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GIORGETTI ABBASSA IL TETTO DEGLI STIPENDI DI AMMINISTRATORI E DIRIGENTI DI SOCIETÀ PUBBLICHE E DI QUELLE PRIVATE CHE RICEVONO SOLDI DALLO STATO, MA “STRANAMENTE” ESCLUDE LA “STRETTO DI MESSINA SPA” TANTO CARA A SALVINI

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

IL SALARIO MASSIMO “OMNICOMPRENSIVO” SARÀ DI 160 MILA EURO LORDI ANNUI (QUANTO INTASCA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO), INVECE DEI 240 MILA ATTUALI

A fare i sacrifici per la manovra di Bilancio 2025, ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non saranno solo le banche. E alla vigilia tremano in molti, non solo i manager delle imprese private che rischiano penalizzazioni sulle stock options.
La stretta alla spesa riguarderà tutta la galassia della pubblica amministrazione, che comprende imprese, autorità, istituti di ricerca, enti pubblici. E per la prima volta, tutte le migliaia di società, enti, fondazioni e associazioni che ricevono contributi dallo Stato.
Agli amministratori e ai dirigenti della pubblica amministrazione, e a tutti i soggetti giuridici che ricevono fondi pubblici, si applicherà il nuovo tetto alla retribuzione, «onnicomprensivo» precisa il Tesoro, di 160 mila euro lordi annui, mentre le società dovranno tagliare spese di rappresentanza e di pubblicità.
Per i dirigenti della macchina statale si prospetta un bel taglio rispetto al tetto attuale, poco più di 240 mila euro, al quale sfuggono in pochissimi: le società quotate, quelle che emettono strumenti finanziari quotati (come Fs, Anas, Cdp), la Stretto di Messina spa, che ha una deroga specifica.
Il tetto di 160 mila euro alle indennità degli amministratori e dei dirigenti corrisponde all’indennità del presidente del Consiglio dei ministri, circa 80 mila euro netti l’anno, 6.700 al mese. Il tetto attuale per i manager pubblici di 240 mila euro, di poco aumentati per consentire i rinnovi contrattuali, è invece equiparato all’indennità del presidente della Repubblica.
(da agenzie)

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NORDIO NON SA NEANCHE DI COSA PARLA: “LA CEDU NON DICE NULLA DI QUELLO CHE SOSTENGONO I MAGISTRATI”

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

MA LA SENTENZA E’ DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA (CGUE) E NON DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO (CEDU)… E MENO MALE CHE DICE DI AVERLA LETTA ATTENTAMENTE NELLA VERSIONE IN FRANCESE

Da Cedu a Cgue il passo è breve. O almeno lo è per il ministro della Giustizia Carlo Nordio che sabato 19 ottobre, a margine di un convegno a Palermo, si è espresso sullo scontro governo-magistratura in merito ai cpr in Albania.
Ma nel farlo ha scambiato la Corte di Giustizia dell’Unione europea, sulla cui sentenza si basa la decisione del tribunale di Roma, con la Corte europea dei diritti dell’uomo.
«Non può essere la magistratura a definire uno Stato più o meno sicuro. C’è una sentenza della Cedu, che io ho letto attentamente – tra l’altro è in francese – e che non dice affatto quello che sembra essere stato il motivo della sentenza».
Peccato che, nel bel mezzo del discorso, il guardasigilli non si sia accorto di aver scambiato la Crte di giustizia dell’Unione europea con la Cedu.
A sottolinearlo con ironia sui social è Vitalba Azzollini, giurista ed editorialista per il Domani: «Nordio critica fortemente i giudici di Roma, che non hanno convalidato il fermo dei migranti in Albania, basandosi su una sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue. Peccato che Nordio dica di aver letto attentamente una sentenza della Cedu, che è tutt’altra cosa. Forse ha letto la sentenza sbagliata». I commenti si scatenano: «Forse il suo francese non è impeccabile» – «Basta il traduttore automatico per leggerla in italiano».
Ma Azzollini, in un altro tweet, entra più nel merito della questione giuridica. «I giudici applicano la normativa Ue, fonte di rango superiore rispetto a qualunque atto del governo, incluso il decreto legge», spiega la giurista rispondendo alle accuse rivolte alla magistratura di arrogarsi un diritto non suo. «È una direttiva Ue a dire espressamente che un Paese è “sicuro” solo se è tale per tutti e in ogni parte del suo territorio». Ma è proprio nel decreto interministeriale italiano che 15 Paesi non risultano rispettare i criteri. «In altre parole, non sono i giudici a dire che quei Paesi non sono sicuri per tutti e in ogni loro parte, ma è lo stesso decreto interministeriale italiano ad ammetterlo. Quindi, non c’è stata nessuna indebita invasione di campo da parte della magistratura. I giudici regolarmente valutano la coerenza della normativa nazionale rispetto a quella europea».
(da agenzie)

