CL SI TIENE STRETTO LETTA E AFFONDA BERLUSCONI
COMUNIONE E LIBERAZIONE, AL VIA LA KERMESSE DELLE LARGHE INTESE… OGGI A RIMINI VIDEOINTERVISTA DI NAPOLITANO, POI DIBATTITO COL PREMIER
Il governo Letta è un golem costruito dalle alchimie del Quirinale, ma se proprio si vuole cercare un blocco sociale di riferimento, qualcuno che si senta rappresentato dalle “larghe intese”, bisogna andare al meeting di Comunione e liberazione, che si apre oggi a Rimini.
Nella chiesa (molto laica) della politica estiva, l’inaugurazione è affidata alla benedizione di Giorgio Napolitano, con una videointervista, e poi a un dibattito proprio con Enrico Letta.
Che ieri ha dato una lunga intervista al quotidiano ciellino ilsussidiario.net   densa di ottimismo, di Europa e di annunci: “Dobbiamo, prima di tutto, avere maggiore fiducia in noi stessi, uscire da quella cappa di sottovalutazione, autolesionismo, benaltrismo che troppo spesso ci toglie ossigeno”.
Nessun accenno alla prospettiva di una crisi, causa condanna di Silvio Berlusconi.
“Mi piacciono Enrico Letta e Bersani, perchè hanno un programma. Io non voglio i girotondini, i no global, non voglio i vetero sindacalisti marxisti”.
Parole di Giorgio Vittadini nel 2003, professore di Statistica a Milano, fondatore della Compagnia delle opere (la Confindustria di Cl), oggi presidente della Fondazione per la sussidiarietà , una delle istituzioni di Cl.
Dieci anni dopo Vittadini del governo Letta dice: “Personalmente sono per la sua continuazione a oltranza. Siamo come in guerra e abbiamo bisogno di una continuità di governo”.
E per questo a Silvio Berlusconi, nonostante la condanna, deve essere “garantita l’agibilità politica”.
Il Cavaliere è considerato un vecchio amico che “ha fatto qualcosa” ma anche “molti errori”, come dice la presidente della Fondazione meeting, Emilia Guarnieri.
Oggi la priorità va al governo e alle larghe intese che per Cl sono un fine, non soltanto un mezzo per raggiungere i propri obiettivi terreni (più soldi dallo Stato sul territorio in Lombardia, maggiore autonomia su come spenderli per scuole e sanità privata).
“In Cl c’è sempre stato un tasso di governismo, meglio un minimo di stabilità ”, ammette perfino il bellicoso Luigi Amicone, direttore del settimanale ciellino Tempi.
Il movimento cattolico conservatore fondato da don Luigi Giussani nel 1954, non ha un piano alternativo alla grande concordia nazionale: ha perso tutti i suoi riferimenti, ogni leader di impronta ciellina che poteva aspirare all’egemonia è caduto .
Roberto Formigoni è stato travolto dalle inchieste giudiziarie e già nel maggio 2012 il capo del movimento, don Julian Carròn, ha preso le distanze dal sistema di potere lombardo dell’ex governatore.
Angelino Alfano, coltivato da anni come una promessa, non ha più prospettive.
Il cardinale Angelo Scola non è riuscito a diventare Papa, forse anche proprio per i suoi legami con il mondo ciellino, da cui aveva cercato di scollarsi.
E Francesco non è molto in sintonia con Cl: il messaggio di saluto arrivato ieri è sera è firmato dal cardinal Tarcisio Bertone, politicamente parlando un uomo morto che cammina.
In questo anno terribile Comunione e Liberazione ha visto la cacciata dal clero di monsignor Mauro Inzoli, il fondatore del Banco alimentare che si batte contro lo spreco di cibo, molti manager legati a Formigoni finire in carcere, con il settimanale Tempi che ha ospitato la rubrica di Antonio Simone (ora rilasciato), lettere da San Vittore.
Il manager più potente in orbita ciellina, Giuseppe Orsi che da presidente di Finmeccanica ha tanto sponsorizzato il meeting, è stato arrestato.
Renato Farina, oggi deputato del Pdl, e storica firma ciellina, era l’autore dell’articolo che è costato la condanna al suo direttore dell’epoca, Alessandro Sallusti.
E, a voler cercare simboli nelle coincidenze temporali, se ne è andato anche il santo protettore del movimento, Giulio Andreotti.
Gli unici sopravvissuti (politici) sono i ministri Maurizio Lupi e Mario Mauro.
Non resta che consegnarsi a Napolitano, finchè c’è, e a Letta.
Con Napolitano l’amore ciellino è stato sacralizzato dal meeting 2011: il presidente arrivò a inaugurare la mostra sui 150 anni dell’Unità d’Italia curata da un magistrato brillante, quella Marta Cartabia che poche settimane dopo il Quirinale ha indicato alla Corte costituzionale.
Con Letta la frequentazione è lunga, nel 2007 a Rimini disse che “mi piacerebbe che il partito democratico diventasse il partito della sussidiarietà ”.
Solo nel 2010 Letta e Pier Luigi Bersani disertarono il meeting, ufficialmente per motivi di salute.
Adesso Letta e Cl hanno bisogno l’uno dell’altra.
Nella confusione post-Berlusconi, potrebbe pure succedere che il premier si costruisca una nuova leadership portando i ciellini orfani nell’orbita del centrosinistra. In nome delle larghe intese e di Napolitano.
Stefano Feltri
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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