I VERBALI DELLE INTERCETTAZIONI: “ADESSO CI DIVERTIAMO CON EMMA”
LA MARCEGAGLIA: “HO AVUTO PAURA E HO CHIAMATO CONFALONIERI: MI HA RICHIAMATA PER ASSICURARMI CHE AVEVA CONVINTO FELTRI A DESISTERE” … I PM: “E’ STATA MINACCIATA DA IL GIORNALE DI AVVIARE UNA CAMPAGNA ANALOGA A QUELLA IN ATTO CONTRO FINI”… IL TESTO DEI COLLOQUI TRA PORRO E ARPISELLA
“Dopo il racconto che Arpisella mi fece, ho sicuramente percepito “l’avvertimento” di Porro come un rischio reale e concreto per la mia persona e la mia immagine. Tanto reale e concreto che mi misi personalmente in contatto con Confalonieri”.
Martedì 5 ottobre, ore 8.20, caserma dei carabinieri in via Aurelia a Roma.
La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, viene sentita come “persona informata dei fatti” dal pm Henry John Woodcock sui colloqui intercettati fra il responsabile della sua comunicazione istituzionale, Rinaldo Arpisella, e il vice direttore del Giornale, Nicola Porro.
Queste dichiarazioni inducono gli inquirenti a ipotizzare il reato di violenza privata nei confronti di Porro e del direttore del quotidiano milanese Alessandro Sallusti, che replicano: “Erano solo frasi scherzose”.
Spiega invece Marcegaglia: “Il Giornale (e dunque evidentemente il suo emissario) erano piccati sia per le mie dichiarazioni contro l’operato del governo sia, soprattutto, per il fatto che io stessa e Confindustria, ci siamo sempre “filati” poco il Giornale. Il Giornale e il suo giornalista hanno dunque tentato di convincermi a cambiare il mio atteggiamento nei confronti del Giornale stesso, concedendo interviste che, per la verità , io sul Giornale almeno recentemente non avevo fatto”.
Il 15 settembre Emma Marcegaglia aveva criticato la “politica brutta che ha parlato solo di amanti, cognati e appartamenti”, riferimento evidente al caso Montecarlo.
Il giorno successivo il direttore del Giornale Alessandro Sallusti scrive: “Con buona pace della Marcegaglia, i sondaggi dicono che i cittadini non si rassegnano ai silenzi e alle bugie sull’affaire monegasco”.
Alle 11.38 del 16 settembre, Porro invia sul cellulare di Arpicella un sms che viene intercettato: “Ciao Rinaldo domani super pezzo giudiziario sugli affaire della family Marcegaglia”.
Passa meno di un’ora. Alle 12.18 Arpisella telefona a Porro.
A. “Nicola, scusami, mi senti ora?”
P. “Sì, benissimo. Spostati i segugi da Montecarlo a Mantova. Adesso ci divertiamo, per venti giorni romperemo il cazzo alla Marcegaglia come pochi al mondo”.
A. “Perchè?”
P. “Perchè secondo me non vuole avere… le facciamo un favore così… come dicevi tu, non ha… non sembra berlusconiana”.
A. “Ma no, dai cioè. Cos’è successo, no spiegami”.
P. “Comunque dai, hai letto oggi il pezzo di Sallusti?”
A. “Sì”
Il giornalista replica accusando la Marcegaglia, definita con un insulto, di non aver “mai fatto un rapporto con noi”.
Il colloquio con Porro turba Arpisella. “Avevo paura che questo avvertimento si realizzasse con la pubblicazione di un “dossier” che avrebbe potuto deturpare l’immagine di Emma Marcegaglia”, dirà il testimone al pm Vincenzo Piscitelli.
Il responsabile della comunicazione del leader di Confindustria telefona così a Maurizio Crippa, suo omologo in Mediaset, che non è coinvolto nell’inchiesta.
A. “Senti volevo dirti, innanzitutto quel pezzo di Sallusti sul giornale… quell’editoriale… poi ricevo un messaggino… dal Giornale in cui mi si dice che sta partendo un dossier su Emma”.
C. “Ma perchè, una cosa brutta?”
A. “Si certo, un dossier sulla..
C. No, devi chiamare subito Confalonieri adesso”.
A. “Chiamare subito Confalonieri?”
C. “Sì, su una cosa così non si scherza. E perchè dovrebbero attaccare Emma”, chiede Crippa, che poi dice: “Se parte Feltri va avanti due settimane”.
Nell’audizione con il pm Woodcock, Emma Marcegaglia evidenzia: “Quanto mi fu riferito da Arpisella a proposito della conversazione con il Porro mi allarmò non poco. Mi misi immediatamente in contatto con Confalonieri, addirittura intorno alle 14.30-15 dello stesso 16 settembre. Rappresentai la mia preoccupazione e il mio allarme dicendo che era per me assurdo un simile comportamento da parte del Giornale. Confalonieri mi rassicurò, disse che avrebbe chiamato immediatamente Feltri e che sarebbe intervenuto e mi avrebbe richiamato. Cosa che infatti fece dopo pochi minuti. Nella seconda telefonata mi disse di aver parlato con Feltri e che era tutto a posto, nel senso che il Giornale avrebbe desistito. Nel corso della stessa telefonata, Confalonieri ribadì anche lui la necessità e l’opportunità che io facessi un’intervista al Giornale”.
Il 22 settembre Arpisella riceve un sms di Porro con scritto “W il Conf”. In realtà , afferma Arpisella ai magistrati, quello del giornalista era un lapsus: “Voleva scrivere “viva la Confindustria” a seguito dell’intervento di Confalonieri che aveva bloccato la pubblicazione del dossier”
Dopo quel messaggio, il responsabile della comunicazione di Confindustria telefona a Porro il quale, fra l’altro, gli dice: “La signora se vuole gestire i rapporti con noi deve saper gestire…”.
Quindi, dopo aver stigmatizzato la scelta di far intervenire Confalonieri (“secondo te è una cosa intelligente, dal punto di vista di Feltri, farlo chiamare da Confalonieri?”) e dopo aver rimarcato che “Feltri è il padrone del suo giornale finchè non lo cacciano”, Porro afferma: “Dobbiamo trovare un accordo perchè se no non si finisce più qui”.
Arpisella replica di non “capire perchè abbia preso di mira Emma”. Più avanti Porro aggiunge: “Quello che cercavo di dirti è che dobbiamo cercare di capire come disinnescare in maniera reciprocamente vantaggiosa nel senso delle notizie, delle informazioni, della collaborazione”.
Ma quali notizie avrebbe potuto contenere il presunto dossier?
Al pm Woodcock, Emma Marcegaglia dirà di non immaginare “a quale dossieraggio Porro facesse riferimento e cosa riguardasse: presumo che potesse riferirsi a taluni problemi giudiziari che mio fratello ha avuto nel 2004, questioni risoltesi positivamente nel 2006.
Non so se Porro si riferisse anche ad altro”.
In un precedente passaggio, la Marcegaglia aveva sottolineato: “Non mi era mai capitata una cosa simile. Non mi era mai capitato che un quotidiano ovvero qualsivoglia giornale tentasse di coartare la mia volontà con queste modalità per ottenere un’intervista ovvero in conseguenza di dichiarazioni da me rilasciate. Lo stesso quotidiano il Giornale non si era mai comportato in tal modo”.
Leave a Reply