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MARCO TRAVAGLIO: “GIORGIA MELONI IN DUE ANNI HA CAMBIATO LA VITA SOLO DEGLI EVASORI FISCALI”

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

“HANNO FATTO VENTI CONDONI IN DUE ANNI, UNA BUONA MEDIA CREDO CHE ABBIANO SUPERATO ANCHE QUELLA DI BERLUSCONI”… “IL TAGLIO DEL CUNEO FISCALE È UN’EREDITÀ DEI DUE PRECEDENTI GOVERNI. L’AVEVANO GIÀ FATTO GLI ALTRI, LORO LO HANNO MANTENUTO E NON CI SONO GRANDI IDEE, GRANDI CAMBIAMENTI PER LA VITA DEI CITTADINI. IL NULLA”

Il bilancio del governo Meloni alla vigilia del suo secondo compleanno è “il vuoto”. Parola di Marco Travaglio ad ‘Accordi&Disaccordi’, il talk politico condotto da Luca Sommi su Nove con la partecipazione di Andrea Scanzi.
“Lunedì racconteremo questi primi due anni sul Fatto Quotidiano e facciamo un esperimento. – ha spiegato il giornalista – Proviamo a immaginare una riforma che ha cambiato in meglio la nostra vita in questi due anni. Governi che nei primi due anni o addirittura nel primo anno hanno cambiato la vita dei cittadini, ce ne sono molti.
Il governo Monti la cambia in peggio con la riforma Fornero, gli esodati, eccetera. Il governo Conte nel primo anno fece spazza corrotti, decreto dignità, reddito di cittadinanza. Questi che cosa hanno fatto? C’è qualcosa di memorabile che si può ricordare di questi due anni? – si è chiesto il direttore del Fatto Quotidiano – Il taglio del cuneo fiscale è un’eredità dei due precedenti governi. L’avevano già fatto gli altri, loro lo hanno mantenuto e non ci sono grandi idee, grandi cambiamenti per la vita dei cittadini.
Direi che in meglio hanno cambiato la vita degli evasori fiscali. Infatti hanno fatto venti condoni in due anni, una buona media credo che abbiano superato anche quella di Berlusconi perché 20 condoni fiscali in due anni non era riuscito nemmeno lui a farli”, ha concluso Travaglio.
Marco Travaglio
(da il Fatto Quotidiano)

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L’IMMAGINE CHE INDIGNA L’ITALIA NON SOVRANISTA: QUELLA DEI RIDER SOTTO L’ALLUVIONE A BOLOGNA

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

TRA LE PIATTAFORME DI DELIVERY SOLO JUSTEAT HA SOSPESO L’ATTIVITA’, GLI ALTRI ANNO CONTINUATO A SFRUTTARE I RIDER NONOSTANTE IL PERICOLO

