BERLUSCONI TEME DI CADERE NELLA TRAPPOLA BIPARTISAN
IL PREMIER HA PAURA CHE SIA IN ATTO UNA MANOVRA PER COSTRINGERLO A DIMETTERSI…MA E’ ANCHE CONVINTO CHE SIA L’ULTIMO SCOGLIO DA AFFRONTARE
Berlusconi finalmente si fa vivo con una nota, in ritardo di alcuni giorni, quando le nubi nerissime della speculazione sull’Italia si sono allontanate (per il momento) e la Borsa mette a segno un incredibile recupero.
Non ringrazia l’opposizione che consente l’approvazione a tempi di record della manovra economica, anche se alla fine il governo ha deciso di mettere comunque la fiducia.
Si limita a invocare «coesione» e a dire che c’è «l’impegno di tutte le forze politiche, al governo e all’opposizione, a difendere il Paese».
A ringraziare «per il senso dello Stato» è stato invece Tremonti durante un incontro con i capigruppo del centrosinistra al Senato.
Per il premier il loro tutto sommato è un atto dovuto di responsabilità , «il primo in questa legislatura».
Si spiega solo in questo modo il rifiuto del Cavaliere di fare un appello agli avversari mentre nei giorni scorsi infuriava la tempesta.
C’è addirittura chi, come Gianni Letta, avrebbe voluto la convocazione di Bersani, Casini e Di Pietro a Palazzo Chigi sullo stile di Obama con i Repubblicani.
Lui invece non crede alla loro buona fede («sono stati costretti da Napolitano») come si evince dal fatto che ancora ieri chiedevano la sua testa, le dimissioni in blocco del governo.
Non se ne parla, perchè questo esecutivo «ha l’Europa al suo fianco e possiamo contare su innegabili punti di forza. Il governo è stabile e forte, la maggioranza è coesa e determinata. Le nostre banche sono solide e al riparo dai colpi che grandi istituti bancari esteri hanno dovuto subire e sono state pronte a rispondere agli inviti ad accrescere ulteriormente la loro capitalizzazione. La nostra economia è vitale».
Questo è quello che il presidente del Consiglio afferma in una nota tanto attesa dopo che da più parti gli si chiedeva di battere un colpo.
E il colpo lo ha battuto a suo modo. A Palazzo Chigi spiegano non lo ha fatto prima perchè bisognava far passare il momento più cupo dell’attacco speculativo e solo quando si è capito che la manovra veniva approvata entro questa settimana allora il premier si è pronunciato.
Ma ci sono altre spiegazioni al suo ritorno sulla scena politica dopo la batosta della sentenza sul Lodo Mondadori.
E’ stato costretto per non sentirsi dire che il capo dello Stato sta di fatto svolgendo un ruolo di supplenza politica. Addirittura pure la Merkel, dall’estero, «prova a governarci» titolava ieri Libero.
Insomma Berlusconi non ne sentiva la necessità tutto preso come è dall’ira per la sentenza sul Lodo Mondadori.
Non usa infatti toni bipartisan ed è convinto di poter superare questo momentaccio, e portare a termine la legislatura.
Tanto da far dire a Casini che si aspettava «un gesto di sensibilità istituzionale da parte del premier, che invece è fermo nel suo delirio di autosufficienza».
Ma la storia potrebbe non finire qua: non è detto che i movimenti speculativi si siano definitivamente fermati.
Ora intanto la manovra verrà approvata mettendo la fiducia.
Sembrava che non ce ne fosse bisogno visto che l’opposizione aveva dato via libera (anche il Quirinale non gradisce che il governo metta la fiducia). «Lo facciamo solo per problemi tecnici, per fare prima», spiega il vicecapogruppo del Pdl al Senato Quagliariello.
Sarà pure così, ma è comunque un segno di nervosismo, un volersi assicurare un risultato che alla fine rafforza Berlusconi preoccupato per quello che succederà dopo.
Una volta superata lo scoglio di questi giorni, i problemi della maggioranza rimarranno tali e quali, a cominciare dal rapporto con il ministro dell’Economia.
Ieri a Montecitorio girava voce che dall’inchiesta su Milanese sono in arrivo altre carte compromettenti per Tremonti.
E che questo potrebbe spingere verso un governo di transizione.
Nella maggioranza c’è pure chi se lo augura nella convinzione di potere scaricare l’onere di affrontare la difficile situazione economica e finanziaria.
Sono solo elucubrazioni che danno il senso di affanno del centrodestra.
Amedeo La Mattina
(da “la Repubblica“)
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