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TAGLIA E CUCI: COME FUNZIONA LA PROPAGANDA MELONIANA: LA PREMIER HA POSTATO SOLO UNA PARTE DELLA MAIL DEL MAGISTRATO MARCO PATARNELLO, CHE SECONDO LA DUCETTA È LA PROVA DEL COMPLOTTONE CONTRO IL SUO GOVERNO

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

NEL TESTO COMPLETO, PATARNELLO CONTESTUALIZZA LA FRASE E ARRIVA A SCRIVERE: “NON DOBBIAMO FARE OPPOSIZIONE POLITICA, MA DOBBIAMO DIFENDERE LA GIURISDIZIONE”

Giorgia Meloni ha condiviso un titolo del Tempo, che riprendeva alcune frasi estrapolate da una mail scritta dal sostituto procuratore della Cassazione Marco Patarnello. Il titolo sintetizza così il testo: «Meloni oggi è un pericolo più forte di Berlusconi. Dobbiamo porre rimedio».
Domani ha avuto il testo completo della mail: leggendolo per intero emerge il senso di ciò che la toga intendeva.
Preoccupato per l’evolversi dei contrasti tra governo e magistratura, il magistrato ricorda gli anni dei governi Berlusconi e sostiene che quello Meloni sia più insidioso, proprio perchè Meloni non ha vicende giudiziarie pregresse, ma anche perchè la magistratura è in una fase di grande debolezza. Conclude auspicando l’unità delle toghe, che non devono «fare opposizione politica» ma «difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente».
Il testo
«Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto.
In secondo luogo perché la magistratura è molto più divisa e debole rispetto ad allora. E isolata nella società. A questo dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico si danni dell’intera magistratura.
In terzo luogo la compattezza e omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato e la forza politica che può esprimere è enorme e può davvero mettere in discussione un assetto costituzionale ribaltando principi cardine che consideravamo intangibili. Come corollario di questa condizione politica, anche l’accesso ad un informazione decente è ancora più difficile dell’era di Berlusconi.
Quindi il pericolo per una magistratura ed una giurisdizione davvero indipendente è altissimo.
Dobbiamo essere uniti e parlare con chiarezza. Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente. Senza timidezze.
Dobbiamo pretendere che il Csm apra un dibattito al proprio interno e deliberi una reazione chiara e netta. Che anche l’Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo. Ieri ho sentito un buon Santalucia, pacato ma piuttosto chiaro. Vorrei che si sentisse chiaramente che rappresenta tutta la magistratura. Non possiamo fare molto ma essere uniti, tenere la schiena dritta e parlare con chiarezza questo sì».
Patarnello, dunque, scrive che «Non dobbiamo fare opposizione politica», cosa di cui invece il governo sta accusando le toghe, «ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente».
La premier, invece, ha preferito soffermarsi sulla frase «Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa la sua azione».
Ora contro il magistrato si sono già scatenati molti attacchi da parte del centrodestra. Il forzista Maurizio Gasparri ha detto che «ho chiesto al governo, al Csm e al Presidente della Repubblica di intervenire. Un atto eversivo che non può rimanere senza repliche».
(da Editorialedomani)

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NEL REFERENDUM IN MOLDAVIA SULL’INGRESSO NELL’UNIONE EUROPEA IL SÌ È PASSATO IN VANTAGGIO DI UN’INCOLLATURA, CON IL 50,03% CONTRO IL 49,97 DEI NO

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

SECONDO LA PRESIDENTE, L’EUROPEISTA MAIA SANDU, FINITA AL BALLOTTAGGIO CON IL SOCIALISTA STOIANOGOLO, C’È LA MANONA DI PUTIN: “È STATO UN ATTACCO SENZA PRECEDENTI ALLA LIBERTÀ E ALLA DEMOCRAZIA”

