ARCURI: “LE REGIONI HANNO IN DEPOSITO 47 MILIONI DI MASCHERINE”
L’AUDIZIONE DEL COMMISSARIO PER L’EMERGENZA
“Le Regioni hanno già in deposito 47 milioni di mascherine che gli abbiamo fornito”, ha detto il commissario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri in audizione davanti alle commissione riunite Finanze e Attività Produttive.
“Sul territorio sono già approntati dei depositi regionali e gli uffici del commissario hanno 4 depositi nei quali vengono stoccati questi dispositivi che poi – ha spiegato – vengono progressivamente distribuiti quando servono. Non c’è dunque un problema di dove conservare questi beni”.
Il calmieramento del prezzo “ha suscitato lo strepito dei pochi danneggiati dalla decisione, nel silenzio dei tanti cittadini che invece ne vengono avvantaggiati. Prima dell’emergenza una mascherina costava 8 centesimi, dopo alcuni giorni si trovavano in vendita a 5 euro: è uno spazio di profitto che andava assolutamente limitato”.
Arcuri ha aggiunto che “l’obiettivo è quello di annientare una speculazione vergognosa rispetto ad un bene primario come quello della salute”.
“Ho chiesto anche – ha concluso – che vengano normate sanzioni per chi, malgrado le tariffe fissate, tenti lo stesso di vendere le mascherine ad un prezzo più alto”.
Arcuri ha ricordato che il prezzo di 50 centesimi “è stato fissato sulla base di alcuni parametri: cinque aziende ce ne stanno già fornendo, e arriveranno a darcene 660 milioni, ad un prezzo di 0,38 euro. E’ possibile che alcune aziende abbandonino l’idea di riconvertirsi perchè non trovano il prezzo compatibile con lo startup delle loro attività ma noi abbiamo fissato solo il prezzo massimo di vendita, non il prezzo massimo di acquisto. L’obiettivo di calmierare non è ostile a quello di assicurare che una filiera produttiva italiana vada a sostituire quella estera”.
Un problema quello dei pezzi alti che ha già creato problemi. Il Gruppo Crai ha annunciato che “si vede costretto a ritirare dalla vendita, dai negozi, le mascherine chirurgiche” a causa del prezzo imposto massimo di 50 centesimi. “Siamo nell’impossibilità -si afferma- di vendere le mascherine ad un prezzo inferiore al loro costo di acquisto. Confidiamo che il governo voglia risolvere al più presto tale situazione in modo da consentirci di riprendere la vendita delle mascherine in questione”.
Arcuri ha tenuto infina precisare che “l’obiettivo di calmierare il prezzo” non va contro quello “di attrezzare una filiera italiana e sostituire con essa prodotti che siamo costretti a importare.”Stiamo ragionando che per le mascherine in magazzino le aziende non abbiano a rimetterci, pensando a forme di ristoro se hanno comprato a un prezzo più alto (prima del prezzo calmierato, ndr). Da domani però non potranno comprare a un prezzo più alto, altrimenti avranno a rimetterci”.
(da agenzie)
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