AL-SISI SI È FATTO “PAGARE” BENE DALL’ITALIA LA GRAZIA CONCESSA A ZAKI: DIETRO ALLA LIBERAZIONE DEL RICERCATORE EGIZIANO CHE HA STUDIATO A BOLOGNA CI SONO RICCHI ACCORDI NEL SETTORE AGROALIMENTARE E AIUTI NEL SETTORE SANITARIO
ROMA SI È IMPEGNATA A FORNIRE TRATTORI DI ULTIMA GENERAZIONE, SEMENTI E GRANO… I 431 MILIONI DI DOLLARI DI FONDI ALL’EGITTO DEL PROGRAMMA ALIMENTARE DELL’ONU… MA SU REGENI E’ CALATO IL SILENZIO
Ci sono anche i trattori “intelligenti” e il couscous dietro alla liberazione di Patrick Zaki. La scarcerazione dello studente è un risultato a cui il governo rivendica di essere arrivato «tappa dopo tappa». La più importante, quella della svolta secondo fonti della Farnesina, è il 14 marzo.
Quattro mesi fa il ministro degli Esteri Antonio Tajani compie la sua seconda missione in Egitto e stringe un importante accordo col governo del Cairo. L’Italia s’impegna a fornire macchinari, tra cui trattori d’ultima generazione, sementi e prodotti alimentari, dal grano al couscous, per consentire all’Egitto di sfamare la popolazione. In cambio, dietro le quinte, il regime di al-Sisi apre alla possibilità di concedere la grazia a Zaki.
Il primo viaggio di Giorgia Meloni in Egitto risale a novembre. «Ho trovato una disponibilità del presidente egiziano che stiamo verificando nei fatti», dice allora la premier. Poi tocca a Tajani volare al Cairo a gennaio, il 22. Qualcosa si muove, il ministro a microfoni aperti si dice «rassicurato da al-Sisi su Regeni e Zaki». Il presidente egiziano, in privato, promette aiuto sul caso Regeni (resteranno parole al vento) e chiede sostegno all’Italia nel settore agroalimentare.
È il viaggio di marzo che sblocca davvero la situazione. In quell’occasione con Tajani c’è la ministra dell’Università Anna Maria Bernini. E ci sono anche il ceo di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, e il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, oltre ai rappresentanti di numerosi enti, aziende italiane e organizzazioni internazionali impegnate nel settore della sicurezza alimentare.
Il regime di al-Sisi è ossessionato dal cibo: un Paese di oltre cento milioni di abitanti, di cui la metà vivono sotto la soglia della povertà.
La visita per il governo è fruttuosa: sviluppo e rafforzamento della filiera agroalimentare egiziana e cibo in cambio del contrasto alle migrazioni e dell’impegno su Zaki.
La questione delle partenze in nave è ineludibile per palazzo Chigi: il 20% dei migranti che arrivano in Italia sono egiziani. Tajani stringe un buon rapporto col ministro degli Esteri Sameh Shoukry, prenderanno a sentirsi spesso. In quell’occasione al-Sisi promette di lavorare ai casi di Regeni e Zaki: «Vedrà che arriveranno i frutti evidenti del nostro impegno», dice a al nostro ministro degli Esteri.
Sull’omicidio di Regeni, però, non ci sono passi avanti. Dalla Farnesina giurano che il governo ha posto la questione ogni volta che ha incontrato al-Sisi, ma è un dossier «molto più complicato».
(da La Stampa)
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