C’È DA DOMANDARSI COME POSSANO SENTIRSI A CASA LORO, I SEDICENTI “MODERATI”, NELLA COALIZIONE GESTITA COME UNA CASERMA DALLA “DONNA SOLA AL COMANDO”
IL 14 OTTOBRE 2022, BERLUSCONI AGITÒ IN AULA AL SENATO UN FAMOSO PEZZO DI CARTA, DOVE DI SUO PUGNO AVEVA SCRITTO: “GIORGIA NON È DISPONIBILE AI CAMBIAMENTI, È UNA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D’ACCORDO: SUPPONENTE, PREPOTENTE, ARROGANTE, OFFENSIVA”. SE QUEL FOGLIETTO ESISTE ANCORA, È IL MOMENTO CHE MARINA E PIER SILVIO LO RITIRINO FUORI DAI CASSETTI DI VILLA SAN MARTINO
Cos’altro è diventata, questa rovente estate meloniana, salviniana e vannacciana, se non una continua esalazione di fumi tossici generati da un’ideologia oscurantista e cattivista, cieca e sorda di fronte alla realtà? Le crociate da atei devoti contro il Dioniso delle Olimpiadi francesi. Le squallide proteste anti-gender sul cromosoma di Imane Khelif.
L’esaltazione della pugile-patriota Angela Carini, promossa testimonial a sua insaputa del Ponte sullo Stretto. La ripugnante discussione sui «tratti somatici» di Paola Egonu, lodata come «esempio di integrazione» in un penoso tweet di Bruno Vespa e “violata” per l’ennesima volta da qualche autoctono imbecille in un bel murale della street artist Laika.
Se ne fregano dello ius soli, dello ius scholae, dello ius culturae. Oggi come negli Anni Venti e Trenta dell’Europa Nera, il loro credo è ancora Blut und Boden: sangue e suolo.
Tutto il resto è meticciato. Dunque, fuori dalla “Nazione” e dalla cittadinanza, fuori dalla sacra triade Dio-Patria-Famiglia e dai diritti fondamentali.
Ma sappiamo anche un’altra cosa: dal decreto-carceri alle norme sull’integrazione, dai diritti civili all’Autonomia Differenziata, dalla collocazione in Europa alle elezioni in America, si è aperta una faglia, che vede Forza Italia su posizioni sempre più distinte e distanti da quelle di Meloni e di Salvini.
È probabile che questa parziale autonomizzazione politica di Antonio Tajani sia scattata grazie alla vecchia cinghia di trasmissione tra la famiglia Berlusconi e il partito-azienda, che i figli hanno rimesso in moto due mesi fa, «nel nome del padre» e del suo «amore per la libertà».
Ma se l’ispirazione è sincera, allora c’è da chiedersi come possano convivere l’idea di centro-destra custodita dagli eredi del Cavaliere e la dottrina della destra-destra propalata dai nipotini di Almirante. C’è da domandarsi come possano sentirsi a casa loro, i sedicenti “moderati”, nella coalizione gestita come una caserma dalla “donna sola al comando”.
Il 14 ottobre 2022, dopo un sacrosanto “vaffa” all’indirizzo del traditore Ignazio La Russa, l’Unto del Signore agitò in aula al Senato un famoso pezzo di carta, dove di suo pugno aveva scritto: “Giorgia non è disponibile ai cambiamenti, è una con cui non si può andare d’accordo: supponente, prepotente, arrogante, offensiva”. Aveva aggiunto anche “ridicola”, poi l’aveva cancellato. Se quel foglietto esiste ancora, è il momento che Marina e Pier Silvio lo ritirino fuori dai cassetti di Villa San Martino.
(da La Repubblica)
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