AVVISATE GIORGIA MELONI, CHE IERI DA DEL DEBBIO MILLANTAVA I “GRANDI” RISULTATI DELL’ECONOMIA ITALIANA: IL REDDITO REALE DELLE FAMIGLIE È CALATO, E AUMENTA IL DIVARIO CON GLI ALTRI PAESI DELL’UNIONE EUROPEA
LE TABELLE DELL’EUROSTAT: CONSIDERANDO 100 LA MEDIA UE DEL 2008, IN ITALIA I REDDITI SCENDONO DA 94,15 A 93,74 – LA CAUSA È L’INFLAZIONE – IL FACT CHECKING DELLE DICHIARAZIONI DELLA MELONI A “4 DI SERA”
Il 2 settembre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata ospite per la prima volta in una trasmissione televisiva dopo la pausa estiva. In un’intervista a 4 di sera su Rete 4, la leader di Fratelli d’Italia ha parlato di vari temi, dall’economia all’immigrazione, passando per le pensioni e l’autonomia differenziata.
L’andamento del Pil
«L’Italia cresce, secondo le stime della Commissione europea, più di quanto cresca l’Eurozona, cresce più della Francia e più della Germania». Non è chiaro a quali «stime» della Commissione europea faccia riferimento Meloni. Numeri più recenti indicano che la dichiarazione della presidente del Consiglio è esagerata.
Secondo i dati più aggiornati di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, nel secondo trimestre di quest’anno il Prodotto interno lordo (Pil) dell’Italia è cresciuto dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente. Questa percentuale è leggermente più bassa del +0,3 per cento registrato dalla Francia e, in media, dai 20 Paesi che adottano l’euro come moneta unica. Nello stesso periodo di tempo il Pil italiano è cresciuto di più di quello della Germania (-0,1 per cento), ma meno di quello della Spagna (+0,8 per cento).
Questo andamento è stato sottolineato anche dall’Ufficio parlamentare di bilancio, un organismo indipendente che vigila sui conti pubblici italiani, in una nota pubblicata ad agosto.
Tra aprile e giugno 2024 «la dinamica congiunturale del Pil dell’Italia è risultata superiore a quella tedesca (che torna a flettere, di un decimo di punto percentuale) e sostanzialmente in linea con quella dell’area dell’euro e della Francia (entrambe allo 0,3 per cento)», ha scritto l’Ufficio parlamentare di bilancio. «Si conferma la buona fase ciclica della Spagna, la cui dinamica congiunturale permane allo 0,8 per cento».
L’andamento dell’export
«Siamo quest’anno nell’export la quarta nazione al mondo per esportazioni»
La fonte di questa dichiarazione è un articolo pubblicato il 25 agosto dal Sole 24 Ore, scritto da Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison ed ex consigliere economico di Matteo Renzi quando era presidente del Consiglio.
Secondo le stime di Fortis, tra gennaio e giugno 2024 le esportazioni italiane hanno raggiunto un valore pari a 316 miliardi di euro, quarto dato più alto al mondo, dietro a Cina, Stati Uniti e Germania, e davanti al Giappone, fermo a 312 miliardi di euro.
Questi numeri vanno letti però con attenzione, per almeno due motivi.
In primo luogo, quando si confrontano i dati delle esportazioni tra Paesi diversi, per poter fare paragoni diretti spesso si convertono i valori nella stessa valuta. In questo caso i valori in yen (la valuta giapponese) sono stati convertiti in euro. Ma se il tasso di cambio tra yen ed euro è cambiato negli ultimi mesi, questo può avere avuto un effetto sul confronto tra i due Paesi. E in effetti è quello che è avvenuto, con lo yen che ha perso valore nei confronti dell’euro.
In secondo luogo, i numeri che abbiamo appena visto non ci dicono qual è stato l’andamento delle esportazioni italiane. Come ha sottolineato lo stesso Fortis nel suo articolo, nei primi sei mesi di quest’anno il valore delle esportazioni italiane è calato dell’1,1 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Secondo Istat, nella prima metà del 2024 c’è stato anche un calo in volumi delle esportazioni dell’Italia. Di questo calo Meloni non ne ha parlato in televisione
La gestione dell’immigrazione
«Quando siamo arrivati noi si parlava solo di come redistribuire gli immigrati illegali, adesso si parla solo di come tentare di fermare gli sbarchi ai confini europei»
Già negli scorsi mesi la presidente del Consiglio ha esagerato i risultati ottenuti dal governo italiano sull’immigrazione.
Come abbiamo spiegato in altri fact-checking, nelle conclusioni di vari Consigli europei, prima della partecipazione del governo Meloni, i Paesi dell’Unione europea hanno sottolineato più volte l’importanza di contrastare gli arrivi illegali di migranti via mare.
Al di là dell’iperbole, resta esagerato dire che oggi in Europa si discute «solo» di come fermare le partenze illegali.
Per esempio, dopo trattative durate anni, lo scorso 20 dicembre i Paesi membri dell’Ue hanno trovato un accordo per riformare le regole europee sui migranti che arrivano in Europa.
Tra le altre cose l’accordo prevede un meccanismo di ridistribuzione dei richiedenti asilo tra i vari Paesi Ue, che si attiverà in caso di circostanze eccezionali.
(da Pagella politica)
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