COME GRILLO HA PRESO L’AUT AUT DI CONTE: MALE
LA RICHIESTA DEL VOTO DEGLI ISCRITTI SULLO STATUTO
Conte ieri non ha deciso di chiudere subito la partita con Grillo, ma poco ci è mancato. L’ex presidente del Consiglio ha infatti ribadito punto per punto le sue richieste rimandando al voto degli iscritti la decisione sullo statuto. Come ha reagito Beppe?
Le parole di Conte hanno mandato in fibrillazione i gruppi parlamentari: “E adesso come reagirà Beppe?”, si chiedono in tanti. Prima dell’intervento di Conte, il capogruppo al Senato Ettore Licheri aveva scritto nella chat dei senatori, invitandoli alla pazienza e a non rilasciare dichiarazioni ai giornalisti.
Al termine della conferenza, gli eletti a Palazzo Madama si riuniscono per fare il punto. La tensione resta molto alta: i ‘pontieri’ vanno avanti con la difficile opera di mediazione ma filtra molto pessimismo sulla possibile reazione di Grillo. Il garante 5 Stelle replicherà a Conte in un video sui social. “Ma la risposta di Beppe rischia di essere il Ko finale…”, dice un parlamentare che spesso ha avuto modo di raccogliere gli umori (e gli sfoghi) del cofondatore del Movimento. Ilario Lombardo su La Stampa riporta la pacatissima reazione di Grillo alle parole di Conte: «Lo statuto? Ha detto di mettere al voto lo statuto? Col cazzo che lo mettiamo al voto. Lo decido io se e quando».
La brutalità della sintesi ci consente di consegnare le frasi così come ci vengono raccontate da chi ha parlato con Beppe Grillo, lasciando all’immaginazione il resto: la furia del comico, le urla al telefono, il ragionamento che si spezza e precipita verso la decisione di un gesto che sarebbe definitivo se non venisse fermato all’ultimo da più mani amiche. Il fondatore del M5S era pronto a pubblicare un video.
Il video si è trasformato in un post, che doveva essere pubblicato ieri sera. Poi i cosiddetti pontieri hanno chiesto all’Elevato di pensarci una notte. E chissà oggi cosa accadrà. È proprio il voto sullo statuto il nodo nel discorso di Conte che ha fatto più arrabbiare Beppe, come spiega anche Annalisa Cuzzocrea su Repubblica:
L’ex premier ha chiamato gli iscritti a votare il nuovo Statuto. A dire loro cosa ne pensano, facendosi soggetti attivi di un cambio d’epoca. Ha invocato la democrazia diretta e per farlo non ha aspettato la benedizione di Grillo. Ecco questo, nei 5 stelle, non era mai accaduto. Sulla carta, il reggente Vito Crimi — che l’avvocato ha elogiato e ringraziato più volte — potrebbe mettere in votazione la nuova carta dei valori e le nuove regole senza l’imprimatur dal fondatore. Non glielo ha chiesto esplicitamente, Conte. Ha anzi detto che manderà il documento finale a Grillo e a Crimi perché lo condividano con tutto il Movimento e lo mettano al voto. Ma è come se avesse evocato questa possibilità.
E cosa succede se questa possibilità si concretizza? Mentre la retroscenista di Repubblica riporta un’altra frase che Grillo avrebbe pronunciato “Se Conte presenta e chiede il voto sullo Statuto prima che ci sia accordo su tutto, è finita”, il Fatto Quotidiano ha un altro punto di vista. Secondo il giornale diretto da Marco Travaglio Grillo è nel bel mezzo del classico dilemma del prigioniero. Se dice sì al voto rischia di essere sconfitto, ma se dice no sconfessa uno dei paradigmi del Movimento, quello della democrazia diretta:
Di sicuro c’è la lettura diffusa tra i parlamentari: “Per Beppe dire no adesso è complicatissimo, come può rifiutare un voto?”. Una votazione che, da vecchio ma ancor a vigente Statuto, va convocata dal reggente Vito Crimi, teoricamente senza dover rendere conto a nessuno. Ma è chiaro che la partita ormai è un’altra, con quasi tutto il Movimento che ora invoca una tregua, una pace anche finta, pur di evitare il baratro.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio vede ancora uno spiraglio per l’accordo: ”Stiamo remando tutti nella stessa direzione, il Movimento è pronto ad evolversi, coraggio. Confido nell’intesa. Dialogo e confronto sono fondamentali, siamo una forza matura, dotata di buon senso, visione e concretezza”. “Troveremo la soluzione migliore per il bene del Movimento”, afferma il presidente della Camera Roberto Fico, ospite di ‘In onda’ su La7.
E dal Sud America anche l’ex deputato M5S Alessandro Di Battista dice la sua sullo scontro in atto tra Conte e Grillo: “Onestamente non devo schierarmi oggi, essendomi schierato 4 mesi fa. Io non ho lasciato il Movimento per questioni statutarie. L’ho lasciato per ragioni politiche in quanto ha deciso di sostenere un governo pessimo e dunque le politiche di tale governo”.
(da NextQuotidiano)
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