BRUTTA FIGURA DEL GRILLINO FRACCARO: “PORCATA SUGLI AFFITTI D’ORO”, MA PALAZZO CHIGI LO GELA: “O MALAFEDE O NON CAPISCE QUELLE CHE LEGGE”
IL DECRETO PREVEDE CHE DAL 1 GENNAIO AL 30 GIUGNO SI POSSANO DISDIRE I CONTRATTI TROPPO ONEROSI, DANDO I CONSUETI SEI MESI DI PREAVVISO… LUI AVEVA CAPITO CHE L’ULTIMO GIORNO FOSSE IL 1 GENNAIO E IL GRUPPO GLI E’ ANDATO DIETRO
Si era riaparta e si è chiusa l’ennesima polemica sulla norma “affitti d’oro”, che permette alle amministrazioni pubbliche di recedere dai contratti di locazione passiva entro il 30 giugno.
“Una legge truffaldina“, aveva attaccato il Movimento 5 Stelle, cui ha risposto a stretto giro il governo, per bocca del sottosegretario Pierpaolo Baretta: “Non c’è nessun errore, qualcuno non capisce quello che legge”
“Abbiamo scoperto una nuova porcata sugli affitti d’oro: il milleproroghe non dà il tempo materiale per poter esercitare il recesso dai contratti”, aveva incautamente scritto in una nota il gruppo M5s della Camera facendo riferimento ad un post del portavoce Riccardo Fraccaro.
“È una legge truffaldina che ha l’effetto di neutralizzare la norma anticasta del M5S. L’articolo 2 del provvedimento prevede che si possa rinunciare alle locazioni degli immobili entro il 30 giugno 2014 ma con un preavviso di 180 giorni. Il recesso, quindi, dev’essere chiesto entro 6 mesi, ma bisogna dare un preavviso di 6 mesi per poterlo esercitare: i due termini coincidono, facendo così saltare i tempi tecnici per il recesso”.
Ai microfoni di SkyTg24, il sottosegretario all’Economia è stato costretto a precisare quello che era evidente a tutti gli altri gruppi e a chi sa leggere: che quei 180 giorni indicano l’arco di tempo minimo che deve passare tra la richiesta di recesso e la scadenza del contratto. Una richiesta che è possibile avanzare nella finestra compresa tra l’approvazione del decreto e il 30 giugno 2014.
”Il decreto — conferma poi Palazzo Chigi con un tweet — prevede 6 mesi da 1 gennaio 2014 per disdire. Da quel giorno scattano 6 mesi entro cui rilasciare immobile”.
E poi il colpo finale: “Chi definisce truffaldina la norma contenuta nel decreto del 27/12, ammesso che sia in buona fede, non capisce quel che legge”.
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