CASO M5S GENOVA, ENTRO META’ APRILE IL TRIBUNALE POTREBBE RIBALTARE TUTTO E RIPORTARE LA CASSIMATIS IN CORSA
QUELLO CHE MOLTI NON SANNO E’ CHE SONO STATI REGISTRATI DUE MOVIMENTI, UNO CON V MAIUSCOLA E UNO CON LA V MINUSCOLA CHE HA LA PROPRIETA’ DEL SIMBOLO (E CHE E’ IN MANO A GRILLO, A SUO NIPOTE E AL SUO COMMERCIALISTA)
Nella vicenda genovese che vede contrapposta Marika Cassimatis alla nomenklatura grillina, con relativa querela a grillo e Di Battista, il vero spauracchio che grava sul M5S è un altro. Cassimatis, assistita dall’avvocato Lorenzo Borrè, ha presentato in parallelo un ricorso civile e una richiesta di sospensiva della nomina dell’avversario secondo classificato, Luca Pirondini.
Un provvedimento d’urgenza: il legale chiede che l’udienza venga fissata entro 50 giorni prima delle elezioni a sindaco del capoluogo ligure, quindi in un periodo che ricadrebbe poco dopo la metà di aprile.
La posta in gioco è altissima: il tribunale potrebbe infatti ribaltare tutto e riportare in corsa Cassimatis. E il rivolgimento a quel punto innescherebbe un cortocircuito burocratico e politico: chi correrà , nel caso, con il simbolo del Movimento 5 Stelle?
Il divorzio si consuma a metà marzo.
Le “comunarie” per scegliere il candidato grillino si tengono con un nuovo meccanismo, pensato per eliminare le correnti e le voci più critiche. A sorpresa, però, vince l’outsider movimentista Cassimatis, che batte per 362 voti a 338 il più ortodosso Luca Pirondini, vicino ad Alice Salvatore, capogruppo in consiglio regionale del Movimento e custode ligure della linea dettata da Beppe Grillo e Luigi Di Maio. Passano pochi giorni ed è proprio il comico, il 17 marzo, ad annullare tutto.
Cassimatis viene scomunicata perchè sarebbe troppo vicina ai dissidenti locali (in Comune se n’erano già andati quattro consiglieri, guidati da Paolo Putti).
Lei e il suo team, agli occhi di Grillo, sono «personaggi che hanno ripetutamente e continuativamente danneggiato l’immagine del MoVimento 5 Stelle». Rincara la dose Di Battista, con interviste ai giornali: «Ci sono persone non in linea con la nostra lotta»; meglio cacciarle subito «piuttosto che correre il rischio di ritrovarseli in un altro gruppo». Pirondini viene ripescato e la decisione viene ratificata bypassando la volontà della comunità genovese di attivisti, con una seconda votazione aperta a tutti i militanti italiani. «Stiamo conducendo una battaglia di legalità e trasparenza – replica Cassimatis, che si definisce come Davide contro Golia – nessuno ha ancora giustificato con documenti le accuse nei miei confronti».
Le frasi di condanna dei leader sono finite nella querela penale.
Nel ricorso civile, invece, il difensore di Marika Cassimatis indica una serie di violazioni delle stesse regole interne del partito fondato da Grillo, tra cui il mancato rispetto della consultazione e il processo alle intenzioni, per cui non vengono mai fornite le prove: è proprio questo uno degli aspetti più evidenziati nel ricorso.
È così che si arriverà alla più che probabile udienza in tribunale e a uno scenario assai temuto dall’intellighenzia grillina.
Se il giudice la rimettesse in corsa, Marika Cassimatis ritornerebbe sulla carta a essere il candidato «legittimo» del “MoVimento 5 stelle”, la formazione politica che raggruppa milioni di attivisti.
Ciò che non tutti sanno è che esiste un “Movimento 5 stelle” con la v minuscola, con sede a Genova in via Ceccardi, fondato da un direttorio composto da Beppe Grillo, dal nipote avvocato Enrico e dal commercialista Enrico Maria Nadasi.
È questa seconda entità giuridica distinta ad avere la proprietà del simbolo del Movimento, che potrebbe in teoria essere comunque rifiutato alla candidata sgradita.
Di qui il possibile cortocircuito, burocratico e politico.
Il mal di testa è appena all’inizio per chi non si orienta più tra codici, (non) statuti, simboli, società e duplicazione dei portabandiera.
(da “la Repubblica”)
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