Con il 98,4% delle sezioni scrutinate alle elezioni presidenziali in Moldavia la presidente uscente di centro-destra ed europeista Maia Sandu guida saldamente con il 41,97% ma sembra sfumare l’elezione al primo turno.
Se la dovrà vedere con ogni probabilità con Alexandr Stoianoglo, sostenuto dal partito socialista, tradizionalmente filo-russo, e distanziato al 26,31%. Lontani gli altri nove candidati, salvo per l’ex sindaco di Balti Renato Usatii al 13,74%, apertamente filo-russo. E’ quanto emerge dalla Commissione elettorale nazionale.
Il vantaggio di Sandu appare superiore a quello previsto nei sondaggi della vigilia. Nelle ultime ore con lo spoglio elettorale in Moldavia è passato in vantaggio il Sì nel referendum sul quesito per inserire l’obiettivo di aderire all’Ue nella costituzione, ma lo scarto è minimo. Sono state scrutinate 2.182 sezioni su 2.219 (oltre il 98%). Il Sì è al 50,03% (per 730.832 voti) mentre il No è al 49,97% (730.088 voti): si tratta di appena 744 voti di scarto. E’ quanto emerge dalla Commissione elettorale nazionale. Nelle liste elettorali di base figurano 2.714.239 elettori.
La presidente moldava pro-Ue Maia Sandu ha parlato di un “attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia del nostro Paese sia oggi che negli ultimi mesi”, aggiungendo che “gruppi criminali” hanno cercato di “indebolire un processo democratico”.
(da agenzie)

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SUI MIGRANTI MELONI NON HA CONTRO SOLO I GIUDICI, MA ANCHE BUONA PARTE DEGLI ITALIANI: SECONDO “EUROMEDIA” DI GHISLERI, IL 43,1% DEGLI INTERVISTATI GIUDICA MOLTO NEGATIVAMENTE IL “MODELLO ALBANIA”, E SOLO IL 36,5% È FAVOREVOLE

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

IL 33,8% REPUTA DISPENDIOSA LA COSTRUZIONE DEI CENTRI AL DI LÀ DELL’ADRIATICO… ALESSANDRA GHISLERI: “L’IMMIGRAZIONE HA RIPRESO POSIZIONI NEL DIBATTITO POLITICO NAZIONALE, È AL SESTO POSTO TRA LE PRIORITÀ. L’OPINIONE PUBBLICA È MOSSA PIÙ DAL SENSO DI APPARTENENZA AI PARTITI CHE DALLE SINGOLE CONVINZIONI”

I centri di accoglienza per migranti in Albania hanno suscitato divisioni nell’opinione pubblica fin dal loro annuncio.
In un sondaggio di Euromedia Research rilevato all’inizio della scorsa settimana il 33,8% reputa molto dispendiosa la costruzione di questi centri al di là dell’Adriatico – in terra straniera – il 19,9% sbagliata e inutile.
Un cittadino su 4 (23,2%) invece la considera necessaria e imprescindibile e un 13,3% pur guardandola con interesse crede che sia necessario rivedere alcune situazioni.
In sintesi, il 43,1% la commenta in maniera molto severa, mentre il 36,5% positivamente.
Con la pandemia gli italiani avevano abbandonato il tema nel ranking delle loro priorità, lasciando spazio ad argomenti strettamente più connessi alla vita delle famiglie italiane come la salute e l’aumento del costo della vita a partire dall’alimentare, passando all’energia, alla casa, ai temi connessi al lavoro che rimangono comunque ancora oggi, sempre in vetta alla classifica.
Oggi la ragione dell’immigrazione ha ripreso una posizione centrale nel dibattito pubblico nazionale e internazionale. Accadimenti geopolitici che hanno scosso il pianeta come Siria, Afghanistan e conflitti in diverse parti dell’Africa hanno generato flussi significativi di migranti verso l’Italia e l’Europa.
In questo contesto la sentenza del Tribunale di Roma, che ha ritenuto illegittimo il trattenimento dei 12 migranti nei centri di accoglienza in Albania, ha alzato ulteriormente la temperatura del dibattito politico portando all’aumento dell’attenzione mediatica sullo scontro tra i poteri dello Stato e sulla definizione della ragione tra chi deve avere l’ultima parola tra governo nazionale e magistratura.
Alessandra Ghisleri
per “la Stampa”

