ARRESTATI GLI STUPRATORI DI GUIDONIA, ORA QUANDO LI LIBERERANNO?
I CARABINIERI LI ARRESTANO E LI SOTTRAGGONO AL LINCIAGGIO DELLA FOLLA, SONO SEI ROMENI ARRIVATI DA POCO IN ITALIA…LA GENTE ORA SI CHIEDE: QUANDO SARANNO MANDATI AGLI ARRESTI DOMICILIARI ?
Le indagini sono state svolte con la consueta competenza e rapidità da parte delle forze dell’ordine e in pochi giorni i carabinieri sono arrivati ad individuare ed arrestare i colpevoli. A dimostrazione del fatto che più che schierare demagogicamente migliaia di soldati nelle strade, sarebbe necessario potenziare di uomini e mezzi i commissariati e le caserme nell’hinterland delle grandi città e non fare sfilate nel centro per riscuotere facili consensi.
E’ di ieri la “lamentela” di chi opera in un contesto, quello di Tivoli, in cui a centomila abitanti non fa riscontro neanche un commissariato di polizia.
Il controllo del territorio deve iniziare da qui, dalle grandi periferie, dai centri minori, dove è più facile trovare comunità di stranieri ( e non solo) che vivono ai margini della società , usufruendo di affitti miti rispetto alle grandi città .
Ma per avere il “controllo” della situazione, carabinieri e polizia devono avere uomini e mezzi per monitorare il territorio, fare controlli frequenti, aggiornare gli affittuari, indagare sulla loro attività e sulle loro frequentazioni. Occorre un coordinamento con i Comuni e con le polizie municipali, un’opera di intelligence laddove si sospettino attività illecite, verifiche sul posto, un lavoro d’equipe costante con la magistratura.
Sotto i vari governi questo non si è verificato e la sfiducia della popolazione, la rassegnazione di fronte alle quotidiane notizie di avvenimenti criminali, porta inevitabilmente all’esplosione di una rabbia incontrollata e al desiderio di farsi giustizia da sè.
Per assurdo chi “sgarra” in un contesto mafioso o camorristico viene “punito” dall’autorità interna di riferimento, chi commette un reato nell’Italia liberale viene spesso “perdonato”, giustificato, gli sono concesse attenuanti, riduzioni di pena, permessi, sconti come al supermercato.
Le regole interne alla mafia o ad un’organizzazione malavitosa vengono rispettate e fatte rispettare dal “prestigio” di chi le guida, le leggi dello Stato italiano non danno mai la sensazione di essere certe e “uguali per tutti”, c’e’ sempre la sensazione che qualcuno sia più uguale di altri.
La rabbia dei cittadini di Guidonia che hanno preso d’assalto la caserma dei carabinieri alla notizia dell’arresto dei sei romeni autori del crimine schifoso di violenza su una ragazza non va condannato dai “benpensanti”, come espressione di un’altra forma di violenza, è l’autodifesa di una piccola Comunità che vede messe in pericolo la sua sicurezza, la sua coesione sociale, le proprie regole di vita.
E di fronte all’assenza dello Stato difende il proprio territorio, la propria gente, la propria vita.
Le manifestazioni di rabbia lanciano un segnale preciso: la gente è esasperata, stanca di continue promesse mediatiche a cui non seguono fatti concreti.
Come si fa a parlare di “linea dura”, quando il primo atto di un governo di centrodestra ( non di sinistra, si badi bene…) è quello di ridurre di 3,7 miliardi di euro i fondi per la sicurezza?
Oggi avremmo 4.000 agenti in più sul territorio, specializzati nelle indagini, avremmo mezzi tecnologici, auto moderne, invece abbiamo ancora agenti che fanno straordinari senza essere pagati, auto senza pezzi di ricambio, benzina razionata…
Se esistono priorità ed emergenze, un governo deve saper dare un “taglio politico” alla propria ragion d’essere, non si può tagliare tutto senza un minimo di cervello.
Alla fine si pagano le scelte sbagliate: siamo in piena emergenza sicurezza e ci sono forze politiche che parlano chi di intercettazioni, chi di federalismo, chi a dividersi i posti in Rai.
La gente vede i sei arrestati uscire dalla caserma di Guidonia tra le urla e gli insulti di gente normale, in cui si identifica. Vorrebbe essere lì per urlare le stesse cose. Se non peggio.
Ma è la politica che ha permesso a centinaia di migliaia di romeni di invadere il nostro Paese, pochi lavorano e molti sono dei disperati: i sei erano arrivati da poco, incensurati e ospiti di connazionali. Come si mantenessero nessuno lo sa, che facessero tutto il giorno nessuno lo sa.
La legge permette loro di entrare in Italia, è vero, grazie al governo Prodi che non aveva fatto valere la richiesta di moratoria che avrebbe posticipato di qualche anno la libera circolazione dei romeni ( fatta valere da altri Stati europei), ma il governo di centrodestra avrebbe fatto la stessa cosa, nessuno si era opposto neanche allora.
Ma è anche vero che per “ragioni di ordine pubblico” la legge permette di rispedirli in Romania, quando vi siano fondati motivi.
Pochi sindaci l’hanno applicata, il governo fa finta di nulla, spera rientrino da soli evidentemente. Poi c’è la solita conflittualità tra potere politico e magistratura.
Ha suscitato scandalo la concessione degli arresti domiciliari allo “stupratore di capodanno”, quel “bravo ragazzo” che alla Fiera di Roma, la notte di capodanno, in preda ad alcol e stupefacenti, ha violentato nei bagni una ragazza.
Ci ha messo 24 giorni per “pentirsi”, anche perchè prossimo ormai all’identificazione, ha confessato in caserma, ha trascorso solo 24 ore in cella e poi via subito agli arresti domiciliari. L’opinione pubblica si indigna, i familiari giurano vendetta, il procuratore spiega che “il giudice non deve mandare messaggi, ma applicare la legge, la questione cautelare non è un’anticipazione di pena che si sconta solo all’esito della condanna. Il pm aveva chiesto la custodia ai domiciliari e il gip non poteva irrorare una pena più grave di quella richiesta dal pm. Il giudice ha ritenuto inesistenti le esigenze che avrebbero consentito la custodia in carcere, ovvero il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato”.
La politica manda gli ispettori, ma forse farebbe meglio a cambiare le leggi, onde non lasciare libertà di interpretazione ai giudici.
Ad esempio come si può escludere la reiterazione del reato ad un soggetto dedito all’uso di stupefacenti?
Basterebbe una legge che prevedesse per alcuni reati di pericoloso impatto sociale ( come la violenza sessuale) il rito immediato senza concessione della libertà prima del giudizio.
Considerare un’aggravante il fatto che sia commesso in preda ad alcol o stupefacenti, aggravante con raddoppio di pena se consumata da più persone, se uno vuole pentirsi poi deve presentarsi entro 24 ore, altrimenti nessuno sconto.
Poche norme che cambierebbero tante cose.
Mentre invece la gente ora continuerà a chiedersi, visto che anche i sei romeni pare risultino incensurati, si dichiareranno pentiti e vittime della società , quando verranno concesse anche a loro le attenuanti di legge.
E la farsa continuerà fino alla prossima tragedia.
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