“È UN GOVERNO CON IL NULLA OSTA DI MARINE LE PEN: L’EX PRESIDENTE SOCIALISTA HOLLANDE STRONCA IL FUTURO ESECUTIVO DEL NEO PREMIER BARNIER, APPESO ALL’ASTENSIONE DELL’ESTREMA DESTRA E DEI SUOI 143 DEPUTATI
MACRON HA GETTATO LA MASCHERA: AVEVA INDETTO LE ELEZIONI PER ARGINARE IL RASSEMBLEMENT, ORA RICORRE ALL’APPOGGIO ESTERNO DI MARINE LE PEN CHE COME CONTROPARTITA VUOLE LA LEGGE PROPORZIONALE… LA SINISTRA CHE HA VINTO LE ELEZIONI PERCHE’ MAI DOVREBBE APPOGGIARE UN GOVERNO DEL GENERE, NEI PAESI CIVILI SI NOMINA UN PREMIER ESPRESSIONE DI CHI A VINTO, NON DI CHI HA PERSO
«È un governo con il nulla osta di Marine Le Pen», ha commentato ieri François Hollande, quando è apparso chiaro che il futuro esecutivo del neo premier Barnier sarà appeso al buon volere dell’estrema destra e dei suoi 143 deputati. E il Rassemblement National, che ai ballottaggi del 7 luglio ha “subito” la diga tirata su dal Front Républicain, ora si pende la rivincita: il nuovo governo è tenuto a battesimo dalla loro astensione.
Macron aveva indetto elezioni anticipate dopo la batosta alle Europee per arginare l’avanzata dell’estrema destra e ora ricorre all’appoggio esterno di Marine Le Pen.
Si è tornati così allo schema “destrorso”, con l’appoggio di Le Pen che ovviamente non sarà gratis e arriverà solo dopo il discorso di insediamento di Barnier. Secondo Marine, comunque, il premier incaricato «sembra rispondere almeno al primo criterio che avevamo richiesto, ovvero qualcuno che sia rispettoso di tutte le diverse forze politiche».
Ancora di più: «È un uomo che non ha mai ceduto ad eccessi quando parla del Rassemblement national, che non ci ha mai messo al bando, è un uomo di dialogo». Per RN un’insperata, paradossale, opportunità di erigersi in elementi «responsabili» in grado di garantire un governo al paese.
Meno di due mesi fa erano i paria della République, cadevano vittime delle desistenze del Centro e della Sinistra in nome della democrazia, eccoli riabilitati ad ago della bilancia e “premier maker”.
Senza nemmeno la necessità di sporcarsi le mani in un governo che rischia di bruciare chi lo fa: un rischio letale per chi pensa a candidarsi alle presidenziali del 2027. «Non parteciperemo al governo – ha detto infatti subito Le Pen – ma vedremo quali sono i toni del discorso sul programma».
(da agenzie)
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