CATANZARO, CORI E FISCHI CONTRO SALVINI PER TUTTO IL COMIZIO: “BUFFONE, VATTENE, IL SUD NON DIMENTICA”
INVECE DEL BAGNO DI FOLLA HA TROVATO TRECENTO CONTESTATORI, STRISCIONI ALLE FINESTRE E HA CHIUSO IN FRETTA IL COMIZIO
Fischi, cori, slogan contro il ministro dell’Interno, in una città tappezzata di cartelloni e striscioni che lo invitano ad andare via. Arrivato a Catanzaro da capo politico della Lega per un comizio elettorale in vista delle prossime europee, Salvini non è stato accolto solo da militanti e simpatizzanti del Carroccio, ma anche da una protesta per nulla simbolica. E che ha infastidito non poco il ministro dell’Interno che sperava nel consueto bagno di folla.
Nonostante i tentativi di arginare la protesta lontano dal palco dominato dal gigantesco cartello “Prima gli italiani”, i manifestanti sono riusciti comunque a raggiungere piazza prefettura. E con cori, slogan e fischi hanno visibilmente disturbato il ministro, che non ha per nulla gradito l’accoglienza che gli è stata riservata.
“Sento delle zanzare, delle mosche” ha detto dal palco. E poi “anche per questo al governo ci stiamo occupando di educazione e regole. No a 50 sfigati dei centri sociali”. In realtà , i manifestanti erano molti più di 50. E oltre a militanti dei centri sociali, in piazza c’erano anche centinaia di studenti e persone comuni, più una folta rappresentanza di vigli del fuoco, arrabbiati “perchè questo qua non si deve permettere di utilizzare la nostra divisa per i suoi spot”.
Una protesta organizzata da Usb, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Anpi, cui si sono spontaneamente aggregati cittadini e gente comune, che per tutta la durata del comizio non hanno dato tregua al ministro.
Lui, inizialmente ha tentato di far finta di niente, ma proteste e cori hanno coperto spesso il suo breve intervento, e la cosa – è palese – non gli è andata giù.
“Mi hanno insegnato che quando non sei d’accordo, tu ascolti e parli dopo o ti togli dalle palle” ha urlato arrabbiato alla folla che lo irrideva.
Ma la folla non ha dato peso alcuno alle sue parole e ha continuato a contestare. E lui non ce l’ha fatta ad ignorarli “a qualcuno – ha gridato inviperito – non farebbe male qualche mese di servizio militare”.
Ma i manifestanti hanno solo iniziato ad urlare ancora più forte e a scandire “Porti aperti”. E Salvini, ancora una volta, infastidito ha risposto: “Chi sceglie la Lega in Calabria fa una scelta precisa cioè che in Calabria vengono prima gli italiani”
Ma la piazza è tornata a coprire con cori e urla le sue parole. “Buffone, torna a casa tua” e “Il Sud non dimentica” gli slogan più gridati.
La più pesante bordata di fischi è arrivata invece quando Salvini ha indossato una sciarpa del Catanzaro calcio.
Visibilmente infastidito, il ministro sbotta “qui cari compagni dei miei stivali non ci sono fascisti ma italiani orgogliosi di essere italiani”. Ma le sue parole sono state coperte da nuovi slogan e urla.
E lui, seccato, ha perso staffe e aplomb ed è andato decisamente per le spicce, chiudendo ben prima del previsto il proprio intervento.
“E voi andate a fare il volontariato prima di rompere le palle qua. Hasta la victoria siempre e un bel barcone per il Venezuela per tutti, via, sciò” sbotta.
Poi si concede per i selfie di prammatica e dà istruzioni per fare la fila . “Per le foto si entra da là , senza spingere, piano piano e facciamo tutto per tutti” dice ai suoi fan che si assiepano sotto il palco. Ma forse con la paura di qualche contestazione o beffa ulteriore, dopo quelle incassate negli ultimi giorni, c’è.
(da agenzie)
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