BOTTEGHE OSCURE COSTA TROPPO, LA LEGA LASCIA LA STORICA SEDE PCI
E SALVINI CHIEDE 5 MILIONI A PARLAMENTARI E DIRIGENTI
Le risorse sono poche, le ambizioni elevate. Così la Lega fa una doppia manovra per rimpinguare le proprie casse. Rinuncia al contratto di affitto della sede romana di via delle Botteghe oscure, firmato con enfasi solo tre anni fa, e impone una supertassa ai suoi parlamentari per finanziare la campagna elettorale.
La prima mossa è stata l’addio a Botteghe Oscure: il leader ha deciso di abbandonare i locali al numero 54 che ospitarono il Pci frequentata da Togliatti e Berlinguer, fino a D’Alema e Veltroni.
Lì, il segretario degli ex lumbard aveva voluto la nuova sede nazionale della “Lega per Salvini premier”: era l’estate del 2020, erano i tempi in cui l’allora Capitano nutriva il sogno della premiership, e preparava l’assalto alle Comunali di Roma dell’autunno successivo, poi finito male con la sconfitta del “tribuno” Michetti.
Salvini commentò con orgoglio e ironia l’affitto dell’ex feudo rosso del Bottegone: “I valori di una certa sinistra che fu, quella di Berlinguer, i valori del lavoro, degli artigiani, sono stati raccolti dalla Lega. Se il Pd chiude Botteghe oscure – disse – e la Lega riapre io sono contento, è un bel segnale”, disse nei giorni dell’ingresso nella sede il leader leghista.
L’ufficio stampa non conferma ma i motivi – secondo l’Adnkronos – sarebbero legati appunto ai costi, circa 6 mila euro al mese ma soprattutto all’agibilità del posto: mancanza di parcheggi, di servizi e limitazioni al traffico. Contratto, dunque, non rinnovato da luglio. La sede nel centro di Roma, in realtà, aveva ospitato pochi eventi di grido, fra cui un incontro fra Salvini e Marine Le Pen.
(da agenzie)
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