Non si sono mai fermati. Nemmeno quando a Bologna le strade si trasformavano in fiumi, con un ventenne che perdeva la vita a Botteghino di Zocca, con famiglie che l’indomani avrebbero fatto la conta dei danni (circa tremila sfollati in tutta l’Emilia Romagna). Sono i rider per le consegne a domicilio, immortalati dai balconi o nelle dirette video dei quotidiani, sotto il nubifragio, intenti a portare i pasti ordinati a casa. Come se l’algoritmo andasse a meraviglia, in barba al meteo.
«È un immagine che colpisce, una follia dei tempi di oggi, la coazione a ripetere un comportamento senza pensare. Se qualcuno fosse riuscito ad arrivare alla sera riuscendo a non sapere dell’allerta rossa, poi bastava aprire la finestra e scegliere e fare un piccolo gesto di umanità, scrive Olivio Romanini», caposervizio politico alla cronaca di Bologna del “Corriere della Sera”. E sono immagini che indignano. «Non si poteva sospendere il servizio? E tu cliente dovevi proprio ordinare?», si chiede Fabio su X.
La Cgil di Bologna ha annunciato che presenterà un esposto alla Procura della Repubblica «per accertare eventuali responsabilità e profili penali dei comportamenti messi in atto dalle aziende di delivery che non hanno sospeso le attività» di consegna, sabato sera, nonostante l’Amministrazione comunale, a causa delle forti piogge cadute sul capoluogo emiliano, avesse invitato la cittadinanza a non avventurarsi in strada e a restare nelle proprie abitazioni. «Abbiamo visto tutti le scene allucinanti di rider in motorino sotto il diluvio nella sera di sabato scorso – scrivono in una nota la Camera del Lavoro Metropolitana, la Filt-Cgil la Nidil-Cgil Bologna – nonostante le comunicazioni del sindaco a non ‘uscire di casa’». Inoltre, aggiungono «se Just Eat ha sospeso le attività e il servizio in conseguenza di una procedura concordata a livello nazionale con le organizzazioni Sindacali per la gestione delle condizioni meteo avverse, al momento non ci risulta che altre piattaforme abbiamo sospeso le consegne, rendendosi così responsabili di mettere a rischio la sicurezza e l’incolumità dei loro rider». Quindi, viene argomentato, «per queste ragioni e perché siamo purtroppo consapevoli che non si tratta di maltempo, ma della crisi climatica che sarà la nostra nuova normalità, abbiamo deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica», conclude la nota.
(da agenzie)

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LA NUOVA STRATEGIA DI MUSK E TRUMP, “COMPRARE” GLI ELETTORI: IL FONDATORE DI TESLA HA VARATO UNA MAXI LOTTERIA PER SOSTENERE IL TYCOON: METTE IN PALIO 1 MILIONE DI DOLLARI AL GIORNO TRA CHI FIRMERÀ LA SUA PETIZIONE ONLINE

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

IL GOVERNATORE DELLA PENNSYLVANIA, JOSH SHAPIRO: “PAGARE LE PERSONE COME RICOMPENSA PER UN VOTO O UNA REGISTRAZIONE È UN REATO FEDERALE”

Una lotteria da 1 milione di dollari al giorno è stata lanciata da Elon Musk per convincere gli elettori della Pennsylvania a sostenere Trump alle presidenziali del 5 novembre. Sabato il miliardario di Tesla e SpaceX ha staccato il primo assegno a un partecipante al raduno di Harrisburg, ospitato da America Pac (gruppo di azione politica da lui creato) per lanciare questa iniziativa fino al giorno di elezioni.
Musk intende donare soldi a chi firmerà la sua petizione online: “Il Primo e il Secondo Emendamento garantiscono la libertà di parola e il diritto di portare armi – si legge sul sito promosso dal magnate – Firmando qui sotto, prometto il mio sostegno al Primo e al Secondo Emendamento”.
Per avere diritto al milione di dollari, i firmatari della petizione devono essere elettori registrati e vivere in uno dei sette stati indecisi: Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, Carolina del Nord, Pennsylvania e Wisconsin. Musk offre anche 100 dollari a ogni elettore registrato della Pennsylvania che firma la petizione e 100 dollari a chi convince un altro elettore a fare lo stesso.
Il governatore democratico della Pennsylvania, Josh Shapiro, è intervenuto domenica chiedendo alle autorità di indagare sul piano di Musk: “Penso che ci siano vere domande su come stia spendendo i soldi in questa corsa, su come il denaro sporco stia fluendo, non solo in Pennsylvania, ma apparentemente ora nelle tasche dei cittadini della Pennsylvania.
Ciò è profondamente preoccupante”, ha detto a “Meet the Press” della Nbc. È un reato federale pagare le persone come ricompensa per un voto o una registrazione, ed è punibile con la prigione. Il divieto non riguarda solo le spese monetarie, ma anche qualsiasi cosa di valore monetario come alcolici o possibilità di vincere alla lotteria.
Musk finora ha fornito almeno 75 milioni di dollari ad America Pac, per sostenere la candidatura del tycoon la Casa Bianca. Il suo gruppo politico ha lanciato un tour della Pennsylvania mentre Trump teneva comizi nello stesso Stato. Per Trump, il magnate della tecnologia è una grande persona per il Paese: “Parlo molto con Elon – ha detto – è mio amico”. Se verrà eletto, ha dichiaro che nominerà Musk a capo di una commissione per l’efficienza del governo.
(da agenzie)

