CONTE SCEGLIE GAUDIO PER LA CALABRIA, MA IL M5S RIBOLLE
A GINO STRADA LA DELEGA PER IL COVID
Se ne discute a lungo in Consiglio dei ministri, i grillini sollevano dubbi, provano a mettersi di traverso, ma alla fine la palla passa in mano al premier Giuseppe Conte che di concerto con i ministri Speranza e Gualtieri sceglie, come commissario per la Sanità in Calabria, Eugenio Gaudio, originario di Cosenza, rettore dell’Università di Roma “La Sapienza”, ex preside della facoltà di Medicina e da aprile 2020 consigliere del ministro dell’Università nell’area sanitaria e per i rapporti con il Servizio sanitario nazionale.
La giornata è stata complicata. Il Consiglio dei ministri sulla manovra finanziaria e sulla scelta del nuovo commissario in Calabria, che sarebbe dovuto iniziare alle 12, slitta di qualche ora. “Sono ore frenetiche, si cerca un modo per uscire dallo stallo”, spiegano fonti di governo. Si deve dimettere il commissario Giuseppe Zuccatelli ma soprattutto va trovato un accordo nella maggioranza sul nuovo nome.
Prima di tutto va superato il primo impasse. “È opportuno che lei si dimetta”, con queste parole pronunciate al telefono il ministro della Salute Roberto Speranza chiede al commissario per la sanità in Calabria Zuccatelli un passo indietro. A metà pomeriggio si apprende la notizia che tutti attendevano nella sede del governo.
Il manager sanitario scelto appena una settimana fa ha rassegnato le dimissioni: “Il ministro mi ha telefonato e non ha avuto bisogno di darmi spiegazioni. Mi ha chiesto di dimettermi ed io l’ho fatto. E mi dimetto da tutti gli incarichi che ho in Calabria”, lasciando quindi la guida degli ospedali di Catanzaro.
Fatali sono state le frasi pronunciate riguardo le mascherine che non servirebbero a nulla così come serve a poco il distanziamento. “Per beccarti il virus — sostiene in un video – se io fossi positivo dovresti baciarmi per 15 minuti con la lingua in bocca altrimenti non te lo becchi”. Video troppo ingombrante. E anche il suo predecessore Saverio Cotticelli ha lasciato per un’intervista video andata in onda su Rai3 nella trasmissione “Titolo V” durante la quale dice di non sapere che la stesura del piano anti-Covid fosse in mano a lui.
Sono state giornate complicate. Alla ricerca di una figura che possa risollevare la sanità calabrese e i suoi conti. Da più parti viene invocata la nomina di Gino Strada. A volerla sono soprattutto alcuni componenti del Movimento 5 Stelle.
Ma Strada non ha esperienza manageriale, requisito previsto dal decreto Calabria bis e di cui il fondatore di Emergency è sprovvisto.
Entrerà comunque nella squadra con una delega speciale, quella al Covid.
Poi per superare i veti incrociati il nome del commissario lo sceglie Conte e, come si è detto, viene nominato Gaudio, “un tecnico”. “Due nomi autorevoli — dicono fonti di Palazzo Chigi – che possono aiutare la sanità calabrese a ripartire”.
Componenti M5s del governo ribollono, anche se nessuno, a parte Nicola Morra, lo dice apertamente. Il neo commissario alla Sanità è indagato dallo scorso anno dalla Procura di Catania nell’ambito dell’inchiesta ‘Università bandita’ su presunte irregolarità su concorsi accademici che, secondo l’accusa, sarebbero stati truccati.
Il 23 luglio scorso la Procura ha notificato al professore, e ad altri 53 indagati, l’avviso di chiusura indagini, nell’ambito di un fascicolo stralcio dell’inchiesta principale.
A settembre Gaudio, su sua richiesta, è stato interrogato. Nei giorni successivi il suo legale ritenendo “chiarita la sua posizione” ha presentato istanza di archiviazione. Passaggio che fonti di Palazzo Chigi si apprestano a sottolineare per sottrarsi alle polemiche dal momento che M5s nasce con l’obiettivo di non avere indagati nelle istituzioni.
Morra, presidente della commissione Antimafia, non ci sta: “Gaudio sarà sicuramente persona validissima, ma in Calabria, per tanti differenti motivi, tra questi la necessità di combattere con radicalità la ‘ndrangheta con le sue infiltrazioni nelle aziende sanitarie, non va bene”.
Anche nelle chat grilline vengono avanzate molte perplessità per il ruolo di secondo piano dato a Strada.
(da “Huffingtonpost”)
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