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GIORGIA MELONI VUOLE USARE IL CASO ALBANIA PER FAR SALTARE IL GOVERNO? IL RETROSCENA DI “REPUBBLICA”: “RACCONTANO DAL CERCHIO MAGICO CHE LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO È PRONTA A RENDERE LO SCONTRO CON LA MAGISTRATURA SUI MIGRANTI IL TERRENO SU CUI ROMPERE, LUCRARE CONSENSO. PER POTER EVENTUALMENTE EVOCARE LE ELEZIONI, SE LA SITUAZIONE COMPLESSIVA DOVESSE PEGGIORARE (SOPRATTUTTO A CAUSA DI UNA MANOVRA SENZA RISORSE)

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

QUESTO PERCHÉ CONSIDERA IL PROGETTO DI UN HUB IN ALBANIA POPOLARE, CIOÈ VANTAGGIOSO PER LA DESTRA

Un decreto, nonostante le polemiche. Sfidando tutti: la Corte di giustizia europea, il Colle, i magistrati. Giorgia Meloni non intende fermarsi. Vuole cavalcare il “modello Albania”, difenderlo e rilanciarlo.
Alla vigilia del varo del provvedimento, prevale la sensazione che il testo conterrà direttamente la lista dei Paesi sicuri. Così, almeno, trapela a poche ore dal Consiglio dei ministri: fino all’ultimo tutto può ancora cambiare. Si tratterebbe di una forzatura nella forzatura, perché si definisce con un dl quello che una sentenza ha negato soltanto pochi giorni fa.
Raccontano dal cerchio magico che la presidente del Consiglio è pronta anzi a rendere lo scontro con la magistratura sui migranti il terreno su cui rompere, strappare, lucrare consenso. Da portare addirittura a pretesto per poter eventualmente evocare le elezioni, se la situazione complessiva dovesse peggiorare (soprattutto a causa di una manovra senza risorse).
E questo perché considera il progetto di un hub in Albania straordinariamente popolare, cioè vantaggioso per la destra. «Facessimo un referendum – è il senso dei suoi ragionamenti alla vigilia del Consiglio dei ministri – gli italiani sosterrebbero questo sistema a larga maggioranza».
(da La Repubblica)

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LA CEI ATTACCA IL GOVERNO: “I MIGRANTI NON SONO PACCHI”

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

PEREGO: “SENZA DI LORO IL NOSTRO PAESE NON OTRA’ VIVERE”… E SUL PROCESSO A SALVINI: “A NOSTRO PARERE NON HA AGITO A TUTELA DELLE PERSONE”