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IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL’AVIAZIONE DI MOSCA, DMITRY GOLENKOV, È STATO UCCISO A MARTELLATE IN RUSSIA: IL COMUNICATO DEI SERVIZI SEGRETI UCRAINI

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

IL CORPO DI GOLENKOV È STATO TROVATO IN UN MELETO: IL 27 GIUGNO 2022 ATTACCÒ UN CENTRO COMMERCIALE NELLA REGIONE DI POLTAVA, PROVOCANDO 22 MORTI… POCHI GIORNI FA UN AGENTE DEI SERVIZI MILITARI DEL GRU È STATO UCCISO, MISTERIOSAMENTE, IN RUSSIA

E’ stato ucciso in Russia il capo di stato maggiore della squadriglia dell’aviazione di Mosca che il 27 giugno 2022 attaccò il centro commerciale Amstor di Kremenchuk, nella regione di Poltava, provocando 22 morti e almeno 55 feriti: lo ha reso noto la direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa di Kiev (Gur), come riportano i media del Paese.
“La mattina del 20 ottobre 2024, il corpo del criminale di guerra Dmitry Vladimirovich Golenkov è stato trovato in un meleto nel villaggio di Suponevo vicino a Bryansk in Russia”, si legge in un comunicato.
“Il criminale di guerra ricopriva la carica di capo di stato maggiore della squadriglia dell’aviazione russa ed era coinvolto in attacchi missilistici contro obiettivi civili ucraini”, prosegue la nota. Golenkov era anche responsabile di un attacco missilistico contro un edificio residenziale a Dnipro il 14 gennaio 2023, in cui morirono 46 civili ucraini, tra cui sei bambini. Secondo il Gur, l’ufficiale aveva molteplici ferite alla testa, probabilmente causate da colpi di martello.
(da agenzie)

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SINDACO E VICESINDACO DI POGGIOMARINO DI FRATELLI D’ITALIA ARRESTATI PER SCAMBIO ELETTORALE POLITICO-MAFIOSO

