“CHI GOVERNA PERDE, SALVINI E DI MAIO SI PREPARINO AD ASSAGGIARE QUESTA MINESTRA”
CACCIARI: “PER VINCERE DEVI PROMETTERE IN MODO SMODATO, POI LA PAGHI”
“Governo M5s-Lega? Chi va al governo poi perde. E questa minestra dovranno assaggiarla anche Salvini e Di Maio. C’è poco da fare”.
Sono le parole del filosofo Massimo Cacciari, ospite di Otto e Mezzo, su La7.
L’ex sindaco di Venezia spiega: “Salvini e Di Maio si troveranno esattamente nella stessa situazione che da anni riguarda tutti i governi. Chi governa perde, perchè per vincere devi promettere e a volte in modo smodato, come è successo a Di Maio e a Salvini in questa campagna elettorale. E poi devi essere così abile da indicare che seguirai quel percorso concretamente, perchè poi succede come per Renzi. Anche lui” — continua — “aveva fatto grandi promesse, dalla rivoluzione mondiale alla riforma costituzionale, e si era dichiarato ‘il nuovo che avanza’. Dopodichè quel poco che ha fatto è apparso niente. Se Renzi si fosse mosso con più criterio e con maggiori capacità comunicative nella sua ‘modestia’, nel senso etimologico del termine, gli sarebbe andata meglio”.
Il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, commenta: “Il M5s è un partito che ha detto: ‘Dateci Roma e la rivolteremo come un guanto’. E dopo due anni in centro bruciano i bus, come non è mai avvenuto nei tempi peggiori di Marino e di Alemanno. I 5 Stelle sono degli incapaci. Non si sono mai viste cose del genere nelle nostre città , se non sotto il governo del M5S. Io tremo all’idea che il M5S abbia un ruolo preponderante all’interno del governo”.
“Non è che Roma con gli Alemanno e i Marino stesse molto meglio di ora con la Raggi” — replica Cacciari — “Il problema è che se prometti di fare il nuovo Impero Romano, poi puoi crollare dal ventesimo piano. Il punto è che ormai per vincere hai bisogno di fare sempre più il demagogo, il che poi diventa un boomerang. E questo avviene in tutte le attuali democrazie, non è un problema solo italiano. E’ una crisi di sistema, una crisi della democrazia rappresentativa. Se non affrontiamo questo tema, non ne usciremo mai”
(da “il Fatto Quotidiano”)
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