I vertici della Conferenza episcopale italiana lanciano un attacco a più voci contro il governo sulla gestione dei richiedenti asilo. I membri dell’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni «non ci hanno ascoltato. Noi proponiamo di rafforzare un’accoglienza diffusa sul territorio. L’accompagnamento in sicurezza, attraverso in particolare i corridoi umanitari. L’integrazione. E allo stesso tempo la possibilità per chi arriva, attraverso progetti mirati, di costruire la propria vita anche nel paese d’origine». Altrimenti «tra qualche anno l’Italia, senza le persone che giungono da altre terre, non potrà vivere».
Lo afferma a La Stampa monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e abate di Pomposa, alto prelato che nella Cei è il presidente della commissione per le migrazioni e presidente della Fondazione Migrantes.
Invece le «discutibili politiche migratorie del governo nascono dall’ideologia; e dall’aspetto culturale diffuso nell’opinione pubblica: circa il 54% degli italiani adulti preferirebbe che gli immigrati stessero a casa loro». Nel frattempo il vicepresidente dei vescovi monsignor Francesco Savino dice all’Ansa: «I migranti sono fratelli e sorelle con la loro dignità, non pacchi da sbattere da una parte all’altra».
Come cittadino e «come pastore chiedo di stare attenti allo scontro tra poteri. Sono convinto che quando i poteri non si rispettano reciprocamente – sottolinea il Vescovo di Cassano all’Jonio – il cuore della democrazia è a rischio. Se facciamo memoria di tutte le leggi, dalla Bossi-Fini al decreto Cutro, fino alla scelta di esternalizzare i migranti in Albania il filo rosso è considerare l’immigrato un criminale. C’è un atteggiamento securitario che va al di là di ogni oggettività». Sul centro in Albania aggiunge: «Chiedono sacrifici, dispiace per i soldi buttati via».
Il Vicepresidente dei presuli italiani ricorda: «È da anni che papa Francesco dice “basta con i muri, invece rafforziamo i ponti” rispetto alla grande questione dei fratelli e sorelle migranti». Il Pontefice «invita a un’accoglienza seria, responsabile, una accoglienza nella legalità. Io non voglio entrare a gamba tesa nelle scelte della politica ma la Cei ha già manifestato la sua perplessità all’esternalizzazione dei migranti in Albania». Ora si aggiunge quello che il Vescovo di Cassano all’Jonio definisce «uno scontro tra i poteri che mette a rischio la nostra democrazia. Io sono per un equilibrio, una reciproca responsabilità, senza questo rispetto reciproco si alimenta la sfiducia dei cittadini e la gente si allontana sempre più, non va a votare perché non crede in una possibilità di cambiamento». Ci sono poi «certe leggi, e non mi riferisco solo a quelle di questo periodo, che spesso non sono fatte molto bene, non sono precise e si prestano a un ermeneutica non unica».
La preoccupazione «già espressa dalle Cei è pastorale. Chiediamo il rispetto delle persone. Avevamo detto che si rischiava di considerare il migrante una specie di pacco ed è successo proprio questo». Adesso il centro in Albania «torna a essere vuoto ed era abbastanza ovvio che una procedura così accelerata, senza considerare tutti gli elementi della storia della persona, comportasse questo rischio. Il vulnus più grave è il Patto europeo che entrerà in vigore nel 2026 e che prevede questa esternalizzazione». Il Pastore esprime anche un’altra considerazione: «Si chiedono tanti sacrifici agli italiani e poi quanti soldi sono stati buttati…». Savino ci tiene a dire che «noi interveniamo come vescovi, come pastori, e non c’è una questione di appartenenza politica. Noi non vogliamo essere tirati dalla giacchetta, o sarebbe meglio dire dalla talare, da una parte o dall’altra. Rilanciamo ciò che dice sempre papa Francesco, ovvero che occorre mettere al centro la persona immigrata con i suoi diritti e i suoi doveri. Come dice il Santo Padre, dobbiamo accogliere, proteggere, accompagnare, integrare».
Sulla vicenda dei migranti trasportati nella struttura in Albania e poi riportati in Italia, Perego mette in guardia: «Andiamo incontro a un anno e mezzo così, fino all’attuazione del Patto europeo nel 2026 in cui sono previste le esternalizzazioni: per i prossimi 18 mesi i tribunali ricuseranno ogni forma di accelerazione e di non considerazione della situazione personale dei richiedenti asilo. Perché il diritto d’asilo non è un diritto legato a un paese, è un diritto legato a una persona».
Secondo il Monsignore, «l’avere stabilito 22 paesi sicuri contro i 9 della Germania e della Francia, non considerando alcune situazioni gravi che ci sono in questi luoghi, dimostra che non si è attenti a tutelare un diritto che è personale».
Il problema «sarà serio sarà nel 2026 quando entrerà in vigore il Patto. Le manovre di questi giorni di alcuni paesi che sono nella stessa linea dell’Italia dell’esternalizzazione, un blocco di un gruppo di 15 paesi che avevano scritto una lettera favorevole all’esternalizzazione, porranno il problema serio fra un anno e mezzo; credo che la Corte dei Diritti umani europei dovrà essere molto attenta su questo aspetto, perché andiamo incontro sostanzialmente a un blocco che avverrà sulla tutela di un diritto che è fondamentale e che è fondamentale per ogni paese dell’Europa. In Italia l’articolo 10 della Costituzione potrebbe essere messo a rischio».
Per quanto riguarda il nostro Paese «non è tutto: l’azione così diretta nel limitare, se non addirittura togliere alla società civile la possibilità di essere presenti in mare, con le navi e in cielo, con aerei o con più aerei, attraverso le Ong, per monitorare la situazione, potrebbe portare a maggiori respingimenti in mare perché non ci sarà più nessuna nave e nessun aereo che potranno denunciare situazioni di respingimenti illegittimi».
Il Prelato evidenzia che «il governo mai ci ha ascoltato. Noi suggeriamo da tempo di rafforzare un’accoglienza diffusa sul territorio dei richiedenti asilo. Un sistema unico di accoglienza con la valorizzazione della protezione temporanea che permette ai richiedenti asilo, a coloro che ricevono questa protezione come è avvenuto per gli ucraini, di muoversi nel contesto europeo, di lavorare da subito, di riorganizzare la propria vita, credo che non creerebbe sfruttamento, non creerebbe centri, non creerebbe limbo per molte persone che hanno invece diritto a un discorso di tutela dell’asilo».
Una seconda azione «importante noi l’abbiamo indicata come Conferenza episcopale italiana attraverso il progetto “Liberi di partire, liberi di restare”: un lavoro di cooperazione internazionale che favorisca l’accompagnamento in sicurezza di molte persone, anche attraverso i corridoi umanitari, e al tempo stesso la possibilità per le persone con progetti mirati – in micro realizzazione, non grandi progetti – di poter costruire la propria vita anche nei paesi d’origine».
Le politiche migratorie «del governo nascono dall’ideologia; e dall’aspetto culturale nell’opinione pubblica, perché siamo ancora al 54% di persone che preferirebbe che gli immigrati stessero a casa loro. In troppi ritengono gli immigrati un problema e non una risorsa». Avverte Perego: «Tra qualche anno il nostro Paese, senza le persone che provengono da altri paesi, non potrà vivere».
Infine, un commento su Matteo Salvini a processo per il caso Open Arms: «Lasciamo giudicare ai giudici. A nostro parere la scelta di Salvini non fu a tutela delle persone. Vedremo che cosa diranno i giudici: se il Ministro ha agito per il bene del Paese, o se contro il diritto di alcune persone».
(da La Stampa)

