BERSANI: “VANNACCI MI HA QUERELATO PER DIFFAMAZIONE DOPO CHE GLI HO DATO DEL COGLIONE? SONO GIORNI PIENI DI SODDISFAZIONI”
LA RICETTA DI PIER LUIGI BERSANI PER LA SINISTRA: “BISOGNA FREQUENTARE DI PIÙ I BAR” – “I MANGANELLI DI PISA SONO STATI UNA VERGOGNA COSMICA. MELONI STA ZITTA. SALVINI STA COI MANGANELLI. TAJANI DICE: I POLIZIOTTI SONO FIGLI DEL POPOLO. MA CARO TAJANI, GIÀ DEVI FARE LA PARTE DI BERLUSCONI, VUOI FARE ANCHE QUELLA DI PASOLINI?”… “LA MELONI? È ARROGANTE E INVENTA NEMICI”
La settimana scorsa, Pier Luigi Bersani ha trascorso qualche giorno in Sardegna, incontri e comizi di campagna elettorale. «Sono giorni pieni di soddisfazioni: ho anche ricevuto la notifica della querela del generale Vannacci», scherza. La prossima settimana, sarà in Abruzzo, dove si vota il 10 marzo. «I sardi hanno sperimentato cos’è la destra e hanno risposto. Ma c’è stato anche uno squillo di tromba al Paese: ora serve un cambio di passo».
Cosa intende?
«Man mano che si disvela questa destra, si vede che tipo di mucca nel corridoio è e sarà, perché questa destra non cambia. Pd, M5S, Alleanza verdi-sinistra e, se vuole, Calenda, devono capire che c’è un mondo più largo di loro che chiede di mettersi al servizio dell’alternativa. Non solo politica: ma sociale, civica, morale, democratica».
Un’alleanza strutturale?
«I partiti devono capire che loro sono gli affluenti, ma il fiume è l’alternativa. Questo mondo più largo non incrocia l’idea tolemaica dei partiti, vadano loro a Copernico. E non so se l’hanno capito».
Mentre tutti festeggiano, lei vede ancora un problema serio per il centrosinistra…
«Siamo a un passo dal poterlo superare. Ma guardi i dati: andiamo bene nelle città, spesso perdiamo ancora nella Sardegna profonda, come nell’Italia profonda. Continuo a dirlo, a modo mio: la sinistra deve frequentare di più i bar».
Schlein è più generosa di Conte?
«Sì, ma vede, la generosità, che è la materia prima della politica, è come le terre rare: ci sono, ma si fa fatica a tirarle fuori. Ed è contagiosa: se uno ce la mette, alla lunga anche gli altri sono costretti a metterla».
Conte ha definito il Pd «bellicista», nel suo partito non l’hanno presa bene.
«Nella posizione di Conte c’è un eccesso di distinguo, ma bisogna tenere conto che i Cinque stelle quando partecipano a un’alleanza hanno bisogno di caratterizzarsi su uno o due temi. Ci dica quali sono e vediamo come fare. Il Pd deve sapere che nelle frasi di Conte c’è del tatticismo, ma sono una forza politica recente, hanno bisogno di riconoscersi in una bandiera. Che spesso, anche se con i suoi limiti, come il reddito di cittadinanza, è evolutiva e progressista».
Todde all’indomani della vittoria ha detto: «La Sardegna ha risposto con le matite ai manganelli».
«Grande frase. Mi ha ricordato Michela Murgia, è una vittoria anche sua, lei ha rappresentato un pezzo del mondo che dobbiamo mettere insieme. I manganelli di Pisa sono stati una vergogna cosmica, ma incredibile è la posizione della destra».
A chi si riferisce?
«Meloni sta zitta. Salvini sta coi manganelli. Tajani dice: i poliziotti sono figli del popolo, non figli di radical chic. Ma caro Tajani, già devi fare la parte di Berlusconi, vuoi fare anche quella di Pasolini? Non è troppo sforzo per un fisico solo? La destra è questa roba qui, nella loro cultura arretrare non è contemplato. Guardi quello che hanno fatto con le norme sulla sicurezza sul lavoro».
È d’accordo con chi dice che Meloni è stata arrogante in questa partita
«Non c’è dubbio, ma non ci illudiamo: loro sono in grado di superare ogni divisione. Meloni arrogante… Ma sa, è quella cultura lì. Non riesce a considerare tutti gli italiani come figli suoi. La destra ha sempre bisogno di un avversario, e quando non c’è, lo inventa.
Meloni però riconoscendo la sconfitta sarda ha aggiunto che impareranno e miglioreranno.
«Ma sì, ogni tanto si rende conto di dover aggiustare la comunicazione. Ma sa che effetto mi fa quando dice così? Me la vedo come travestita da nonna in Cappuccetto rosso»
In Abruzzo riuscirete a fare il bis della Sardegna?
«Quando si può vincere, si deve vincere. Non sto a guardare i sondaggi, ma so che bisogna partire con questa psicologia. Ora tutti in Abruzzo, io andrò e sarò sul palco con Elly Schlein: nessuno stia a pettinare le bambole».
(da La Stampa)
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