ALLUVIONE IN EMILIA-ROMAGNA, RAVENNA PRONTA AL GIORNO PEGGIORE: 27.000 EVACUATI
AL NORD CONTINUA A PIOVERE
I canali si gonfiano e gli abitanti di Ravenna si rifugiano sui tetti. Chi è rimasto, dato che il 16% del territorio comunale è stato evacuato.
Due ravvenati su dieci – per un totale di oltre 27 mila persone – sono stati costretti a lasciare la propria abitazione. Potrebbe essere oggi, infatti, il giorno peggiore per la città romagnola dove già si registrano carenze di acqua potabile e cibo a causa delle alluvioni che da giorni mettono in ginocchio la regione.
«Non sappiamo se riusciremo a fermare l’acqua», dichiara il sindaco Michele de Pascale citato da La Repubblica mentre buona parte del territorio comunale non ha nemmeno luce e gas. Il canale romagnolo è stato deviato per evitare il peggio, ma sono le strade ad essere diventate fiumi sui quali chi con gli stivali e chi con i gommoni tenta di raggiungere i centri di accoglienza dove si sono già radunate oltre 3 mila persone.
Il meteo e la speranza
Chi rimane si unisce alle squadre di soccorso, e canta Romagna Mia per farsi forza mentre ammassa montagne di terra e pietre nei punti critici. La speranza è di riuscire a salvare almeno il centro storico. Dal cielo, intanto, l’acqua continua a cadere, mentre il mare grosso dell’Adriatico impedisce il deflusso corretto dei fiumi peggiorando la situazione. Si moltiplicano gli appelli a non intasare le linee telefoniche. Fortunatamente, i rovesci più intensi dovrebbero verificarsi sul Nord-Ovest e sull’Appennino centrale e quello meridionale in serata. Molte attività commerciali sono chiuse, così come le scuole e i centri di aggregazione per giovani e anziani. Le farmacie sono prese d’assalto ma per il resto a Ravenna sembra tornato il lockdown, con gran parte dei 100 mila abitanti barricati in casa, più in alto possibile. La priorità è salvare vite, la ricostruzione e la conta dei danni, che potrebbero colpire anche l’immenso patrimonio artistico del ravennate, arriveranno dopo.
Il ripristino dei servizi essenziali
Non si arrestano gli sforzi dei soccorritori. Intorno alle 6.30 di stamattina è stato riaperto il tratto tra Faenza e Forlì della A14 Bologna-Taranto. Con un’ora e mezza di anticipo i tecnici di autostrade per l’Italia lavorando nella notte sono riusciti a ripristinare i danni causati dalle alluvioni. Intanto, tra Faenza, Bagnacavallo e Ravenna, si lavora al ripristino dei servizi pubblici essenziali. L’acqua potabile arriva in autobotte mentre si cerca di far ripartire le linee elettriche e quelle telefoniche. Arrivano anche provvigioni via strada, ma il loro percorso rallenta quando si giunge nelle zone allagate e i mezzi su gomma non possono più proseguire verso un dei territori che – paradossalmente – è tra quelli che più di tutti sfama il nostro Paese.
Frane a Bologna
Nel frattempo, nel Bolognese, poco più a nord, continuano le frane. Nel territorio di Sasso Marconi, una frana ha fatto quasi sparire una montagna trascinata dall’acqua e dal fango. «Hanno sentito due boati come per un terremoto», dichiara il sindaco di Bologna Matteo Lepore che ha effettuato un sopralluogo assieme al primo cittadino locale, Matteo Parmeggiani. I detriti hanno investito una trattoria e un maneggio: «Devastato. La casa del fabbro e la trattoria travolti da una colata che in un minuto ha trascinato con sé centinaia di alberi, container, e ogni cosa abbia trovato lungo il suo percorso per 800 metri». «La terra continua a muoversi in tutta la montagna di Bologna. Questa per noi ora è la cosa più urgente: mettere in sicurezza le famiglie isolate, liberare le strade e le vallate», continua Lepore.
(da La Repubblica)
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