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

ACCORDO CON IL CLAN GIUGLIANO PER VINCERE LE ELEZIONI

Il sindaco di Poggiomarino Maurizio Falanga e il vice sindaco Luigi Belcuore sono finiti stamane agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta della procura di Napoli per voto di scambio politico-mafioso. Misura cautelare anche per Franco Carillo, ritenuto dalla Dda intermediario tra la politica e il boss Rosario Giugliano, a capo dell’omonimo clan locale. Secondo l’accusa alle elezioni amministrative del 20 e del 21 settembre 2020 il clan capeggiato da Giugliano si sarebbe adoperato per far eleggere sindaco Falanga. Esautorando i potenziali candidati avversari, facendo confluire i voti degli affiliati e imponendo «sulla cittadinanza locale delle condizioni d’intimidazione e di assoggettamento». Il tutto con la promessa dell’affidamento di appalti pubblici.
L’indagine
Secondo l’accusa Cardillo, che aveva fatto anche candidare la sorella, invece, avrebbe ricoperto il ruolo di ufficiale di collegamento tra la politica e il boss Rosario Giugliano, all’epoca dei fatti appena scarcerato, e anche di garante degli accordi presi assicurando con la vittoria delle elezioni al primo turno una quota degli appalti alla camorra e assunzioni nelle ditte a cui sarebbero andati, tra cui quelli per la metanizzazione, la ristrutturazione e gestione del cimitero. Più volte, secondo quanto documentato dai carabinieri, Carillo ha incontrato il boss (che era in regime di libertà vigilata), per il giudice e la Dda «fungendo da emissario per conto del sindaco Falanga e del vice Belcuore». Falanga ha vinto al primo turno la tornata amministrativa del settembre 2020 alla guida di una coalizione di centrodestra, ottenendo il 57,93% dei consensi contro il 42,07 del candidato di centrosinistra, il dem Giuseppe Annunziata.
Le elezioni
Anche Belcuore, secondo i carabinieri, venne eletto in quella tornata elettorale grazie alla camorra e ottenne la carica di vice sindaco con delega ai lavori pubblici e al cimitero facendo anche in modo di far confluire alcuni appalti alla ditta di famiglia. Giugliano ha detto ai magistrati che «na volta individuato il candidato sindaco della coalizione, nella figura di Maurizio Falanga, ed essendomi garantito l’appoggio di Carillo quale rappresentante dei moderati e di Luigi Belcuore quale esponente di Fratelli d’Italia, di fatto avevo il controllo della coalizione di centro destra e quindi della possibile amministrazione comunale».
L’intervento del boss
In un interrogatorio, che risale al 4 ottobre 2023, agli atti dell’inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso a Poggiomarino, Giugliano sostiene: «Ebbi due incontri con Maurizio Falanga. Gli illustrati le mie idee. Lui fu subito d’accordo con me. Gli incontri con Falanga erano stati preparati da Carillo… fui chiaro a dire che il mio aiuto passava dall’approvazione del Piano degli insediamenti produttivi a Poggiomarino, nonché dal progetto di riqualificazione del cimitero. Di fronte alla ritrosia di altri candidati a fare un passo indietro e di convergere su Maurizio Falanga, che io avevo individuato come candidato migliore, intervenni in prima persona…».
(da agenzie)

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IL DECRETO PER SALVARE LA PATACCA ILLEGALE DEI CPR IN ALBANIA IN ARRIVO IN SERATA: L’ENNESIMO ATTO INUTILE

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

A DETTA DI TUTTI GLI ESPERTI NON SERVIRA’ A UNA MAZZA, I GIUDICI POTRANNO DECIDERE DIVERSAMENTE, IN LINEA CON LA LEGGE EUROPEA

