ANCHE PISAPIA DICE NO ALLA CANDIDATURA IN REGIONE LOMBARDIA: “MORATTI? SAREBBE UN SUICIDIO POLITICO”
“TRA COPIA ED ORIGINALE SI SCEGLIE SEMPRE L’ORIGINALE”
Dopo Cottarelli, anche Giuliano Pisapia si sfila. Come l’economista, l’avvocato ed ex sindaco di Milano non si candiderà alla presidenza della Regione Lombardia.
E oggi in un’intervista al Corriere della Sera spiega perché: « Ci ho pensato seriamente ma credo che la soluzione migliore per il centrosinistra e per il civismo sia quella di cambiare schema. Di puntare sulle tante energie che ci sono sul territorio a partire dai sindaci, dagli assessori, dai consiglieri comunali, dall’associazionismo che hanno fatto, e stanno facendo, molto bene in tanti comuni lombardi». Per Pisapia «non bisogna avere paura delle primarie, le vittorie più belle le abbiamo ottenute dopo le primarie. La condizione fondamentale è che ci deve essere un programma condiviso e che tutti, ma veramente tutti, si impegnino per vincere le elezioni».
All’avvocato non piace la candidatura di Letizia Moratti: «Parla di Moratti candidata dalla destra al Quirinale al posto di Mattarella? O di quella che, come si è letto sui giornali, fino a pochi giorni fa trattava un posto da ministra nel governo Meloni e lamentava pubblicamente la mancata conferma della promessa, vera o non vera, di essere la candidata del centrodestra alle prossime Regionali? Forse doveva pensarci prima a dire che il centrodestra non andava bene. Leggo paragoni con Casini, voglio ricordare che Casini è uscito dal centrodestra nel 2008 ed è stato candidato come indipendente nel 2018. Sono passati 10 anni, non 10 minuti come la Moratti».
Quella del Terzo Polo, secondo l’ex sindaco di Milano, è un’operazione «legittima ma spregiudicata. Mentre quello del Pd che apre alla candidatura della “dottoressa” «è un cinismo che non condivido. Credo che la coerenza, la capacità di ascolto, il mettersi a disposizione della propria comunità siano dei valori fondamentali. Ma le rigiro la domanda: se il centrosinistra appoggiasse Moratti con una operazione trasformista e poi perdesse, il risultato sarebbe di imbarcarsi nella più grande operazione suicida della sua storia. Perché si sa che tra la copia e l’originale si sceglie sempre l’originale. E che vittoria sarebbe? La vittoria di un programma su scuola, trasporti e sanità opposto a tutte le convinzioni della nostra comunità».
(da agenzie)
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