COSA SI NASCONDE DIETRO IL SOVRANISMO BANCARIO: IL GOVERNO VUOLE CANCELLARE L’OBBLIGO DI ADESIONE A UN GRUPPO UNICO
DIETRO LA SCUSA DI TUTELARE LA TERRITORIALITA’ DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO LOGICHE CLIENTELARI CHE ESPONGONO GLI INVESTITORI A RISCHI ELEVATI
La rottamazione della riforma delle Bcc voluta da Matteo Renzi nel 2016 è ufficialmente iniziata.
Con una doppia mossa – un vertice politico a palazzo Chigi e un pacchetto di emendamenti della Lega al decreto fiscale – il governo gialloverde parte dall’abbattimento del pilastro fondamentale, cioè l’obbligo per le banche di credito cooperativo di aderire ai gruppi unici. Cancellato.
La direzione di marcia è opposta : non si incentiva l’aggregazione degli istituti sotto il cappello di una capogruppo forte, ma si opta per un modello parcellizzato. A ogni territorio la sua banca.
Quella delle Bcc è una battaglia che sta molto a cuore al Carroccio per ragioni endemiche dato che gran parte delle società cooperative senza finalità di lucro sono ubicate al Nord, lo zoccolo duro dell’elettorato di Matteo Salvini.
Non a caso il comunicato stampa diramato al termine della riunione a cui hanno partecipato lo stesso Salvini, il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio e il premier Giuseppe Conte, ha puntato su due concetti: territorialità e mutualità .
Territorialità perchè cristallizza l’azione su un territorio ben definito. Mutualità perchè si vuole rafforzare l’erogazione del credito principalmente ai soci.
È un modello – quello che sta disegnando l’esecutivo – che espone questi istituti a rischi finanziari più elevati e a logiche clientelari che negli anni passati non hanno fatto fatica a farsi spazio.
La logica politica è quella dell’erogazione di soldi, a imprese e cittadini, in modalità estremamente diretta con tutti i rischi del caso, dato che vengono erogati agli amici degli amici.
(da “Huffingtonpost”)
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