BILANCIO DELLA LEGA 2015: BUCO DI QUASI TRE MILIONI
I TAGLI AL PERSONALE E SEDI NON SONO BASTATI
Nonostante i dipendenti del partito siano stati dimezzati (da 71 a 34), nonostante i costi di gestioni siano scesi da 16 a 11 milioni, nonostante le spese per la propaganda, pure quelle, siano state ridotte di metà (da 900mila a 400mila euro), la Lega Nord chiude il bilancio del 2015 con una perdita di 2,7 milioni di euro.
La cura lacrime e sangue imposta da Matteo Salvini è servita ma a metà : il bilancio del 2014 fece registrare un passivo di 8,4 milioni.
Resta il fatto che, finito il finanziamento pubblico, il futuro del Carroccio – ma in realtà dei partiti stessi – è legato soprattutto ai contributi dei militanti, dei singoli eletti e di qualche generoso imprenditore.
La Lega ha dalla sua un patrimonio netto ancora consistente, pari a 6,7 milioni di euro.
Di questi, 3,7 milioni di euro sono appartententi alle varie “nazioni”, cioè le ramificazioni regionali del movimento (Lega Lombarda, Liga Veneta e così via). “Sebbene la Lega abbia già attuato un forte contenimento dei costi, questi ultimi sono ancora superiori ai proventi”, è scritto nel bilancio approvato pochi giorni fa.
Il motivo è presto detto: dal 2010 al 2013 la media dei contributi di finanziamento pubblico ammontava a circa 14 milioni di euro annui, nel bilancio del 2015 erano scesi a 1,2, in questo 2016 saranno di 600mila euro e nel 2017 zero.
E così le “attività finanziarie diverse da immobilizzazioni” sono passate da 3,2 milioni di euro a 1,44 euro.
Le disponibilità liquide, cioè i soldi in banca, sono scesi da 5,1 milioni a 1,5 milioni.
Ma come storicamente avveniva nel Pci e nelle formazioni di sinistra, parlamentari e consiglieri regionali si tassano in favore del partito.
Il presidente del Veneto Luca Zaia ha versato 15mila euro nelle casse del partito; Salvini 36mila, così come il vicesegretario Giancarlo Giorgetti; stranamente nell’elenco delle “erogazioni liberali” non c’è il nome di Roberto Maroni, ex segretario e presidente della Lombardia.
Messi insieme tutti quanti, fanno 1,8 milioni di euro di contributi.
E poi c’è il 2 per mille: 138.941 dichiarazioni dei redditi hanno optato per il Carroccio.
Negli ultimi tre anni la ‘nuova’ Lega di Salvini si è dovuta restringere a livello strutturale.
Numerosi locali della storica sede di via Bellerio, per dire, sono stati ormai chiusi.
I fasti del passato, compresi gli investimenti spericolati e i diamanti dell’ex tesoriere Francesco Belsito, sono un lontano ricordo.
Anche se, si comincia a dire a denti stretti tra i corridoio del partito, forse l’idea di ripristinare un minimo di finanziamento pubblico non sarebbe poi così balzana.
Il problema è come spiegarlo agli elettori.
(da “La Repubblica”)
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