BERLUSCONI È UNO SCANDALO PERSINO PER PLAY BOY: “ VA A PUTTANE INVECE CHE GOVERNARE”
NELL’EDIZIONE TEDESCA DELLA RIVISTA, BERLUSCONI VIENE DEFINITO “IL PIU’ PENOSO PREMIER DI TUTTI I TEMPI”… L’INCREDIBILE STORIA DI SESSO E BUGIE CHE AVVILISCE L’ITALIA E FA RIDERE LA GERMANIA
Nei media tedeschi Berlusconi è un protagonista assiduo: scandali, processi, disastri economici, gaffe internazionali, storiacce varie.
Una tv pubblica l’ha perfino utilizzato come spauracchio, per mostrare dove può andare a finire il sistema delle comunicazioni se gli utenti non pagano il canone.
Mancava soltanto l’edizione di Playboy made in Germany.
Che rimedia nel fascicolo in edicola questa settimana (molto atteso, perchè la playmate è un’attrice turca che rompe il tabù del nudo islamico), con ben quattro pagine di servizi dedicati al “Sultan der Poebene” e alla sua “infinita storia di corruzione”.
Sommario: “Come sua santità l’ipocrita Silvio Berlusconi divenne il più penoso premier di tutti i tempi, e come, nonostante tutto, vuole restarlo”.
Il lungo servizio, accompagnato da due sapide schedine sul bunga-bunga e sull’attitudine del Nostro di “andare a puttane invece di governare”, comincia dall’episodio delle foto strappate all’intimità di Villa Certosa da Antonello Zappadu e ripercorre tutte le tappe dell’incredibile storia di sesso e bugìe che ha avvilito l’Italia ma non ha mancato (purtroppo) di divertire molti in Germania. E non solo in Germania, of course.
Ricorda le accorate parole sul “marito malato” di Veronica Lario all’indomani del compleanno di Noemi, si sofferma sulle caratteristiche delle girls dell’Olgettina, spiega come e perchè Nicole Minetti è finita a rappresentare i contribuenti nel parlamento regionale della Lombardia e azzarda una stima delle sue misure toraciche (“a occhio e croce una D”), ricostruisce i gusti sessuali del settantaquattrenne anfitrione di Arcore.
Il contenuto, in qualche modo, era stato già anticipato dal titolo: “Poebene” è il modo con cui i tedeschi chiamano la Val Padana (letteralmente: pianura del Po); ma Po, nella lingua di Goethe, vuol dire anche, scherzosamente, sedere, chiappe, deretano, lato B. Culo.
Lo usano i bambini e gli adulti più disinibiti, ma ha una sua discreta valenza semantica nell’ambito della pornografia.
E quindi si adatta bene al personaggio.
E’ probabile che, più o meno consapevolmente, i redattori di Playboy abbiano giocato anche sul secondo significato.
Magari ispirati da un’icastico confronto che Ruby Rubacuori (le cui avventure sono molto seguite dalla stampa popolare in Germania) istituì tra se medesima e Noemi Letizia: “Lei è la Pupilla, io sono il Culo”.
Il Po, appunto.
Paolo Soldini
(da “Il Fatto Quotidiano)
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