COME FUNZIONA ROUSSEAU, IL NUOVO SISTEMA OPERATIVO DEL M5S
ON LINE DAL GIORNO SUCCESSIVO ALLA MORTE DI CASALEGGIO, CONSENTIRA’ LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI TRA MOVIMENTO, MEETUP E ATTIVISTI
«Rousseau è stato messo online in onore di Gianroberto. Ci ha lavorato fino agli ultimi giorni», racconta al Corriere della Sera Massimo Bugani, candidato sindaco a Bologna per il Movimento 5 Stelle e uno dei primi a esser coinvolti nel progetto.
È il «sistema operativo» del non-partito di Beppe Grillo e vive sul web dal 13 aprile, il giorno successivo alla scomparsa del guru Casaleggio.
Rousseau era il suo sogno: uno strumento per la democrazia diretta, sviluppato interamente dalla sua società , la Casaleggio Associati.
Ed è il frutto di più di due anni di lavoro.
È una piattaforma digitale che permette la discussione delle leggi e la condivisione di tutta la vita politica dei 5 Stelle.
Bugani è il responsabile della sezione «sharing» e ci racconta in cosa consiste: «Se produco qualcosa di buono nella mia città , grazie al nostro sistema operativo, tutta la documentazione sarà immediatamente disponibile a Bari e in qualunque altro luogo. Così ogni eletto nelle nostre liste non dovrà ricominciare da zero».
Insomma è qualcosa che permette di attivare l’«intelligenza collettiva» della Rete. «Sharing» è una delle aree che, si legge sulla homepage del sito, saranno attivate «in futuro».
«È un periodo complesso per noi, ma andiamo avanti. Contiamo di rilasciare questa funzione a giugno, dopo le elezioni amministrative».
Solo per gli iscritti di lunga data
Per ora il Rousseau comunica molto poco molto a chi non è iscritto. All’esterno si vede una sola pagina: il logo in alto a destra e una breve spiegazione.
E, per chi non ha gli accessi, non ci sono ancora possibilità d’interazione. E non va meglio se proviamo a registrarci. Veniamo rimandati al blog di Beppe Grillo ma, anche dopo aver inserito i nostri personali (dal numero di cellulare, fino a quello della carta d’identità ), rimaniamo fuori.
Hanno diritto a entrare solo gli aderenti al Movimento «verificati» e iscritti al sito prima di gennaio 2015.
«È una misura per evitare troll, provocatori e per tener lontano chi vuol saltare sul nostro carro all’ultimo momento», spiega Bugani.
Ma, in realtà , questa precauzione non è stata pensata per esser così restrittiva.
«La data del 1° gennaio 2015 è stata fissata durante la fase beta, andata online a luglio dell’anno scorso. Allora avevamo deciso di dare accesso solo agli iscritti al Movimento da almeno sei mesi. È un termine che ci sembra ragionevole e presto lo ripristineremo».
Quindi, in futuro, Rousseau sarà accessibile a un numero più ampio di persone.
Le notifiche geolocalizzate
Il sistema operativo dei 5 Stelle è geolocalizzato: ogni iscritto ha una sua homepage, che varia in base al territorio di residenza. Permetterà , per esempio, di votare per il candidato per le elezioni comunali di Milano o partecipare alla scrittura di una legge della Lombardia se si è residenti in questa regione e in questa città .
Rousseau ha un sistema di notifiche personalizzato. Quando sulla pagina del profilo si «accenderà » una stella, vorrà dire che sono in corso votazioni locali che interessano l’utente. Oppure che è attiva la discussione su una legge del territorio.
Bugani racconta di aver già pubblicato sulla piattaforma la futura giunta comunale. Così, se venisse eletto sindaco di Bologna, i militanti sapranno già a quale squadra ha deciso di affidarsi.
Le funzioni già attive
Sul sistema operativo per ora sono attive le funzioni «Lex nazionale», che permette di partecipare alla scrittura delle leggi nazionali proposte dai parlamentari 5 stelle, «Lex regionale», per quelle regionali, «Lex Europa», per quelle europee e «vota», che consente di scegliere i candidati per le liste elettorali o di pronunciarsi su un tema specifico.
Poi troviamo «fund raising», che dà la possibilità di fare donazioni spontanee al Movimento (è una funzionalità in linea con l’ostilità dei 5 Stelle a ogni tipo di finanziamento pubblico ai partiti) e, infine, c’è «Scudo della rete».
Forse è la voce più interessante: è una mappa che localizza gli avvocati disposti a dare supporto legale agli iscritti se, durante le loro attività , dovessero avere problemi.
E quelle future
E poi ci sono le funzioni annunciate ma non ancora integrate. Sono «Activism», un luogo di condivisione delle iniziative sia fisiche che digitali , «sharing», la sezione di cui è responsabile Bugani che, come abbiamo accennato, permette di condividere interrogazioni e leggi locali, per condividere con tutto il territorio il lavoro fatto da un eletto a livello comunale o regionale.
E poi ci saranno le sezioni «E-learning», che spiegherà il funzionamento di una struttura nella quale è stato eletto un appartenente al Movimento, «Lex iscritti» nella quale ogni utente potrà formulare una sua una proposta di legge che verrà poi presentata da un rappresentante locale o nazionale e infine i «gruppi di lavoro», che riprendono il concetto dei MeetUp.
Sono stati la prima forma online di auto-organizzazione territoriale voluta da Beppe Grillo, prima che il Movimento 5 Stelle nascesse. E ora verranno integrati, in una nuova forma, dentro Rousseau.
«Dopo l’affermarsi di Facebook e dei social network, i MeetUp sono diventati meno efficaci. Erano diventati una specie di bar, difficili da gestire. Erano nate discussioni tra MeetUp concorrenti sullo stesso territorio e avevamo difficoltà a capire chi stava lavorando in buona fede e chi invece voleva approfittarsene», spiega Bugani.
Non è una scelta open source
Nella visione di Casaleggio, Rousseau è il padre della democrazia diretta. Ed ecco perchè ha chiamato così il suo sistema operativo.
Ha scelto di creare qualcosa da zero perchè le piattaforme partecipative disponibili non lo soddisfacevano.
Liquid Feedback, per esempio, è la soluzione open source più famosa. È stata pensata per la condivisione di idee e progetti e per far funzionare «democrazia liquida».
Era usata dal Partito pirata tedesco, per certi versi vicino al Movimento 5 Stelle delle origini. Ma il suo sviluppo è rimasto fermo al 2014 e, secondo Bugani, è anche a causa dei limiti di questa piattaforma che il piratenpartei è entrato in crisi.
Rousseau invece è una soluzione proprietaria, chiusa e utilizzabile solo dai 5 Stelle.
Il codice non è mai stato condiviso e, a quanto sembra, ci sarà una licenza «aperta» solo per i contenuti, che vengono pubblicati con licenza «Creative Commons», anche se non ne viene specificata la versione nè la tipologia, e ciò farà storcere il naso ai sostenitori del diritto digitale.
A parte ciò, Rousseau è stato lanciato con una promessa: non verrà abbandonato, continuerà a esser sviluppato attivamente dal team della Casaleggio Associati.
«Senza Gianroberto è più difficile, ma ce la faremo», conclude Bugani.
Vincenzo Scagliarini
(da “il Corriere della Sera”)
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