BRUNETTA FA IL GUERRIGLIERO AD ALZO ZERO: “VIA LA BINDI O SCATENO L’INFERNO”
MA MIGLIAIA DI PRECARI ALL’INFERNO CI MANDERANNO LUI
Una giornata di fibrillazioni per il governo e la maggioranza, all’indomani del rinvio a giudizio di Berlusconi nel processo di Napoli.
A fare la voce grossa – per conto del Pdl – è il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta. All’attacco su tutto: decreto pubblica amministrazione ed elezione di Rosy Bindi all’Antimafia.
Fino al punto di promettere la “guerriglia” in Parlamento.
Sullo sfondo, una nuova resa di conti nel Pdl: è stato fissato per domani, alle 17, l’ufficio di presidenza del partito. In mattinata, invece, un vertice del partito con Alfano sulla legge di stabilità .
Tutto parte dal decreto sulla pubblica amministrazione. Il caso si è aperto in conferenza dei capigruppo, quando Brunetta ha sostenuto la possibilità di non convertire il provvedimento.
L’ex ministro l’ha contestato apertamente, in particolare per la parte che riguarda la stabilizzazione dei precari. Brunetta – che su questo punto è entrato in aperto conflitto con la Cgil – ha sostenuto che “ci sono norme nel decreto che contrastano con la legge di stabilità “. E ha concluso: “Se un decreto non viene convertito, non è un problema. Non è la prima volta che accade”.
Gli altri partiti di maggioranza hanno sottolineato che il provvedimento interessa 10 mila persone. Insistenze che però si sono rivelate inutili. La posizione del Pdl entra in rotta di collisione anche con i tentativi di trovare un’intesa tra le altre forze politiche. Alla fine il consiglio dei ministri ha autorizzato la fiducia sul decreto pubblica amministrazione. Ma riservandosi di non utilizzarla.
Nel corso di una successiva riunione tra i gruppi parlamentari, infatti, il governo ha dato il via libera ad alcune modifiche in grado di scongiurare l’ostruzionismo da parte dei cinque stelle. Il capogruppo m5s Alessio Villarosa ha spiegato che se si troverà un accordo su 12 emendamenti presentati dai grillini (ne mancano 2 da accogliere), i deputati interromperanno l’ostruzionismo in aula.
Ma il problema, è evidente, è di natura politica. E l’offensiva di Brunetta va ben oltre il decreto sulla pubblica amministrazione.
Tanto che il capogruppo Pdl è tornato a minacciare: “Se Rosy Bindi non si dimetterà da presidente dell’Antimafia il Pdl è pronto alla ‘guerriglia’ in Parlamento”, ha detto. “Non parteciperemo alle attività dell’Antimafia”, ha detto ai cronisti.
E sugli altri provvedimenti?, gli è stato chiesto. “Gli strappi hanno dei costi…”, ha risposto.
Insomma, all’indomani del nuovo processo per Berlusconi – sulla compravendita dei parlamentari – il Pdl sembra agitato da nuovi venti di guerra, nonostante le rassicurazioni di Alfano.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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