Un decreto con la lista dei paesi sicuri definita per legge. Per blindare il centro migranti in Albania a rischio flop. E che può portare il livello dello scontro fino alla Corte Costituzionale. Il Consiglio dei Ministri lo varerà oggi 21 ottobre anche se c’è un rischio di danno erariale da fronteggiare. E mentre la premier apre il suo primo fronte ufficiale con i magistrati. Ma per Giorgia Meloni c’è un problema giuridico da risolvere. Che potrebbe provocare anche l’intervento del Quirinale. Per questo il Cdm è fissato per le 18. Con una prospettiva a Palazzo Chigi: lo scontro con la magistratura sui migranti è un terreno su cui strappare, rompere, lucrare consenso. Fino all’idea di tornare alle elezioni. Ma gli esperti avvertono: il problema è che i giudici quel decreto possono in ogni caso superarlo. E decidere diversamente da come vuole il governo.
Il decreto sulla lista dei paesi sicuri
La lista dei paesi sicuri sarà contenuta nel testo del Dl. Mentre l’idea originaria era quella di lasciare al ministero degli Esteri la sua definizione e l’eventuale aggiornamento. La Farnesina invece ospiterà un comitato che dovrà aggiornare i parametri. Per ridefinire la lista anche in futuro. Ma anche in questo caso il via libera finale dovrà arrivare da Palazzo Chigi. Perché servirà una norma di rango primario per toccare l’elenco. La scelta serve anche a un altro obiettivo. Ovvero quello di evitare che tra il primo pronunciamento delle commissioni territoriali sul diritto alla protezione internazionale e il ricorso l’interessato circoli liberamente in Italia. Il decreto Cutro prevede il trattenimento nei centri per le procedure accelerate di frontiera. Ma il pronunciamento della Corte di Giustizia Ue rischia di scardinare il meccanismo. E ha reso impossibile la tattica scelta dal Viminale.
Il retroscena
Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi aveva infatti pensato di aggirare l’eventuale sentenza della sezione immigrazione del tribunale di Roma sostenendo che il Cpr di Gjader fosse in territorio italiano per portare comunque lì i 12 “ospiti” da Shengjin. Una strada resa impossibile dalle ultime righe della sentenza della giudice Silvia Albano. Che ha specificato l’impossibilità di questa soluzione. E allora ecco anche la soluzione per questo problema. Mentre Meloni, che ieri ha rilanciato le chat dei magistrati sull’Albania, pensa che la prospettiva dello scontro con i giudici può portarle consenso. Per questo è pronta a rompere. Con la prospettiva di avere un argomento da portare come pretesto per evocare le elezioni se la situazione complessiva lo richiederà. «Se facessimo un referendum gli italiani sosterrebbero questo sistema (I cpr in Albania, ndr) a larga maggioranza», dice.
Il secondo grado per i ricorsi
L’altro capitolo del decreto affronterà la questione dei tribunali che non convalidano il trattenimento dei naufraghi. Introducendo un secondo grado per i ricorsi, mentre ora ci si può appellare soltanto in Cassazione. Sul decreto permane l’incognita Mattarella. Il potere di firma del presidente scatta quando una legge è manifestamente incostituzionale. Ieri il presidente della Repubblica ha invitato la politica a trovare mediazioni e sintesi, evitando ogni «tirannia della maggioranza». E la frase sembra proprio costruita per replicare a chi nell’immediatezza delle sentenze del tribunale di Roma parlava di giudici che si rivoltavano contro il voto degli italiani. Sul tavolo c’è anche la questione del voto sui giudici costituzionali. Per la quale il Parlamento è di nuovo convocato per il voto congiunto il 29 ottobre.
Come finirà con il decreto lista paesi sicuri
Nel frattempo il professor Vittorio Manes dell’Università di Bologna, direttore della rivista Diritto di Difesa dell’Unione delle camere penali, spiega oggi al Corriere della Sera cosa succederà dopo il decreto con la lista dei paesi sicuri del governo Meloni. «La Corte Ue ha chiaramente detto che un Paese per essere considerato sicuro deve esserlo in ogni sua parte rimettendo al giudice la valutazione del caso concreto. Su queste basi i giudici italiani hanno ritenuto di non convalidare il trattenimento ai fini di reimpatrio in Albania ritenendo Bangladesh ed Egitto non sicuri. Difficile negarlo, del resto, se solo si pone mente al caso Regeni, in Egitto, o al fatto che in Bangladesh sono perseguitate minoranze etniche e religiose, o che in Turchia sono puniti con il carcere rapporti omosessuali».
Le sentenze e la Consulta
Manes spiega che le sentenze della Corte di giustizia «sono vincolanti, anche per una consolidata giurisprudenza della Consulta. Quindi l’aggiramento rappresenterebbe un inadempimento rispetto agli obblighi sovranazionali, che vincolano, in base alla Costituzione, tanto il giudice quanto, a monte, il legislatore». La via della lista dei paesi sicuri da aggiornare periodicamente, secondo il giurista, sarebbe percorribile «specie se la normativa interna si fonda sulle più accreditate fonti sovranazionali, facendo rimando a queste anche per l’aggiornamento della lista. In ogni caso, il giudice — a cui la Corte di giustizia ha assegnato l’ultima parola — potrebbe sempre ritenere quella elencazione non corretta, o non puntualmente aggiornata, e decidere diversamente, se ha documentate ragioni per farlo».
Come finirà
Ma questa, aggiunge il giurista, sarebbe «una decisione sempre impugnabile nel merito, che attribuisce una notevole responsabilità al singolo magistrato». Per questo il governo vuole provare questa strada. Se i giudici si mettono di traverso, è il ragionamento sotteso, al massimo possono sollevare la questione di legittimità davanti alla Corte Costituzionale. La Consulta, in ogni caso, ci metterà un po’ a fornire il responso richiesto. Così i Cpr in Albania potranno partire davvero. E poi fermarli diventerà una questione giuridica. Sulla quale innestare altre partite politiche.
(da Open)

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SI E’ SVEGLIATO DAL LETARGO, ORA MARCELLO VENEZIANI SI E’ ACCORTO CHE “GIORGIA MELONI NON STA RISCRIVENDO LA STORIA MA SI E’ ALLINEATA AI POTERI FORTI”

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

“UN GOVERNO CONTINUISTA, SUDDITO DI ATLANTISMI E GRANDI POTERI”

