ARRESTATO L’ARTIFICIERE DELL’ATTENTATO A BRUXELLES, MA POI ARRIVA LA SMENTITA
PARE CONFERMATA UNA VITTIMA ITALIANA
La direzione delle Unità Speciali (Dsu) avrebbe arrestato nel quartiere di Anderlecht Najim Laachraoui il terzo uomo che compare nella foto della videosorveglianza dell’aeroporto insieme ad altri due vestiti di nero e morti nell’attacco suicida.
Era ricercato e sarebbe l’artificiere del gruppo.
Lo riferisce in esclusiva il sito del quotidiano belga Derniere Heure e il procuratore federale, che non conferma queste informazioni, ha però annunciato una conferenza stampa alle 13 senza negare l’arresto di Laachraoui.
Poi arriva la smentita: non è lui l’uomo arrestato dalla direzione delle Unità Speciali (Dsu) della polizia belga. L’uomo più ricercato d’Europa resta a piede libero.
La smentita arriva dallo stesso quotidiano che aveva dato la notizia, il belga Derniere Heure. Laachraoui è il terzo uomo che compare nella foto della videosorveglianza dell’aeroporto insieme ad altri due vestiti di nero e morti negli attacchi suicidi. Il procuratore federale ha annunciato una conferenza stampa alle 13
Nella foto dei circuiti interno dello scalo, indossa un cappello nero e una giacca chiara. Avrebbe gestito gli esplosivi e pianificato anche gli attentati di Parigi.
E’ ricercato dal 4 dicembre, fermato – sotto la falsa identità di Soufiane Kayal – ai primi di settembre al confine austro-ungarico in compagnia di Salah Mohamed Abdeslam e Belkaid.
L’identificazione risale a due giorni fa: il suo Dna era sulle cinture esplosive utilizzate al Bataclan e allo Stade de France, il 13 novembre scorso.
Come anticipato da Repubblica gli altri kamikaze identificati dalla polizia sono i fratelli Khalid e Ibrahim El Bakraoui .
Ma la tv pubblica belga Rtbf ha scritto sul suo sito Internet che i due presunti jihadisti si sarebbero fatti saltare in aria in due posti diversi, Brahim El Bakraoui si sarebbe fatto saltare in aria all’aeroporto, L’altro, Khalid, invece, sarebbe il kamikaze che ha fatto strage nella metropolitana di Maelbeek.
Il giorno dopo il caos, cominciano le procedure di riconoscimento delle vittime. Potrebbe esserci una vittima italiana tra i morti degli attentati di ieri a Bruxelles.
La Farnesina, però, rende noto che le verifiche sono ancora in corso. L’ambasciata italiana in Belgio, secondo quanto si apprende, è in contatto con la famiglia per l’assistenza relativa alle procedure di identificazione.
“Il presidente del Consiglio ci ha informato che c’è una verifica in corso su una possibile vittima italiana” degli attacchi a Bruxelles, ha detto Maurizio Lupi all’uscita da Palazzo Chigi. E ha aggiunto che la vittima sarebbe “una donna che era dispersa”: “E’ in corso la fase di riconoscimento, i familiari sono con il console a Bruxelles. Era una donna che prendeva normalmente la metropolitana e dovrebbe essere tra le vittime della metro ma la violenza dell’esplosione ha reso le vittime irriconoscibili”, ha riferito.
Perquisizioni, controlli in strada e abitazioni private, posti di blocco. Per tutta la notte le teste di cuoio, armi in mano, hanno battuto ogni angolo della città per una caccia all’uomo che prosegue anche in queste ore.
Secondo le ultime informazioni, che gli inquirenti stanno cercando di verificare, i tre uomini responsabili dell’attentato all’aeroporto sarebbero arrivati allo scalo con tre auto differenti: un taxi classico, una Renault Clio e un’Audi S4 nera.
Ma è la testimonianza di un tassista a rivelarsi molto preziosa. L’uomo avrebbe riconosciuto due dei tre attentatori, per averli portati all’aeroporto. Si tratta dei due uomini con una maglia e un guanto nero, ripresi dalle telecamere dello scalo, considerati i kamikaze di Zeventem. Il tassista, secondo quanto si è appreso, avrebbe riferito agli inquirenti l’indirizzo in cui ha caricato i due attentatori, affermando di essere rimasto sorpreso dal numero di bagagli che avevano con loro. L’uomo avrebbe anche costretto i due clienti a lasciare alcune valigie a casa.
Una testimonianza che avrebbe dato il via a ispezioni e perquisizioni e avrebbe permesso di ritrovare all’aeroporto una terza bomba inesplosa. Alle rivelazioni del tassista sarebbe anche legata la grande operazione di polizia iniziata ieri e proseguita tutta la notte a Schaerbeek. Durante le perquisizione sono stati ritrovati un ordigno esplosivo con all’interno chiodi, prodotti chimici e una bandiera dell’Is, mentre in serata all’aeroporto è stato trovato altro esplosivo, costringendo le autorità a isolare nuovamente tutta la zona, per consentire agli artificieri di mettere al sicuro l’area.
(da “La Repubblica”)
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