C’ERAVAMO TANTO AMATI: LA SANTANCHE’ DIVORZIA DA STORACE
LA DANIELA HA RITROVATO LA STRADA ORIZZONTALE DI CASA E SPERA NON LE ABBIANO CAMBIATO LA SERRATURA… FRANCESCO ATTENDE I SALDI DI FINE STAGIONE MA NON TROVA UNA LINEA POLITICA
Sarà anche che in Italia c’è crisi degli alloggi, ma nella destra politica italiana di esponenti che cambiano di continuo casa ( e non certo popolare) ne possiamo annoverare parecchi.
Considerando le difficoltà nel trovarne una adeguata alle proprie esigenze ed aspirazioni ( non parliamo della canna fumaria), la macchinosità che comporta pur sempre un trasloco con relativi stracci che volano, i tempi di ambientamento nel nuovo sito e il riordino di almeno bagno e cucina, ci si aspetterebbe che lascino trascorrere almeno cinque anni prima di metabolizzare l’esperienza e ripartire a guardare gli annunci su nuovi immobili in vendita.
Invece in questo caso è bastato non ritornare in Parlamento e tanti sono entrati in “crisi di astinenza” dalla poltrona.
Parliamo dell’esperienza de “la Destra”, nata un anno fa su imput di Berlusconi che aveva indotto Storace a uscire da An, nel momento in cui erano tesi i rapporti tra Silvio e Gianfranco. Un’operazione che avrebbe indebolito Fini e creato una Destra “fiduciaria” del Premier, ponendo fine alla politica ondivaga del presidente di An.
Storace allora va avanti nel suo progetto, qualcuno gli arruola anche la Santanchè di supporto mediatico, ma Fini ritorna come il figliol prodigo sui suoi passi e l’operazione salta.
A Storace e alla Daniela viene garantita la rielezione e un minimo numero di parlamentari, avrebbero volentieri accettato, diciamo la verità , se non fosse insorta quella base eterogenea che nel frattempo si era aggregata al nuovo partito.
Una base di ex missini, tanti, in buona fede, che vedevano la possibilità di aprire una fase nuova per la Destra italiana, liberandosi da anni di mortificazione politica in An.
Altri più interessati a qualche poltrona futura.
A questo punto Francesco e la Daniela sono costretti dalla base a non accettare l’elemosina di Silvio ( ma il mandante è Fini) e si buttano in una campagna elettorale che in fondo li premia con un 2,4% che non è affatto poco. Sarebbe un’ottima base iniziale se si volesse fare un discorso serio di “destra critica”, un’opposizione leale e obiettiva di quanto il governo di Centrodestra promette a parole e poi nei fatti non fa.
Una destra sociale e popolare che sappia incalzare, da destra moderna, un Governo ricattato dagli egoismi leghisti e spesso inconcludente sui temi della crisi economica e delle garanzie sociali.
Il partito di Storace qua invece si perde per strada, proprio per la mancanza di una linea politica chiara, spesso personalizzando troppo i conflitti ( vedi polemica eterna con Alemanno), altre volte attardandosi su posizioni nostalgiche fini a se stesse, tipiche di chi è di estrazione almirantiana, altre volte facendo capire che nel PdL si entrerebbe volentieri a seconda delle garanzie personali che si ricevono.
Si fa in fondo il gioco di Fini: invece che incalzarlo sui contenuti e sui fatti, sui comportamenti e sui programmi, ci si fa ghettizzare in un ruolo che fa comodo agli avversari, quello dei “nostalgici” che “non hanno capito i tempi”…
Ci vorrebbe poco, se si avessero le idee chiare, per “smarcarsi” da questa trappola, basterebbe ritornare a fare politica vera sul territorio e avere pazienza un paio di anni… I sondaggi di oggi faranno presto a diventare diversi tra 12 mesi e una forza del 2,4% che sapesse scegliere gli uomini giusti sul territorio in tante città diventerebbe determinante nei rapporti tra centrodestra e centrosinistra.
Era il momento di un lavoro sottotraccia, di avere un colpo d’ali sovrapponendosi ai temi del centrodestra in modo soft, di far capire chi ha davvero le “idee chiare”, costringendo gli altri sulla difensiva.
Una strada che la Destra non ha avuto la capacità di tracciare, per la perenne crisi di astinenza da poltrone che ha colpito come un virus il suo vertice.
La Santanchè, dopo le elezioni, poco ci mancava che andasse scalza a Canossa per riallacciare un rapporto con i portatori delle palle di velluto… Sarà ora premiata con posto al Parlamento europeo, dimenticando in pochi mesi tutto quello che aveva detto in campagna elettorale sul PdL.
In pratica ritorna orizzontale, in verticale non ci si poteva sedere e si stava scomodi, prendiamone atto.
Storace accetta un incarico al Comune di Roma e tiene in piedi una baracca cavalcando ora l’estremismo, ora la conciliazione, ora la base che scalcia, ora i dirigenti che fremono.
Cerca di vivere di rendita ( grazie all’assist del neo-antifascista Fini) e spera di monetizzare a breve, per poi ritornare a trattare alla trasmissione di Arcore “Ok il prezzo è giusto” ed ottenere una dignitosa collocazione in seconda fila.
La classe dirigente periferica attende, la Santanchè in realtà rappresenta solo se stessa ( e tutela solo sè stessa), se un posticino si riuscirà a ottenere meglio trattarlo da soli o sfruttando una piccola percentuale nazionale.
Ovviamente ci sono in mezzo i tanti militanti in buona fede e gli 800mila elettori che ci hanno creduto… ma a questi non pensa mai nessuno.
Chi crede in una destra sociale, popolare e nazionale che in Italia potrebbe raccogliere larghi consensi è perennemente orfana… Il dramma è poi che negli orfanotrofi la sera accendono la Tv e devono sentire pure esternare Bocchino… mala tempora currunt.
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