DAI CANALI TELEGRAM VICINI ALLA BRIGATA MILITARE ARRIVANO MINACCE A PUTIN: “VEDIAMO QUALI SEGRETI USCIRANNO DAGLI ARCHIVI DI PRIGOZHIN”.
CORRUZIONE, VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI, STRAGI: TUTTO QUELLO CHE PUÒ ROVINARE MAD VLAD
Ancora poco si è scavato sul possibile lato d’intelligence, per così dire, presumibilmente messo in piedi a mo’ di assicurazione personale dal n°1 dei «professionisti» della guerra: un altamente probabile cassetto di segreti (e dossier) custodito dal fondatore della Wagner Evgenij Prigozhin, dato ora per morto.
Dietro il suo aereo esploso potrebbero esserci manovre legate a informazioni sensibili, che avrebbero potuto (e forse potrebbero ancora) infangare l’esercito russo e l’onore dello zar in vista delle elezioni 2024. Prove di violazione dei diritti umani (anche a danno del popolo della Federazione), reclutamenti forzati, errori. Documenti che sarebbero potuti arrivare anche alla Corte penale dell’Aja. E rivelazioni a uso interno su presunte amanti di Putin, figlie segrete, intrallazzi.
Certo, a Prigozhin era stata garantita da Putin in persona la chiusura del processo penale per istigazione alla ribellione, aperto dall’Fsb a carico degli ammutinati contro le gerarchie di Mosca; una promessa confermata dal portavoce del Cremlino Peskov, che però, in modo piuttosto sibillino, aveva parlato della semplice «parola» data dal presidente della Russia.
In sostanza la cornice di un accordo: tra il ricco ex oligarca e l’uomo più potente di Russia, che aveva contribuito a far diventare milionario Prigozhin prima di annoverarlo nella lista dei «traditori».
Regolamento di conti, vendetta o messinscena, l’ipotesi di una soluzione di compromesso non onorata dallo zar si consolida, su Prigozhin. […] Qualcosa era filtrato dal quotidiano investigativo Proekt, che a giugno citava una fitta rete di società offshore e intercessori per ripartire case e proprietà alle figlie dello zar e all’ex moglie. Il parcheggio dei paramilitari in Bielorussia aveva rimesso tutto agli umori del Cremlino, mentre Prigozhin scorrazzava in Africa.
Ma nelle ultime ore in Russia più di un canale Telegram ha ripreso in mano la pista delle informazioni scomode che potevano tenere Putin perfino sotto ricatto, e renderlo dunque ancora più debole. Dossier costruiti dall’ex cuoco mattoncino dopo mattoncino, operazione dopo operazione, tra uno storione affumicato con limone e burro e un buon vino serviti a oligarchi e capi di Stato, prima della carriera paramilitare e durante la stessa.
(da La Stampa)
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