA NOLEGGIATA: “MI SEMBRA DI CAVALCARE UN DRAGO”

Sono quattro youtuber le persone a bordo della Lamborghini che ieri, mercoledì 14 giugno, si è schiantata a Roma contro la Smart su cui viaggiava il piccolo Manuel, il bambino di 5 anni morto nell’incidente sotto gli occhi di sua madre e della sorellina di 3 anni, entrambe rimaste ferite.
Si tratta di Vito Loiacono, Matteo Di Pietro, Marco Ciaffaroni e Giulia Giannandrea, i quattro volti dietro il canale YouTube The Borderline, specializzato in challenge e sfide social.
Secondo quanto ricostruito finora dalle forze dell’ordine, i ragazzi avrebbero noleggiato la Lamborghini all’autosalone SkyLimit di Roma e si sarebbero poi messi alla guida del veicolo per circa 50 ore, alternandosi al volante. Non è chiaro come sia nato l’incidente in cui ha perso la vita ieri pomeriggio Manuel. La procura di Roma ha fatto sapere che affiderà una consulenza tecnica al fine di accertare a che velocità stesse viaggiando il Suv Lamborghini.
Nel frattempo, gli agenti della polizia di Roma Capitale sono al lavoro sui cellulari delle cinque persone che erano a bordo dell’auto per verificare se nelle fasi precedenti allo schianto stessero girando un video da postare poi in rete.
Nell’ultimo filmato pubblicato sul loro canale TikTok, uno dei ragazzi di The Borderline bacia la Lamborghini appena noleggiata. «Rega, ‘sta macchina va più veloce de Saetta McQueen. Mamma mia, me sembra de cavalcà un drago», dice il ragazzo nel video.
Poi simula un siparietto con un altro automobilista immaginario: «Ma questo con la Smart che sta facendo? Bello, la macchina tua costa 300 euro alla Conad, la mia vale un miliardo», si vanta il ragazzo.
Poche ore più tardi, sarà proprio una Smart la macchina centrata in pieno dai quattro youtuber. Dopo la tragedia, sotto i video dei The Borderline sono spuntati alcuni insulti: «Vergognatevi, non esistono parole per quello che avete combinato», scrive un utente.
Mentre il leader di Azione Carlo Calenda chiede a YouTube di intervenire per evitare che si ripetano tragedie simili: «Quello che è accaduto è un’insensata mostruosità. I canali social vanno regolati, le piattaforme devono essere responsabili per i contenuti pericolosi che contribuiscono a diffondere e occorre fare una grande campagna informativa sui rischi connessi. Subito».
(da Open)

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