DIECI ANNI DI ALARM PHONE: 8.000 LE IMBARCAZIONI SOCCORSE
LA LINEA DI EMERGENZA PER MIGRANTI IN PERICOLO IN MARE HA SALVATO DECINE DI MIGLIAIA DI ESSERI UMANI
Dieci anni fa, un gruppo di attivisti decise di rispondere a un drammatico bisogno di soccorso nel Mediterraneo, lanciando Alarm Phone, una linea di emergenza per migranti e rifugiati in pericolo in mare.
Questo servizio, operativo 24 ore su 24 e gestito interamente da volontari, si propone di salvare vite e denunciare le omissioni di soccorso da parte delle autorità marittime. Alarm Phone è oggi un’ancora di salvezza per migliaia di persone che affrontano il viaggio pericoloso verso l’Europa, spesso a bordo di imbarcazioni sovraffollate e precarie.
Quando un’imbarcazione si trova in difficoltà, i passeggeri possono contattare Alarm Phone, che fornisce assistenza immediata. Grazie all’uso di telefoni satellitari, il team di volontari raccoglie informazioni cruciali: la posizione della barca, le condizioni a bordo e l’urgenza della situazione.
Questi dati vengono poi trasmessi alle guardie costiere competenti, sollecitando un intervento rapido. Allo stesso tempo, Alarm Phone documenta ogni emergenza sui suoi canali social, mettendo pressione pubblica sulle autorità affinché agiscano.
In dieci anni di attività, Alarm Phone ha risposto a oltre 8.000 chiamate di emergenza, aiutando più di 200.000 persone. Questi numeri impressionanti raccontano di un’iniziativa che, pur affrontando enormi sfide, ha contribuito a salvare innumerevoli vite.
Nonostante ciò, molte operazioni di soccorso arrivano troppo tardi, e purtroppo nel Mediterraneo si continuano a registrare morti tragiche.
Nel solo 2023, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha stimato che più di 1.500 persone sono annegate nel Mediterraneo centrale, una delle rotte migratorie più letali al mondo.
Il lavoro dei volontari di Alarm Phone è tanto gratificante quanto estenuante. Ogni giorno, si trovano a gestire situazioni di estrema emergenza, con barche in avaria, imbarcazioni sovraccariche e passeggeri in preda al panico.
I turni, che coprono 24 ore, sono organizzati in turnazioni di otto ore e coinvolgono volontari provenienti da diverse parti del mondo, tra cui Marocco, Tunisia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Svizzera, Italia e Spagna. Grazie alla diversità linguistica dei volontari, Alarm Phone è in grado di rispondere in diverse lingue, inclusi arabo, francese, inglese, italiano e tedesco.
L’impatto di Alarm Phone va oltre il semplice coordinamento dei soccorsi. L’organizzazione è diventata un’importante fonte di documentazione delle violazioni dei diritti umani nel Mediterraneo. Molti incidenti sarebbero rimasti nascosti senza le loro segnalazioni in tempo reale, sollevando questioni fondamentali sulla responsabilità delle autorità marittime.
Le testimonianze raccolte hanno contribuito a denunciare pratiche illegali come i respingimenti e l’omissione di soccorso, attirando l’attenzione mediatica e sollecitando cambiamenti nelle politiche migratorie.
Negli anni, Alarm Phone ha anche evidenziato un dramma meno visibile ma altrettanto tragico: le morti nel deserto del Sahara. Secondo l’ONU, più persone muoiono nel tentativo di attraversare il Sahara che nel Mediterraneo, rendendo questa rotta una trappola mortale per i migranti.
Nonostante le difficoltà e i limiti, l’importanza di Alarm Phone non può essere sottovalutata. In un contesto globale sempre più caratterizzato da politiche migratorie restrittive e disumanizzanti, l’iniziativa rappresenta una forma concreta di solidarietà.
Come affermano i volontari: “La solidarietà è l’unica forma di umanità in questo mondo brutale”.
Nel decimo anniversario della sua fondazione, Alarm Phone si impegna a continuare la sua missione, consapevole che ogni chiamata potrebbe significare la salvezza per chi si trova in balia del mare.
(da agenzie)
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