A RENZI NON STANNO BENE I RISULTATI, VUOLE RICONTARE I VOTI: SAREBBE GIUSTO L’OCCASIONE PER ELIMINARE QUELLI CHE HA RICEVUTO DAL CENTRODESTRA PER FARE IL LEADER DEL CENTROSINISTRA
INCREDIBILE RENZI: VUOLE UN “SECONDO TURNO APERTO A TUTTI”: NON GLI SONO BASTATI GLI ELETTORI PDL E LEGHISTI DEL PRIMO TURNO?
I dati ufficiali arriveranno solo alle 18, dopo il via libera da parte del comitato dei garanti, ma con il ballottaggio ormai certo tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi si riaccendono le polemiche della campagna per le primarie.
Dopo la giornata del voto, contraddistinta dal fair play, si torna a discutere sulle regole delle primarie e anche sui risultati del primo turno.
Per il comitato promotore delle primarie i dati “ufficiosi”, che riguardano comunque il 90% dei seggi, parlano di un distacco del segretario del Pd sul sindaco di Firenze di quasi dieci punti percentuali. –
Bersani si afferma primo con il 44,9%, seguito da Renzi al 35,5%, da Nichi Vendola al 15,6%, da Laura Puppato al 2,6% e da Tabacci all’1,4%.
Dati contestati dallo staff di Renzi secondo il quale le distanze sarebbero minori con Bersani al 43,4% e Renzi al 38,8%. C’è di più.
I renziani con Nicola Danti chiedono al quartier generale del partito di «pubblicare on line sul sito tutti i verbali dei nove mila seggi» e contestano il metodo perchè «aggregare i dati su base provinciale come ha fatto Nico Stumpo è molto discutibile». E Roberto Reggi chiede che al secondo turno si possa far votare tutti.
Anche il primo che passa, certo, basta che voti per Renzi.
«Il mio risultato è assolutamente incoraggiante, ho grande fiducia in domenica scorsa e sono sicuro che dal giorno dopo lavoreremo tutti insieme per la galoppata impegnativa delle elezioni», commenta intanto Pier Luigi Bersani.
Poi l’appello all’avversario: ««Con Matteo ci siamo mandati dei messaggini, poi stasera ci vediamo a Milano. Ci siamo scambiati gli auguri, le cose buone. Lui ha sempre il difettuccio di dire “noi e loro”, ma noi siamo noi tutti noi, loro è Berlusconi. Non c’è bisogno di fuoco amico, l’avversario è la destra».
Forse Bersani non ha ancora capito chi si sono messi in casa.
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