BERLUSCONI NEL BUNKER: “RESTO, TENGO FAMIGLIA, SE LASCIO AGGREDIRANNO LE MIE AZIENDE”
INCOLLATO ALLA POLTRONA PER SALVARE I SUOI AFFARI: GABINETTO DI GUERRA CON MARINA E CONFALONIERI….RIAPRE IL MERCATO DEGLI ONOREVOLI
Una certezza incrollabile in queste ore di rabbia, stanchezza e solitudine a Roma, al ritorno dal G20 di Cannes: rimanere a Palazzo Chigi è l’unica assicurazione sulla vita e sulla “roba” del Cavaliere.
Il resto non conta. Anzi, il resto è “merda”, parafrasando il titolo del Foglio di ieri.
Il Fatto raccoglie lo sfogo del premier che ha avuto nella sua cerchia di fedelissimi. E che ieri lo ha portato a smentire le voci di dimissioni circolate sin dalla mattinata: “Non me ne vado per continuare la battaglia di civiltà che stiamo conducendo in questo difficile momento di crisi”.
La riunione di casa
La trattativa per recuperare i “Giuda” del Pdl è in atto ed è apertissima a qualsiasi risultato, ma non saranno nè Verdini nè Alfano, nè tantomeno Gianni Letta ad avere l’ultima parola.
Il vero gabinetto di guerra, Silvio Berlusconi lo riunirà all’inizio della prossima, decisiva settimana. Forse già lunedì, secondo le sue intenzioni.
A Palazzo Grazioli arriveranno i figli Marina e Pier Silvio e l’amico Fedele Confalonieri. La primogenita è presidente di Fininvest e Mondadori, nonchè consigliere di amministrazione di Mediobanca; Piersilvio è vice di Confalonieri a Mediaset.
La riunione è stata voluta dai figli per ribadire al padre in difficoltà la linea da seguire: non mollare.
Le tv e il ddl Gentiloni
“Devi restare”. Perchè le televisioni vanno male, sono piene di debiti e in crisi di ascolti, e un nuovo governo di transizione potrebbe riprendere in mano il vecchio ddl Gentiloni sulla riforma tv (dal nome del ministro del centrosinistra che lo fece nel 2006) per affossare la Gasparri.
Quel disegno di legge mai andato in porto conteneva norme che lo stesso B. definì “banditesche e criminali”, frutto di “una vendetta politica”.
La più temuta, sul mercato pubblicitario, la spiegò Gentiloni in un’intervista al Riformista dell’ottobre 2006: “La Gasparri assicura a Mediaset un notevole vantaggio competitivo. In realtà non c’è alcun intento punitivo per Mediaset. Sembra normale controllare il 65% del mercato pubblicitario? Non accade in nessun Paese occidentale. Il ddl prevede un tetto del 45 per cento”.
Ecco, uno dei motivi per cui B. è costretto a resistere.
La tutela del suo conflitto d’interessi, che lo costrinse alla “discesa in campo” nel 1994, in un momento di forte crisi per le sue aziende.
Ieri, non a caso, Marina Berlusconi ha fatto sentire la sua voce in questa fase drammatica per il papà : “Contro di te, l’Italia degli irresponsabili”.
L’affare Grande Fratello
Non solo la crisi. Il timore dei figli è che il crollo della diga politico-familiare-aziendale di Palazzo Chigi spalanchi praterie ai giudici “comunisti” per “distruggere tutto”.
La prova, secondo la famiglia Berlusconi, è l’assegno da 560 milioni di euro intestato all’odiato De Benedetti per il risarcimento del Lodo Mondadori.
Per B. padre e figli la sentenza d’appello dello scorso luglio è un’ossessione quotidiana. Nonchè un mantra per resistere.
Poi c’è, ovviamente, la paura sulle conseguenze di inchieste e processi penali una volta fuori da Palazzo Chigi (si va da Mills a Ruby).
Ma di crucci sulla “roba” ce n’è ancora un altro. I
l possibile affare del secolo : l’acquisto dell’Endemol, il gruppo olandese che produce il Grande Fratello.
L’affare vale un miliardo di euro e Mediaset è in corsa in coppia con il fondo italiano Clessidra. Adesso però ha fatto pervenire un’offerta il colosso americano Time Warner.
Ai suoi interlocutori, il premier ha manifestato la preoccupazione di perdere “il grande business”, concludendo la frase con un rimpianto.
In pratica, se non fosse per la protezione della “roba”, lui avrebbe già mollato la poltrona di premier per tornare a occuparsi delle aziende “in modo vincente” e battere, in questo caso, Time Warnes nella battaglia per Endemol.
Lo dice Angela
Nel suo sfogo privato, B. ha anche parlato delle sue sempre più difficili relazioni internazionali.
Obama, si è lamentato, non gli rivolge la parola e la prima pagina del Financial Times di ieri è stata un colpo durissimo. In particolare quella foto di lui e Tremonti che non si guardano.
Una figura pessima per chi ha rappresentato l’Italia a Cannes. Il clima di “isolamento” è totale in Europa e l’unica rimasta a dargli consigli è la tedesca Angela Merkel.
Sembra paradossale dopo l’incidente della “culona inchiavabile”, ma B. ha rivelato una telefonata ricevuta da lei prima del G20: “Silvio a Cannes ti consiglio di parlare al passato e non al futuro. Dici ‘abbiamo fatto’ e non ‘faremo questo’”.
“Lasciare a Letta? Assurdo”
Coi suoi, B. non poteva non toccare la strategia per uscire dal pantano che potrebbe portarlo alla caduta già la prossima settimana.
L’imperativo è uno solo: le elezioni anticipate nel 2012.
Ma come convincere il capo dello Stato che non le vuole? Ferrara, sul Foglio, gli ha suggerito di proporre a Napolitano la rielezione al Quirinale.
La strada è praticabile? L’obiettivo in questo caso è perdere nel 2012 e fare il capo dell’opposizione per continuare a proteggere famiglia e aziende.
Niente governo Letta, quindi.
Anche perchè “Gianni” non è per nulla amato nel partito. È sempre stato considerato un corpo estraneo prima da Forza Italia, poi dal Pdl. E poi non è un economista come Monti. Che può fare per gestire la crisi meglio di B.?
Un governo Letta determinerebbe una situazione “assurda”: il partito che “ho fondato e che rappresento” dovrebbe sostenere un esecutivo che metterà le mani in tasca agli italiani.
“Non è possibile”. Questo il quadro autentico del berlusconismo alla vigilia dei prossimi voti parlamentari.
La partita dipende dalla trattativa sui traditori da recuperare.
Nel frattempo il governatore Roberto Formigoni consuma lo strappo finale: “Senza numeri il premier deve lasciare. E sarebbe sbagliato andare al voto anticipato”.
L’esatto contrario di quello che pensa B.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply