ANGELUCCI PORTA IN DOTE A GIORGIA MELONI “IL GIORNALE” E L’INTERO NETWORK DI QUOTIDIANI DI DESTRA
COSA SPINGE GLI ANGELUCCI A INVESTIRE NELL’EDITORIA? LA CARTA STAMPATA SERVE A ENTRARE NEI SALOTTI BUONI: FANNO GOLA GLI AFFARI DELLA SANITÀ IN LOMBARDIA, VISTO CHE QUELLI DEL LAZIO SONO GIÀ SOTTO CONTROLLO
Antonio Angelucci compra giornali. Dopo Libero e Il Tempo ora sta per aggiungere anche Il Giornale alla sua collezione. Silvio Berlusconi ha provato a resistere fino all’ultimo, opponendosi alla vendita propugnata dalla figlia Marina e dal fratello Paolo. Settanta per cento Angelucci, trenta ai Berlusconi. Il comitato di redazione l’ha comunicato ai cinquanta giornalisti: il passaggio delle azioni avverrà entro giugno. In redazione si parla di perdite annue pari a quattro milioni di euro. Troppi per la famiglia. Prima della pandemia era stata chiusa la redazione romana, un segnale di totale dismissione per un foglio politico.
Che ne se fa Antonio Angelucci di un terzo quotidiano d’area? Cantano tutti nel coro del centrodestra.
Il Giornale, diretto da quasi due anni da Augusto Minzolini, in realtà seguiva uno spartito diverso. Le aveva cantate ai No Vax, per esempio. Giorgia Meloni in privato si è lamentata spesso per l’eccesso di autonomia filo Forza Italia della testata milanese. A palazzo Chigi avevano fatto uno studio sui pezzi giungendo alla conclusione che fossero addirittura tra i più ostili, quelli che venivano intervistati di più erano i forzisti di lotta e governo, Giorgio Mulé e Licia Ronzulli; così Angelucci, dicono, l’ha comprato anche per portarglielo in dote.
L’ambizione è più vasta. Punta a un polo editoriale meloniano. Il sogno è aggiungervi l’acquisto de La Verità
Il disegno consisterebbe nell’acquisirne il possesso e lasciare al suo posto – pagato a peso d’oro con un contratto di dieci anni – il suo fondatore. Belpietro ha smentito.
Cosa muove invece don Antonio? I giornali come biglietti da visita per entrare nei salotti buoni. Fanno gola gli affari della sanità in Lombardia. Quelli del Lazio sono già sotto controllo. Tutta l’operazione scommette sulla lunga permanenza della premier al potere.
A sua volta Meloni ha capito che la carta stampata ha ancora il suo peso nella formazione della pubblica opinione. Al Giornale ci aveva fatto un pensierino del resto anche Urbano Cairo, il proprietario del Corriere della Sera.
Augusto Minzolini rimarrà? Molti puntano sul suo abbandono, quando i giochi saranno fatti. Antonio Angelucci, 79 anni, invece è in Parlamento da quindici anni ma nessuno conosce la sua voce. Non dà interviste, non partecipa al dibattito pubblico. Riesce a farsi eleggere regolarmente dal centrodestra sin dal 2008 risultando sempre in fondo nella classifica delle presenze elaborate da Openpolis, e in cima in quelle per il reddito.
Alle ultime politiche voleva candidare uno dei figli con Fratelli d’Italia. Una strana concezione della politica. E dell’editoria. Nel 2006 acquistò anche un piccolo giornale di sinistra, Il Riformista, e lo insediò a Botteghe Oscure, la mitica sede del Pci. Di fronte vi parcheggiava il suo Ferrari di colore giallo.
(da a Repubblica)
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