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DURANTE UN COMIZIO IN PENNSYLVANIA A TRUMP PARTE LA FRIZIONE E SI LANCIA IN UNA LODE DEI GENITALI DEL DEFUNTO GOLFISTA ARNOLD PALMER: “CHI HA FATTO LA DOCCIA CON LUI È USCITO DALLO SPOGLIATOIO E HA DETTO: ‘OH MIO DIO, È INCREDIBILE’. LUI SÌ CHE ERA UN UOMO VERO”

Ottobre 21st, 2024 Riccardo Fucile

TRUMP HA RICORDATO PER PIÙ DI 10 MINUTI I MAXI-GENITALI DEL GOLFISTA, DIMENTICANDOSI DI PARLARE DI POLITICA … NON È LA PRIMA VOLTA CHE TRUMP FA LA FIGURA DEL VECCHIO CRIMINALE RINCOGLONITO

Donald Trump ha sollevato ulteriori dubbi sul suo stato mentale sabato, dopo aver dato suggerimenti crudi sull’anatomia del defunto golfista Arnold Palmer durante un comizio in Pennsylvania, nella sua ultima deviazione dal copione politico a poche settimane dal giorno delle elezioni.
I commenti di Trump su Palmer, durati più di 10 minuti, sono stati pronunciati all’aeroporto regionale Arnold Palmer, mentre il candidato repubblicano ha iniziato a fare il suo ultimo passo verso gli elettori statunitensi negli Stati in bilico che decideranno la corsa alla Casa Bianca.
“Quando ha fatto la doccia con gli altri professionisti, sono usciti da lì e hanno detto: ‘Oh mio Dio, è incredibile’”, ha detto Trump, in un apparente riferimento ai genitali di Palmer. “Qui abbiamo donne molto sofisticate, ma prima guardavano Arnold”.
Le osservazioni fuori luogo si aggiungono a una serie di apparizioni insolite per la campagna elettorale che hanno sollevato preoccupazioni sullo stato d’animo di Trump durante la sua campagna per un secondo mandato come presidente degli Stati Uniti.
I suoi alleati repubblicani hanno cercato di incoraggiarlo a concentrarsi sulle questioni politiche, ma Trump ha continuato a deviare dal messaggio.
Questa settimana, in una town hall in Pennsylvania, ha concluso l’evento suonando musica per più di 30 minuti e ondeggiando avanti e indietro sul palco senza parlare. La sua retorica, nel frattempo, è diventata sempre più scurrile e volgare.
“Devi dire a Kamala Harris che ne hai abbastanza, che non ne puoi più… sei un vicepresidente di merda”, ha detto sabato durante il comizio, riferendosi alla sua rivale democratica.
(da agenzie)

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