BERLUSCONI PUO’ DIVENTARE PRESIDENTE?
GLI MANCANO 60 VOTI, MA CONSIDERANDO 40 FRANCHI TIRATORI NEL CENTRODESTRA, GLIENE SERVONO 100: DOVE LI TROVA?… RISCHIA DI FINIRE SOTTO I VOTI DELLA SUA COALIZIONE
È possibile che l’assemblea dei grandi elettori, composta da deputati, senatori e rappresentanti delle regioni, lo elegga davvero a successore di Sergio Mattarella?
È il conto che tutti cercano di fare nel mondo politico in questi giorni da quando si è capito che davvero Silvio Berlusconi vuole tirare dritto nella sua mission impossible verso il Quirinale: non è che alla fine ce la può fare?
Vediamo: l’elezione ai primi tre turni, a maggioranza qualificata, è fuori portata.
Dalla quarta votazione serve la maggioranza assoluta degli aventi diritto, che sono in tutto 1009.
Tra i parlamentari la Lega conta 64 senatori e 133 deputati; Forza Italia, 50 senatori e 79 deputati (di cui uno, la presidente del Senato Casellati, per prassi non vota); Fratelli d’Italia, 21 senatori e 37 deputati.
Totale delle tre forze di centrodestra 383. Che diventano 413 con i delegati delle regioni. Ad essi si dovrebbero aggiungere i 22 deputati e 9 senatori di Coraggio Italia, più il loro leader, Toti, delegato dalla regione di cui è presidente, la Liguria.
Totale 445. Che diventano 450 con i 5 deputati di Noi con l’Italia di Maurizio Lupi. Manca ancora almeno una sessantina di voti (anche ammettendo che tutti quelli fin qui assommati votino disciplinatamente, il che pare molto difficile).
Pensiamo a una quarantina di franchi tiratori almeno, il 10% fisiologico di cui si parla in questi casi: si arriverebbe a cento voti da pescare fuori dello schieramento. Escludendo – salvo sorprese politiche clamorose – l’adesione dei 44 renziani, o di altri partiti organizzati, i voti mancanti dovrebbero arrivare dal corpaccione del gruppo misto, oltre cento elettori, esclusi quelli già citati tra i ‘minori’ del centro destra.
Almeno cinquanta di essi sarebbero ‘per storia’ disponibili, altri sembrano molto più difficili da conquistare.
Certo, ove succedesse, negherebbero poi per tutta la vita di aver votato proprio lui: ma come insegna la triste storia dei 101 tuttora senza nome che tradirono Prodi nove anni fa, non c’è luogo al mondo dove i segreti vengano conservati meglio che nell’urna del voto per il Quirinale…
(da agenzie)
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