DOPO AVER PRESO PER I FONDELLI I PASTORI SARDI, ORA SALVINI CI PROVA CON I PESCATORI DI COMACCHIO
DOPO IL LATTE SARDO ORA INIZIA LA LOTTA PER LE VONGOLE ( MA CONFONDE PURE IL PESCE SPADA CON IL TONNO)
La campagna elettorale in Emilia-Romagna (e in Calabria) è agli sgoccioli e Matteo Salvini sa che questo è il momento giusto per dare il meglio di sè.
Durante un comizio a Comacchio (Ferrara) il capo della Lega ha tirato fuori un suo grande classico: la difesa dei prodotti italiani e dell’italianità in generale.
A Comacchio ci sono le famose valli da pesca, quindi il nostro promette che difenderà i pescatori dalla burocrazia e dai cattivoni di Bruxelles.
I quali non si sa bene cosa abbiano fatto. Anche perchè come ricordava qualche anno fa la vice presidente della Commissione Pesca al Parlamento europeo Renata Briano, quando Salvini era al Parlamento Europeo la Lega non partecipava ai lavori della Commissione, perchè non c’erano leghisti in Commissione.
Al solito Salvini se la prende con la burocrazia, tanto la odiano tutti. Poi ricorda che «c’è qualche scemo che vorrebbe che gli italiani mangiassero pesce di pessima qualità che viene dall’altra parte del mondo», ma non risulta che nessuno abbia mai fatto proposte del genere.
Ed esattamente come per la questione del famigerato olio tunisino o dell’invasione di grano canadese Salvini non dice che il pescato italiano non basta a soddisfare il fabbisogno.
Ricorda infine le grandi battaglie della Lega: «quando combattevamo per le vongole ci prendevano per scemi così come ci prendevan per matti quando abbiamo combattuto contro la direttiva Bolkestein per difendere il lavoro dei balneari emiliani e romagnoli e alla fine noi siam testoni e ce l’abbiam fatta».
Nemmeno qui si capisce di cosa stia parlando Salvini, se il divieto di pescare con le turbosoffianti nelle aree protette o nelle lagune oppure a quella normativa europea sul calibro delle vongole che fu oggetto di polemiche nel 2015 allorquando venne definita la taglia minima a 25 millimetri.
Nel 2016 però la taglia accettabile è stata ridotta a 22 millimetri, una decisione che ha incontrato il favore di Coldiretti che si era dichiarata soddisfatta dalle modifiche (ma appunto, la Lega Nord non era in Commissione Pesca).
Per la cronaca: è la stessa normativa contro cui si scagliò Giorgia Meloni nella sua polemica contro chi voleva vietarci di pescare zucchine di mare.
Riguardo la Bolkestein invece i pescatori non c’entrano nulla. Quello è un regalo della Lega e del governo gialloverde ai titolari delle concessioni balneari. Un regalo che, come sempre quando la Lega fa una battaglia contro le direttive europee, rischiano di pagare tutti gli italiani (compresi i pescatori di Comacchio) visto che per quella proroga di 15 anni alle concessioni esistenti «andremo al 99,9% in infrazione», come disse l’allora ministro Centinaio (Lega).
E guardando i dati del turismo non sembra che sia servito a molto fare una battaglia contro la Bolkestein. Ma mentre Salvini parla di “quote spada”(il pesce) confondendolo con il tonno (sempre il pesce) i pescatori abboccano alle sue promesse.
Esattamente come hanno fatto prima di loro i pastori sardi ai quali durante la campagna per le regionali in Sardegna aveva promesso che in 48 ore il prezzo del latte sarebbe arrivato ad un euro al litro.
È passato un anno e il prezzo del latte non è cambiato. I pastori però hanno smesso di protestare e votato per Salvini e Solinas, salvo scoprire che il Governo Conte 1 (e Salvini e Centinaio) non erano in grado di mantenere le promesse.
Al danno si aggiunge la beffa perchè grazie alla Lega i pastori sardi rischiano il processo per il reato di blocco stradale. Per fortuna che Salvini mentre era al governo non si è occupato di pescatori ma solo di moto d’acqua
(da “NextQuotidiano“)
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