E CONTE SE NE VA A MANGIARE IL SUSHI
MENTRE DI MAIO E SALVINI S’INCONTRANO A PALAZZO CHIGI, IL PREMIER MARCA LE DISTANZE E IL GELO CON I SUOI VICE
La canicola del sole arroventa piazza Colonna, ma quando Giuseppe Conte esce è impeccabile. Accanto a lui la squadra della comunicazione, l’assistente particolare, il capo di gabinetto. “Dove andiamo? A pranzo”.
Il premier solca la folla di cronisti, che non si aspettavano di ritrovarselo di fronte. A Palazzo Chigi è infatti in corso un faccia a faccia tra i suoi due vice, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Quando si vede del movimento all’ingresso i reporter scattano. “Oh, daje, sta a uscì Salvini”. E invece si materializza Conte. “Dobbiamo lavorare, non chiacchierare”, spiega tagliando corto, solcando a passo svelto i sampietrini arroventati. Direzione un ristorante di sushi, a pochi passi dalla Camera, dove si rifugia con i suoi in una bolla di aria condizionata.
Nelle pieghe della giornata si annidano ancora le scorie di un mercoledì denso di nubi elettriche. La scelta del Movimento 5 stelle di disertare l’aula del Senato dove era andato a riferire sul caso Russiagate, anzitutto. Una scelta in polemica con Salvini, certo. Ma non concordata nè coordinata, che lo ha lasciato solo e esposto alle polemiche nel mezzo del Parlamento, in un corto circuito politico-comunicativo dove l’uno rivendicava la centralità delle istituzioni e gli altri — spaccandosi — platealmente le abbandonavano. E quella di Salvini, che in risposta alla difesa fatta dal premier anche nei suoi confronti in aula in tutta risposta ha continuato a tirargli bordate.
Così quando Conte esce marca nei fatti, nella prossemica della giornata, una distanza puntuta e irritata nei confronti dei suoi vice.
Una distanza ancora più netta, se non fosse bastato quel che già stava succedendo. Perchè il capo politico M5s e il segretario della Lega si stavano incontrando a dieci metri dall’ufficio del premier. Senza che lui fosse partecipe. “Tutto normale — spiegano fonti M5s — era un incontro tra i due leader a capo delle forze che sostengono la maggioranza”. “Non era un vertice — concorda una fonte interna a Palazzo Chigi — ma un incontro politico”.
Ma normale non lo è tanto. Lo si evince quando il capo del governo, rientrando sempre a piedi, si ferma a parlare con i giornalisti che lo aspettano, mettendo dei pesanti puntini sulle i. “Che io possa andare in Parlamento a cercare una maggioranza alternativa quando invece andrei in Parlamento per trasparenza nei confronti dei cittadini e rispetto delle istituzioni, è una cosa assolutamente fantasiosa”, ha spiegato in risposta a Salvini. Spiegando che non ha alcuna intenzione di fare un suo partito e chiosando sulla necessità di “volare alto”, una risposta stizzita alle continue polemiche degli ultimi giorni.
L’avvocato del popolo italiano si infila di nuovo nella sede dell’esecutivo, dove presiede un incontro con i sindacati. Insieme a Giovanni Tria, e anche a Di Maio, contesto sottolineato dalla comunicazione M5s per tentare di dissipare il gelo.
Gli stessi che rimarcano anche come la presenza del ministro dell’Economia contraddistingua quello di oggi come il vero tavolo di concertazione sulla manovra, in contrapposizione con quello del Viminale, mentre Salvini spara bordate su Europa e manovra da Milano.
Il caos regna ancora sovrano nel caldo che non molla, tra un pranzo, un sushi e l’ennesima polemica di giornata, quando arriva un colonnello del Movimento e fotografa così la situazione incrociata di vertici e incontri: “Ma alla fine, Conte, per come si è costituito questo governo, è una figura istituzionale. Politicamente è espressione di sè stesso”.
(da “Huffingtonpost”)
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