CALDEROLI SPARA FUMOGENI, MA NON DICE CHE I CALCIATORI PAGANO IL 43% DI IRPEF E I DEPUTATI SOLO IL 20,07%
USA ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA PER DISTOGLIERE L’ATTENZIONE DALLA MANOVRA…GLI INGAGGI DI CALCIO DI SERIE A GARANTISCONO ALLO STATO 500 MILIONI DI EURO DI TASSE: LE SOCIETA’ PAGANO DI TASSE PIU’ DEL DOPPIO DI QUANTO VERSANO I POLITICI…CALDEROLI DIA L’ESEMPIO: SI DIMETTA E CHIUDA QUELLA VERGOGNA DI MINISTERO AL NULLA
E’ già accaduto più volte che il “ministro al nulla” prendesse le sembianze di “ministro al diversivo” e sparasse fumogeni come arma di distrazione di massa.
Ripercorrendo il suo curriculum ricordiamo tre date.
Il 19 agosto 2009, mentre gli eritrei di un barcone alla deriva accusano le autorità italiane di aver lasciato morire diversi compagni di sventura, ecco Calderoli che innesca la polemica sulla riapertura delle case chiuse e i giornali abboccano, dedicando paginate alle sue elucubrazioni mentali.
Il 24 marzo 2010 mentre i dati sulla situazione economica italiana preannunciano una crisi gravissima, ecco il ministro leghista che brucia le leggi inutili quanto lui.
Poche settimane fa esplode lo scandalo degli appalti del G8 ed eccolo proporre il taglio del 10% di stipendi a ministri e parlamentari (fino ad ora solo due “ministri non parlamentari” si vedranno ridurre di un niente lo stipendio, a partire dal 1 gennaio 2011).
E veniamo a due giorni fa: il governo annaspa sulle intercettazioni e sulla manovra e Calderoli si inventa una polemica sulla nazionale di calcio, sparando contro ingaggi e premi dei calciatori e tirandosi addosso una grandinata di critiche, senza ottenere la solidarietà di nessuno.
Anche se gli stipendi dei calciatori sono ovviamente eccessivi, va ricordato che le società calcistiche sono regolate dal diritto privato: mettere il calmiere agli ingaggi avrebbe il sapore di vecchia Urss.
Anche la Federazione Gioco Calcio è un soggetto di diritto privato e riceve i contributi dalla Fifa per partecipare ai Mondiali: 8 milioni per il primo turno e 30 in caso di vittoria.
I premi li paga con quei soldi, non incidono sulle finanze statali.
Ma il ministro al nulla dimentica che il mondo del calcio è uno dei più grossi clienti del ministro Tremonti, sia direttamente che per l’indotto, a cominciare dalle scommesse che alimentano il Coni.
Se ci fosse un tetto per gli stipendi, il fisco non incasserebbe, ad es., 7,5 milioni di tasse da Ronaldinho, 5,5 da Buffon, 5,5 da Totti, 4,5 da Del Piero, 5 da Pirlo o 4 da Gattuso.
Il monte ingaggi lordo annuo della serie A è di 1 miliardo di euro e ben 500 milioni finiscono all’erario tra Irpef e contributi.
Ma c’è dell’altro che meriterebbe l’attenzione di Calderoli: l’aliquota Irpef versata dai calciatori ammonta al 43%, quella dei deputati al 20,07%, quella dei senatori al 20,13%.
La Casta spara fumogeni e spaccia luoghi comuni, ma si protegge bene, pagando meno della metà in tasse di chi vorrebbe colpire.
Che il “ministro al nulla” abbia sbagliato obiettivo per l’ennesima volta lo dimostra il fatto che in Sudafrica la missione italiana ha pure risparmiato: all’albergo “Leriba Lodge” di Centurion, dove avrà il suo quartier generale la truppa azzurra, una camera si pagherà sui 200 euro (albergo a 4 stelle), mentre francesi e inglesi saranno in alberghi a 600 euro a notte, la Spagna a 350 euro, la Germania a 300 euro, il Brasile a 250 e l’Argentina a 220. Quanto ai premi in caso di vittoria, i più alti sono rappresentati dai 600.000 euro a testa promessi a Usa, Cile e Spagna, poi i 450.000 euro agli inglesi, i 340.000 euro ai francesi, i 300.000 mila euro ai brasiliani.
Intorno ai 200.000 euro a testa invece per gli azzurri.
Comunque una cosa per ridurre i costi Calderoli può sempre farlo: dimettersi dal “ministero al nulla” creato apposta per assicurare uno stipendio a lui e ai suoi portaborse.
Così aiuterà realmente a semplificare i costi della padagna del magna magna.
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