BASILICATA: CASELLATI E FORZA ITALIA IN PELLEGRINAGGIO PER L’IMPRESENTABILE
FRANCESCO PIRO E’ NELLA LISTA NERA DELL’ANTIMAFIA, MA IL GOVERNO FA FINTA DI NULLA
Per la commissione parlamentare Antimafia, di cui è presidente la meloniana Chiara Colosimo e vice Mauro D’Attis di Forza Italia, è un “impresentabile”. Ma vaglielo a dire allo squadrone berlusconiano che ieri – in prima fila Maria Elisabetta Alberti Casellati – si è presentato all’appuntamento elettorale organizzato a Lagonegro per tirargli la volata: tutti alla corte del vicepresidente del consiglio regionale lucano Francesco Piro finito nella lista nera stilata da Palazzo San Macuto in vista delle regionali in Basilicata, ma che importa: è una risorsa irrinunciabile, altro che codice di autoregolamentazione che sconsiglierebbe di candidarlo.Piro, che rischia il rinvio a giudizio per l’inchiesta della Dda di Potenza su politica e sanità del 2022 e invece già a processo per autoriciclaggio per un’altra vicenda, è comunque in corsa per portare a casa la solita carrettata di preferenze nella partita delle regionali del 21 aprile. Per lui ieri si son mobilitati il governatore Vito Bardi, ma anche Licia Ronzulli e Fulvio Martusciello. E ancora. Il presidente della commissione parlamentare sull’Autonomia, Francesco Silvestro e poi soprattutto lei: la già Queen Elisabeth del Senato oggi ministro delle agognate riforme Casellati nella sua veste di responsabile del partito in Basilicata, la regione che, dalla natìa Padova, le ha offerto un paracadute di lusso regalandole un altro giro di giostra. Anche grazie a Piro, capolista nel listino che le ha fatto da traino elettorale per le politiche nel 2022 nonché suo navigator personale in terra di Lucania. Un rapporto consolidato nel tempo con le visite di lui a Roma e di lei nel feudo di Lagonegro. Fatto sta che le disavventure, le intercettazioni imbarazzanti e il carcere non hanno impedito a Casellati&Ci di tenersi Piro come capogruppo, di più: vice in consiglio regionale e oggi candidato naturale per il bis nella prossima consiliatura a guida Bardi. Impresentabile per l’Antimafia con imbarazzo zero per gli alti ranghi del suo partito. Che randella il Pd, causa bubbone pugliese, sempre dagli spalti dell’Antimafia intestandosi la battaglia sulla legalità. Ma su Piro sta senza pensieri. E figurarsi lui. Dopo l’arresto del 2022 aveva presentato irrevocabili dimissioni salvo poi ritirarle, giusto il tempo che il Tribunale del riesame lo rimettesse a piede libero: il consiglio regionale a trazione Forza Italia non aveva fatto in tempo, diciamo così, a ratificare il passo indietro annunciato, consentendogli di tornare in sella, come nulla fosse.
L’inciampo della impresentabilità gli fa un baffo: “Per essere chiari con qualcuno che pensa di poter danneggiare la mia campagna elettorale a 10 giorni dal voto mi viene da sorridere… e sorrido: il mio certificato del casellario giudiziale è perfettamente pulito, sono candidato e soprattutto rieleggibile. L’impresentabilità sarebbe semplicemente una questione di opportunità politica, senza valore di legge, per una vicenda giudiziaria del 2015 (la ristrutturazione di un albergo che gli è valsa l’accusa di autoriciclaggio, ndr) di cui non ho mai avuto condanne, nemmeno di primo grado e mai ne avrò perché sono persona trasparente e leale, forse a volte solo troppo disponibile” ha minimizzato Piro indignandosi semmai per “la solita macchina del fango a orologeria”. Anche se a dire il vero qui la macchina del fango non la guida né l’opposizione e nemmeno la solita magistratura trinariciuta. Ma semmai è frutto dell’esito dei controlli che per legge, in occasione delle elezioni, compete alla commissione parlamentare Antimafia. Organismo dove Forza Italia è bifronte, anzi di bosco e di riviera: randella come se non ci fosse un domani sulla questione morale esplosa alle latitudini di Bari. Ma fischietta sull’impresentabile di Lagonegro.
(da agenzie)
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