CON GIORGETTI, LE PORTE PER I RUSSI SONO RIMASTE APERTE
“REPORT” SVELA CHE LO SCORSO ANNO, NONOSTANTE L’EMBARGO ALLA RUSSIA, IL MISE ALLORA GUIDATO DAL LEGHISTA HA APPROVATO UN VISTO PER ILIJA SIDOROV, FIGLIO DI UN LEADER DEL PARTITO RUSSIA UNITA DI PUTIN… L’IMPRENDITORE AVEVA OTTENUTO IL DOCUMENTO GRAZIE ALLA PROMESSA DI UN INVESTIMENTO DI 250 MILA EURO IN ITALIA. SOLDI CHE SAREBBERO PASSATI PER UNA BANCA CIPRIOTA ACCUSATA DI RICICLAGGIO, E CON IL COINVOLGIMENTO DI FACCENDIERI VICINO ALL’OLIGARCA USMANOV
Il figlio di un leader del partito Russia Unita di Putin ha ottenuto un visto in Italia attraverso soldi arrivati da una banca cipriota, accusata di riciclaggio, e con il coinvolgimento di faccendieri vicino all’oligarca Usmanov. Il tutto nel pieno della guerra in Ucraina e dell’embargo.
A dare il via libera a questo visto (ma anche ad altri per russi che hanno investito in Italia) è stato il Ministero dello Sviluppo economico oggi del Made in Italy grazie a un dossier avviato quando era al vertice del dicastero Giancarlo Giorgetti: ministro in quota Lega, partito che aveva firmato un accordo nel 2017 proprio con Russia Unita.
A raccontare questa singolare storia di russi che ottengono visti in Italia (con la legge “Renzi”, poi modificata da Conte, che consente di erogare visti temporanei a stranieri che investono nel nostro Paese) è Report che oggi su Rai Tre alle 21,10 dedica un lungo servizio a Ilija Sidorov Sidorov ha avuto incarichi in diverse società di idrocarburi, compresa Gazprom, ed è figlio di Aleksandr Leonidovich Sidorov, parlamentare per il partito Russia Unita. Ilija Sidorov ha annunciato lo scorso anno un investimento di 250 mila euro nell’azienda pugliese Bio Aurum, specializzata in tecnologie biomedicali e recentemente quotata alla borsa di Milano
Lo scorso ottobre Sidorov avanza la richiesta alle autorità italiane e si impegna a investire 250 mila euro, il minimo per accedere al visto italiano secondo la norma “Renzi” poi modificata dal governo Conte che ha abbassato ancora le soglie di investimento per accedere al beneficio.
Ma l’operazione finanziaria tra Bio Aurum e Sidorov non va in porto perché Mit Sim, l’advisor del gruppo di Filippo Surace, boccia l’investimento sospettando alcune anomalie. «Eppure la valutazione sul dossier Sidorov al ministero era stata già approvata in tempi record, la domanda arriva il 27 ottobre ed è accolta il 24 novembre », dice Report, che inoltre ha scoperto che i soldi dovevano arrivare anche da una banca di Cipro con il coinvolgimento di Georgios Serghidis, che ha una società di servizi corporate, la Gainfield, di cui si è avvalso anche l’oligarca russo Alisher Usmanov per gestire i suoi beni offshore.
Usmanov è il numero uno degli oligarchi, molto vicino a Putin e all’ex presidente russo Medvedev, con un patrimonio stimato di circa 22,6 miliardi di dollari.
A firmare il visto di Sidorov è il capo del comitato del Mise: Maurizio Montemagno, ex dirigente antifrode dei Monopoli di Stato. Voluto fortemente dal Ministero Giorgetti che a gennaio del 2022 lo chiama accanto a sé a Via Veneto. Intervistato da Report dice: «È il comitato che esamina tutte le istanze e ne fanno parte il nucleo valutario della Guardia di finanza, l’Uif e l’Agenzia delle entrate».
Secondo Report , «il sospetto è che ad agevolare la pratica ci sia stato anche un motivo politico: far evitare al giovane figlio del deputato russo di andare in guerra ». Il caso Sidorov però non sarebbe isolato. Il ministero nel 2022 ha rilasciato con lo stesso meccanismo oltre 90 visti, 32 a investitori russi, 15 del Regno Unito, 15 americani e 7 dagli Emirati Arabi Uniti.
(da La Repubblica)
Leave a Reply