BERLUSCONI HA IN MANO I SONDAGGI SU ROMA: BERTOLASO E’ MESSO MALE, MA ANCHE LA MELONI NON GODE DI OTTIMA SALUTE
DISASTRO CENTRODESTRA: MELONI 15%, MARCHINI 9%, BERTOLASO 8%… IRRAGGIUNGIBILI RAGGI 26% E GIACHETTI 24%… ENTRO 10 GIORNI ALLEANZA CON MARCHINI
La partita del centrodestra a Roma non è ancora chiusa.
L’uscita di Guido Bertolaso su un suo possibile passo indietro in favore di Marchini — “Se verrà appurata la mia impossibilità di arrivare al ballottaggio” — è il frutto dei ragionamenti politici che si stanno facendo in queste ore all’interno del partito azzurro.
I sondaggi arrivati questa settimana sul tavolo di Berlusconi sono impietosi per l’ex capo della protezione civile, che non va oltre l’8 per cento.
Più basso di Giorgia Meloni, al 15 e anche di Alfio Marchini, al 9 per cento.
Un disastro generale per il centrodestra, nessun candidato va oltre i partiti che lo sostengono.
Giachetti è dato al 24 per cento e Raggi al 26, praticamente già al ballottaggio.
Un altro rilevamento è stato commissionato per la prima settimana di aprile: se Bertolaso non dovesse recuperare, allora nel partito azzurro si valuterà il da farsi. Quello che non si capisce, però, è perchè Bertolaso lo abbia dichiarato pubblicamente, dando l’idea di un rompete le righe ancora prima della battaglia.
“Incomprensibile”, viene definita l’uscita del candidato azzurro nel resto del centrodestra. A meno che non si tratti della sua ennesima gaffe: Bertolaso si sarebbe fatto scappare quei ragionamenti che a Palazzo Grazioli e nel partito si fanno già da un paio di settimane.
Oppure potrebbe trattarsi di una mossa apposita per preparare il terreno a una sua uscita dal campo in maniera onorevole.
Venerdì, intanto, da Forza Italia si è cercato di blindare il candidato.
“Con Bertolaso si va avanti fino alla fine senza alcun dubbio”, dice Silvio Berlusconi. “Bertolaso è assolutamente determinato ad andare avanti, bisogna unire le forze intorno a lui”, gli fa eco Maurizio Gasparri.
“Io non ho detto che voglio convergere su Marchini. Non starò all’angolo e gioco per fare il sindaco, non il city manager”, sostiene invece il candidato forzista. Che poi sfida gli avversari: “Facile fare campagna elettorale essendo parlamentari. Dimettetevi”.
Gianluca Roselli
(da “il Fatto Quotidiano”)
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