COLDIRETTI E IL SOVRANISMO CON MCDONALD’S
IL PRESIDENTE ATTACCA BIG PHARMA, POI OSPITANO LO STAND DEL GRUPPO CHE COMPRA CARNE ITALIANA
Pensavo che la più grande barzelletta sul sovranismo alimentare l’avesse raccontata il ministro Lollobrigida quando spiegò che la vitellina Mary, qui in Italia dove la filiera è virtuosa, “viene trattata con affetto, certo poi viene macellata ma produce carne di qualità”.
Come se la piccola Mary fosse lieta dello sgozzamento a tre mesi di vita perché la sua carne fa felice gli amanti del vitel tonnè, certo.
E invece, dal 14 al 16 luglio, è arrivato a san Benedetto del Tronto il villaggio Coldiretti con una trovata ancora più esilarante in tema di sovranismo alimentare: lo stand di McDonald’s con tanto di cappellino e gadget vari regalati ai visitatori. Questa potente dimostrazione di sovranismo alimentare, per la verità, era già avvenuta nei villaggi Coldiretti di Palermo e Cosenza, località in cui ben presto vedremo sostituiti i panini con la soppressata e quello con la milza con il più tipicamente italiano “McBacon”.
Del resto, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini è parte stessa della filiera della supecazzola: da una parte demonizza la cosiddetta carne sintetica perché “fa male alla salute e all’economia” e “Big Pharma vuole imporre una dieta unica a tutta l’umanità”, dall’altra, siccome il colosso americano compra carne italiana, promuove McDonald’s affermando che “rappresenta l’italianità, le nostre eccellenze, la nostra biodiversità”.
Ora, se esiste un’idea di dieta unica in ogni luogo del mondo è quella di McDonald’s, i cui panini sono gli stessi da Tokyo a Cinisello Balsamo.
E se esiste un pericolo per la salute dei cittadini è la dieta a base di hamburger e patatine fritte, visto e considerato che in Italia la metà degli adulti e il 26% dei bambini sono obesi o in sovrappeso.
Basta però che McDonald’s entri in filiera Italia e acquisti tonnellate di carne da Cremonini e improvvisamente il menu più squilibrato da un punto di vista nutrizionale e standardizzato del mondo, diventa per il sovranista elastico Prandini “non più un fast food ma un vero e proprio ristorante che rappresenta l’italianità, le nostre eccellenze e la nostra biodiversità”.
Attendiamo con trepidazione che Shein diventi rappresentante della filiera tessile Made in Italy e che Amazon venga invitata al mercatino delle pulci di Cormano per valorizzare l’artigianato locale. Dall’intransigente sovranismo meloniano ci aspettiamo questo ed altro.
(da ilfattoquotidiano.it)
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