“È MOLTO DIFFICILE CAPIRE UN MOVIMENTO DI ESTREMA DESTRA CONSERVATRICE, SOPRATTUTTO IN UN PAESE CHE È PRETTAMENTE CRISTIANO”
RICHARD GERE TORNA A RANDELLARE SALVINI: “CRISTO ACCOGLIEVA TUTTI COME FIGLI DI DIO, NON AVREBBE DETTO: ‘SALVATE SOLO LE PERSONE BIANCHE, QUELLE ITALIANE O QUELLE CRISTIANE’. MI SEMBRA ABBASTANZA RIDICOLO. ABBIAMO LO STESSO PROBLEMA NEGLI STATI UNITI CON SQUILIBRATI COME TRUMP”
Nel 2019, Gere è balzato agli onori della cronaca internazionale per uno scontro con l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, che si era rifiutato di accogliere un’imbarcazione con 147 migranti a bordo bloccata al largo delle coste di Lampedusa.
«Per puro caso», ricorda Alejandra, «quando abbiamo sentito la notizia ci trovavamo in Italia, e lui mi ha detto: “Devo fare qualcosa, chiamerò Òscar, chiamerò Laura…”. Io ero incinta e non ho potuto accompagnarlo, ma gli ho detto di prendere una macchina, e che quando sarebbe arrivato per imbarcarsi sull’aereo per Lampedusa avrebbe trovato i biglietti ad aspettarlo.
Quella notte ho parlato anche con Homer e gli ho detto: “Non vuoi andare lì ad aiutare tuo padre a salvare tutte queste vite?”. Ha risposto di sì e così ho organizzato tutto. Avevamo appena incontrato l’allora cancelliera tedesca Angela Merkel, per cercare di farle capire la gravità della questione, e Richard è riuscito a parlare con Pedro Sánchez dall’imbarcazione per chiedergli aiuto al momento di accogliere tutte quelle persone. Credo sia stato uno dei momenti più emozionanti al suo fianco», racconta Alejandra.
Come ha vissuto la posizione di Salvini in quel momento, signor Gere?
«Per me è molto difficile capire un movimento di estrema destra conservatrice, soprattutto in un Paese che è prettamente cristiano. In quelle ore non smettevo di chiedermi cos’avrebbe fatto Cristo in una situazione del genere, e il fatto è che Cristo accoglieva tutti come figli di Dio, tutti. Non avrebbe detto: “Salvate solo le persone bianche, quelle italiane o quelle cristiane”. Mi sembra abbastanza ridicolo. Sono stato sui barconi e ho incontrato personalmente molti rifugiati e migranti; ho avuto modo di ascoltare le loro storie e penso sia molto difficile non vedere in loro esseri umani uguali a noi. Chiederei, e spererei, che chi ha responsabilità di governo passasse un po’ di tempo con loro, capisse la situazione e non li demonizzasse.
Ovviamente abbiamo lo stesso problema negli Stati Uniti, con persone squilibrate come Trump che sembrano odiare tutti quelli che non sono bianchi e allineati culturalmente con lui, ma non è così che funziona il mondo. Ci siamo dentro tutti insieme. Il nostro senso di sicurezza, la nostra felicità e il nostro successo devono essere universali. C’è una cosa molto bella che ha detto il Papa molti anni fa: “Non costruiamo muri, costruiamo ponti”. Oggi la crisi viene soprattutto da chi arriva dall’Africa, ma prima o poi ce ne saranno altre nella direzione opposta. Tutti avremo i nostri momenti difficili, ed è nostra responsabilità prenderci cura gli uni degli altri. Costa più energia non aiutare che aiutare».
(da Vanity Fair)
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