DA MONTECARLO A MARCEGAGLIA: TRA KILLER BECCATI CON LE MANI IN PASTA E UN DOCUMENTO DELLA DEA USA
MENTRE LA MARCEGAGLIA CONFERMA CHE E’ STATA MINACCIATA DA”IL GIORNALE”, I MAGISTRATI ROMANI HANNO FORTI DUBBI SULLA GENUINITA’ DELLA MAIL PUBBLICATA DAL FACCENDIERE LAVITOLA… UN RAPPORTO DELLA DEA STATUNITENSE APRE NUOVI SCENARI SUL RUOLO DI CORALLO E SUL PASSAGGIO DELLA CASA DI MONTECARLO A PERSONA “NON FINIANA”
Un paio di settimane or sono, il vicedirettore de “il Giornale”, Nicola Porro, in un suo intervento su La 7 ammetteva quanto segue: “Nel luglio 2009, di fronte allo smarcarsi di Fini, rispetto alle posizioni del premier, in redazione avevamo deciso di iniziare una campagna contro il presidente della Camera”. Esattamente un anno prima che uscissero gli articoli sulla vendita della famosa casa di Montecarlo ex An.
Porro non ha spiegato se l’imput venisse dall’alto o se si fosse trattato di una libera iniziativa della direzione del quotidiano, in ogni caso riteniamo sia una scelta legittima opporre a una linea politica che non si condivide (quella di Fini), idee e posizioni riconducibili ad un’altra (quella di Silvio).
Ma il dibattito non è stato politico, assomigliando sempre più a un killeraggio mediatico, personale e familiare verso chi aveva osato “dissentire”.
Un metodo poi applicato al direttore dell’Avvenire Boffo sulla base di un documento falso (con tardive scuse di Feltri) e che ieri è stato svelato essere stato posto in essere anche contro Emma Marcegaglia, rea di aver criticato il governo del “non fare”.
Immediata ritorsione, come risulta dalle intercettazioni, con minaccia di spostare i segugi da Montecarlo a Mantova per iniziare lo sputtanamento dell’azienda di famiglia della presidente di Confindustria.
Porro ora parla di frasi scherzose, ma la Marcegaglia non ci sta a passare per scema e ribadisce il senso della minaccia: “Le cose sono andate esattamente come scritto sui verbali”.
Non a caso Confalonieri, dopo il suo intervento su Feltri, la rassicurò con “tutto è andato a buon fine”.
Se fosse stato uno scherzo, Confalonieri non si sarebbe neanche mosso.
Questa volta Porro, sodali e mandanti sono stati beccati con le mani nella marmellata, basti pensare al commento del premier: “Un blitz ordinato da Fini”, tanto per far capire il clima che si respira.
Ma torniano a Montecarlo: iniziano a marzo i giri di Lavitola in Centro America, lui stesso ammetterà di aver pagato informatori locali per cercare di conoscere la verità sul proprietario della casa.
Lavitola ha anche strani rapporti con molti governi e servizi segreti dei Paesi del Centro e Sud America.
Attualmente la pistola fumante contro il giovane Tulliani sarebbe la mail tra Walfenzao e Gordon, mail di cui Lavitola sarebbe venuto in possesso “casualmente”, rinvenendola tra migliaia di documenti di ogni genere raccattati dai suoi spioni sudamericani.
E’ questo è l’unico elemento che giustificherebbe a tutt’oggi la presa di posizione del Ministero della Giustizia di S. Lucia.
Ovvero se la mail fosse un falso, crollerebbe l’intero castello di carte, costruito attraverso una disponibilità di 1 milione di dollari assicurato a Lavitola da parte di qualcuno.
Perchè l’inchiesta del Giornale può solo contare su testimoni che hanno ritrattato, offerte mai pervenute e palesi errori che hanno avuto un effetto boomerang.
La mail è vera o falsa?
Il “clients” si deve intendere come proprietario dell’immobile o semplice affittuario?
Il famoso Walfenzao perchè non ha confermato ai giornalisti che quanto pubblicato è stato scritto di suo pugno?
Per non parlare della tesi opposta, sostenuta dall’avv. Ellero di Vicenza che sostiene invece che la casa sia di proprietà di un suo cliente.
La sua tesi vale come e forse più di quella di Lavitola, essendo senza prove anch’essa, ma almeno sostenuta da una persona qualificata.
Ma arriviamo alle novità : un rapporto della Dea statunitense, arrivata alla Procura di Roma, segnala le pressioni del nostro ministero degli Esteri per far nominare console onorario a St. Martin, altra isola del paradiso fiscale dei Caraibi, Francesco Corallo, il famoso re dei casino e delle slot, socio maggioritario di Atlantis.
Il console italiano a Miami, si oppone due volte e la sua auto finisce in fiamme mentre la moglie si salva per miracolo.
Che servizio aveva reso Corallo al governo per fare queste pressioni sulla sua nomina?
I giudici romani hanno molti dubbi sull’autenticità di quella mail, potrebbe non essere neanche l’originale, oppure essere stata modificata.
E si ipotizza uno scenario diverso: per entrare in possesso della casa, qualcuno “dell’area di An , ma non necessariamente “finiano”, si affida a Corallo che si rivolge a Walfenzao per costituire le due società off shore che acquistano e rivendono l’appartamento.
In cambio, Corallo sarebbe stato nominato Console onorario a St. Martin.
Da qui la costruzione di una mail fasulla per scaricare su Tulliani la proprietà e su Fini la campagna diffamatoria.
Il tempo è galantuomo, dicono, attendiamo che le indagini facciano il loro corso….
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