BENTORNATO NICCOLO’
RIENTRO DA WUHAN CON VOLO MILITARE E BARELLA AD “ALTO BIOCONTENIMENTO”… IL 17NNE DI GRADO E’ ATTERRATO STAMANE A PRATICA DI MARE E TRASFERITO ALLO SPALLANZANI PER I PRIMI CONTROLLI
Il volo dell’Aeronautica Militare sul quale viaggia Niccolò, il 17enne di Grado bloccato a Wuhan per due volte a causa della febbre, è atterrato all’aeroporto di Pratica di Mare. A bordo del Boeing KC-767 dell’Aeronautica militare che ha riportato Niccolò in Italia ha viaggiato anche il vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri, assieme a medici ed infermieri.
Ad accogliere il giovane, oltre alla sua famiglia, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Niccolò è giovane e forte e non potevamo permettere che un ragazzo di 17enne rimanesse tutte queste settimane in Cina” ha detto Di Maio a Pratica di Mare. “Abbiamo mantenuto la promessa fatta ai genitori”. “Con oggi abbiamo completato il processo di evacuazione di tutti gli italiani”.
Niccolò “sta bene”, ha detto il viceministro Sileri in un punto stampa all’aeroporto militare di Pratica di Mare. Poi le prime comunicazioni dallo Spallanzani: il ragazzo ha solo “una febbricola e e non manifesta altra sintomatologia”, è “in buone condizioni, sereno e di buon umore”. “Ha chiesto del prosciutto e ha parlato al telefono con la madre, che si trova a Grado” ha aggiunto l’assessore alla Salute Alessio D’Amato.
Niccolò ha viaggiato in aereo protetto all’interno di una cosiddetta struttura di “alto biocontenimento” ed è stato subito sottoposto ad ulteriori controlli prima di lasciare in ambulanza l’aeroporto di Pratica di Mare. Trascorrerà il periodo di quarantena allo Spallanzani.
Per Niccolò è stato utilizzato lo stesso protocollo con il quale è stato rimpatriato dalla Sierra Leone un connazionale con una grave forma di tubercolosi polmonare resistente a ogni trattamento farmacologico.
Si tratta di una barella speciale protetta da un involucro di Pvc che permette l’osservazione e il trattamento del paziente in isolamento (gestito da un’equipe medica) con potenti filtri che impediscono il passaggio di particelle potenzialmente infette. L’isolamento, sempre da protocollo, proseguirà anche durante il suo imminente trasferimento in ospedale con una speciale autoambulanza.
L’Aeronautica Militare ha iniziato a sviluppare dal 2005 la capacità di evacuazione aeromedica, acquisendo sistemi isolatori ATI (Aircraft Transport Isolator). L’evacuazione in biocontenimento viene effettuata con dei sistemi Ati (Aircraft transport isolator) che medici e infermieri hanno imparato ad utilizzare presso l’Istituto di malattie infettive dello Us Army nel Maryland. La squadra a bordo dell’aereo è composta da un team leader (un ufficiale superiore medico), che ha il compito di coordinare la missione, almeno due ufficiali medici (un anestesista ed un infettivologo) e 6 sottufficiali (Supp. Sanità ) per l’assistenza al malato e per l’esecuzione delle procedure di trasporto. Sostanzialmente il sistema Ati è costituito da un telaio (rigido o semi rigido), da un involucro in PVC (cosiddetto envelope) che permette l’osservazione e il trattamento del paziente in isolamento, da un motore alimentato a batterie che consente di mantenere all’interno una pressione negativa e da filtri ad alta efficienza che impediscono, in entrata ed uscita, il passaggio di micro particelle potenzialmente infette. Il sistema, oltre che sul Boeing, può essere installato sia sui C130j e sui C27j, sia sugli elicotteri HH139 e HH101.
L’isolamento del paziente prosegue anche quando l’aereo atterra, grazie al sistema terrestre Sti (Stetcher transit isolator), che è indispensabile per trasferire il soggetto dall’aereo all’ambulanza con la quale verrà poi portato in ospedale.
(da agenzie)
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