COVID, FRANCIA IN GINOCCHIO, MACRON PRONTO A CHIUDERE LE SCUOLE: SOLO A PARIGI 850 CLASSI CON CASI POSITIVI (DEDICATO A CHI DICE CHE LE SCUOLE SONO SICURE)
GLI SCIENZIATI CHIEDONO IL PUGNO DURO, I FRANCESI CONTRARI A NUOVE RESTRIZIONI… I SOVRANISTI IN FRANCIA SONO PER LA DIDATTICA A DISTANZA, DITELO A SALVINI
La terza ondata di coronavirus mette spalle al muro il presidente Emmanuel Macron, che dopo settimane passate a temporeggiare con restrizioni parziali a livello locale adesso prende seriamente in considerazione la chiusura delle scuole.
Secondo diversi media, tra cui anche “BfmTv”, sarebbe questa la “pista” che l’inquilino dell’Eliseo avrebbe deciso di seguire e che potrebbe essere annunciata questa sera in un discorso alla nazione previsto alle 20:00.
Una decisione maturata dopo il colloquio di ieri con il primo ministro Jean Castex e discussa durante il Consiglio di difesa sanitario di questa mattina.
In questi ultimi giorni la situazione sanitaria negli istituti scolastici del Paese è precipitata, soprattutto a Parigi, dove ieri si contavano 850 classi interrotte a causa della presenza di casi positivi, contro le 255 di domenica.
“Penso che le scuole debbano essere chiuse”, ha detto questa mattina la sindaca della capitale, la socialista Anne Hidalgo, ai microfoni di “BfmTv”. Puntando il dito sulla “disorganizzazione” del governo, la prima cittadina ha ricordato che circa 20 mila studenti oggi “non sono in aula perchè malati o perchè le classi sono chiuse”. Hidalgo si unisce così al coro delle opposizioni che dalla sovranista Marine Le Pen fino al “tribuno” della sinistra radicale Jean-Luc Mèlenchon chiedono il ricorso all’insegnamento a distanza.
Una misura che spaventa i genitori, anche se l’opinione pubblica in generale non sembra essere così contraria. Da un sondaggio realizzato da YouGov per HuffPost Francia emerge che il 52 per cento dei francesi sono a favore della chiusura delle scuole, il 55 per cento vorrebbe vedere chiuse le medie mentre il 58 per cento i licei.
Una extrema ratio per il presidente, che di lockdown non vuole neanche sentirne parlare, e continua a seguire la linea degli ultimi mesi, basata su scelte decise a livello locale, con il risultato di disorientare i francesi dando l’impressione di avanzare a “a tentoni”, come l’accusano molti media.
Dopo una partenza a rilento la campagna di vaccinazione ha cominciato ad ingranare, con 11 milioni di dosi somministrate fino ad oggi, ma ancora non è abbastanza. La sola idea di un nuovo lockdown “fa impazzire il presidente”, spiega una fonte al Figaro. Già a fine gennaio Macron aveva preso l’intero paese in contropiede evitando una nuova chiusura in un momento giudicato critico da buona parte del mondo scientifico.
Una scelta difesa ancora oggi, come ricordato la scorsa settimana dopo il Consiglio europeo: “Abbiamo avuto ragione nel non riconfinare la Francia alla fine di gennaio, perchè non c’è stata l’esplosione prevista”. Nessun “mea culpa, nè rimorso” per il capo dello Stato, che adesso potrebbe però dare un segnale chiudendo le scuole, ipotesi considerata fino a pochi giorni fa dal governo come “ultimo ricorso”.
Macron si trova schiacciato tra il mondo medico che chiede il pugno duro e i francesi che non ne possono più, come testimonia anche l’ultimo sondaggio Odoxa per il Figaro, secondo il quale il 71 per cento è contrario a nuove restrizioni.
Per annunciare le nuove decisioni, Macron ha deciso di tornare allo scoperto a quattro mesi dall’ultimo discorso tenuto nell’ambito della crisi sanitaria. Uno schema già testato più volte, che vede il premier Jean Castex intervenire all’indomani in Parlamento per i dettagli delle misure presentate.
Intanto, la pressione sugli ospedali si fa sempre più forte, con 5.072 pazienti in rianimazione, contro il picco di 4.903 registrato a novembre, nel momento in cui era in vigore la seconda serrata.
Le nuove restrizioni applicate nei 19 dipartimenti più colpiti dall’epidemia, tra cui anche quello di Parigi, appaiono insufficienti, viste soprattutto le centinaia di persone che approfittando del bel tempo cominciano ad affollare le strade all’ora dell’apèro, fino a quando il coprifuoco delle 19:00 lo consente.
L’esecutivo si è comunque dato un limite in questa tattica, una “linea rossa” come l’ha definita il ministro dell’Economia Bruno le Maire, che delimita il momento in cui sarà necessario scegliere quale paziente curare negli ospedali a causa dei troppi ricoveri. Un modo anche per rispondere ai 41 medici che domenica hanno lanciato un appello dalle colonne del settimanale “Le Journal du Dimanche”, dove hanno affermato che “la selezione dei pazienti è già cominciata” con la cancellazione di “importanti” operazioni chirurgiche a causa del Covid-19.
Una situazione ormai al limite, che richiede una decisione forte da parte del presidente.
(da “Huffingtonpost”)
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