ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI, GIUSEPPE CONTE POTRA’ FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN
AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C’E’ ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER
Giuseppe Conte ha chiara la strategia da seguire. Dopo aver ottenuto una doppia vittoria contro l’ancien régime di Beppe Grillo alla Costituente del M5S, ora ha bisogno di compattare intorno a sé gli ex big del Movimento per mettere in moto un partito a sua immagine e somiglianza.
Per farlo, avrà bisogno di superare il limite dei due mandati, tanto caro a Beppe-Mao, e da sempre tabù per i pentastellati. Peppiniello Appulo sa anche di non poter imporre alla base di stampo movimentista una decisione così controversa, e di aver bisogno di una legittimazione coram populo in questa scelta.
Lunedì, al primo Consiglio Nazionale, potrebbe arrivare un primo via libera al superamento del famigerato limite, così da ricondurre all’ovile anche tutti quei maggiorenti finiti ai margini dopo i due mandati in parlamento (i vari Fico, Taverna, Bonafede, Crimi, Buffagni…).
Solo una volta che avrà ricompattato le varie anime del M5s, con i suoi tempi da doroteo, Conte passerà alla fase due, quella della svolta: in vista delle delicatissime elezioni regionali del 2025 in Campania e in Veneto, annuncerà un accordo politico con il Partito Democratico di Elly.
D’altronde, un avvicinamento tra i pentacontiani e i dem è già in corso. In molti hanno notato che alla richiesta di voti da parte del centrodestra per eleggere Simona Agnes presidente della Rai, l’ex Avvocato del popolo ha detto no. E sulle nomine per i giudici della Consulta, il M5S sta affiancando il Pd.
Il Partito democratico, d’altro canto, è impegnato nella costruzione del famoso centro catto-liberale pendente a sinistra, ma fuori dal Pd, che dovrebbe “coprire” un’area politica oggi sguarnita. Domenica sono previsti due cruciali convegni a Milano e Orvieto (uno organizzato da Delrio e l’altro da Libertà Eguale di Morando), che dovrebbero gettare le fondamenta della nuova “cosa” centrista.
Per una buona riuscita dell’operazione Centro serviranno i voti di Santa Romana Chiesa con quello che resta della rete delle parrocchie d’Italia. E qui entra in campo l’ex esattore Ernesto Maria Ruffini. Ma non come leader del partito, non possedendo i requisiti mediacità e di carisma, bensi pronto a dare il suo contributo all’interno di nuovo partito cattolico che affianchi il Pd.
Ps. A muoversi dietro le quinte del rassemblement centrista c’è soprattutto Matteo Renzi, che come Dago-rivelato aveva in mente il giusto nome di Pierferdinando Casini come federatore del contenitore moderato. A differenza del passato, in cui non ha gestito il suo ego espanso negli affari, questa volta l’ex sindaco di Firenze sembra seriamente intenzionato a fare un passo indietro. Forse ha capito che la sua abilità manovriera è meno divisiva e più utile dietro le quinte.
(da Dagoreport)
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