Ha detto: se fossi al governo vorrei cambiare il mondo.
O almeno provarci
Giorgia Meloni vuole rifare la storia.
Questo governo vuole cambiare il mondo?
Scusi Marcello Veneziani, lei non sta con i piedi per terra.
L’ho detto agli amici, al momento, quando mi hanno chiesto una disponibilità di massima: scrivo e sono felice, ho i libri, ho poi il quotidiano che ospita i miei commenti. Faccio quello che mi garba di più.
Veneziani è l’unico intellettuale di destra che è rimasto sugli spalti a guardare la partita.
Non ha senso farsi massacrare dai media, rovinarsi la vita e la salute per partecipare a un governo dal tratto così continuista. Diciamocelo: in politica estera è suddito dell’atlantismo americano, in politica interna cesella col temperino le misure sociali ed è sempre piuttosto ossequioso con i grandi poteri.
Gli immarcescibili poteri forti.
Fortissimi!
Per accettare di essere coinvolto, che cosa avrebbe voluto?
Le ho spiegato: se non cambiamo la realtà delle cose, almeno tentare di cambiare il volto dell’Italia, che senso avrebbe stare lì? La destra avrebbe dovuto dare il segno della propria tradizione, dei suoi valori. Non rifugiarsi in cantina, non chinare il capo davanti a chi domina la scena internazionale.
A Meloni, l’underdog, però non fa difetto l’ambizione.
Questo atlantismo così codino, questa voglia di allinearsi a tutti i costi. Devo essere io a ricordare che persino Andreotti e Craxi, nei confronti di Israele e soprattutto della Palestina, hanno fatto e detto di più?
Non pensavo fosse così scontento.
Sono convinti che, se alzano la testa, i poteri forti gli fanno la festa: in quattro e quattr’otto l’Italia va a gambe all’aria. .
Comunque dispiace: lei è l’unico intellettuale di destra a non essere convocato in campo.
Resto in tribuna.
Ci sarebbero, in tribuna, anche Franco Cardini e Marco Tarchi, pezzi da novanta: ma l’anagrafe avrebbe giocato a suo favore.
Dopo anni di astensione avevo ripreso a votare.
E aveva votato giusto, diamine.
Fratelli d’Italia!
Era il suo momento.
Ma sta vedendo quale sudditanza abbiamo espresso?
L’Italia antifascista.
Non mi parli di antifascismo!
Anche per Gianfranco Fini il fascismo è stato il male assoluto.
Ma per favore! Solo il diavolo è il male assoluto. Il fascismo è storia complessa: rileggersi De Felice, Del Noce e poi parlare.
Un governo di destra dovrebbe ordinare la lettura di De Felice.
Civiltà, tradizione, educazione e comunità. Un governo di destra poggia la sua esperienza politica su questi quattro pilastri (poi certo deve saper elaborare i temi).
Meloni teme il complotto. Ha trascinato a Palazzo Chigi tutta la sua famiglia, e poi gli amici più stretti per difendersi.
Se fai vedere che ti senti accerchiata è perché sei debole.
Bruxelles è divenuta la seconda casa della premier.
Quindi io ho detto: vi voglio bene, ma lasciatemi in pace.
L’intellettuale è un mestiere ingrato.
Tenni una lezione sull’ingratitudine come elemento essenziale della nostra attività.
La sua è solitudine volontaria.
Definizione di David Hume, grande filosofo.
Scusi ma non mi capacito: tutti in campo a darsi da fare e lei fuori. Quando c’è stato da sostituire Giuli al ministero della Cultura ho pensato: stai a vedere che sbuca Veneziani.
Non voglio infelicitarmi la vita.
L’Italia è di destra?
L’Italia non è di sinistra. Agli italiani la sinistra sta antipatica.
Chissà a quanti di destra il governo sta antipatico
Hai voglia!
Troppa gente non vota più.
Manca la convinzione, cioè l’idea che ti trascina, ti acchiappa, ti inghiotte. E manca la convenienza: la clientela è in declino, il potere politico non riesce a curare gli affari delle sue pecorelle.
Veneziani al governo.
E basta, dai.
(da Il Fatto Quotidiano)

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