ESPLODE IL VAFFA DEL M5S TRA I PASDARAN CINQUESTELLE ANTI-DRAGHI: SE VOTASSERO SU ROUSSEAU SAREBBE SCONFESSATA LA LINEA DELL’ACCORDO
SUCCESSO DELL’INCONTRO DEI DISSIDENTI SU ZOOM, PIOGGIA DI CRITICHE E INSULTI SUI “CHI HA TRADITO I VALORI DEL MOVIMENTO”
Tutto esaurito su Zoom. Il Vaffa-Day che i pasdaran M5s anti-Draghi hanno allestito online diventa una piazza affollatissima. Ci si deve mettere in attesa per partecipare, la scritta che campeggia è “raggiunti i 1000 partecipanti”.
Poi ecco che finalmente la richiesta di entrare nella videocall viene accettata dagli organizzatori e la prima voce che rimbomba nell’adunata di protesta via web è quella di Barbara Lezzi: “Ci dovremmo mettere al tavolo del governo con Berlusconi, uno che, come dice la sentenza Dell’Utri, ha pagato ‘cosa nostra’, dare questo segnale sarebbe devastante”.
E pensare che Beppe Grillo durante la seconda edizione del vero V-Day, quello di Torino del 2008, quando chiamò il leader di Forza Italia “testa d’asfalto” fu più clemente della senatrice pasionaria pugliese ex ministra.
Ma anche di tanti altri attivisti intervenuti sulla piattaforma per picconare, ancor prima che nasca, l’esecutivo dell’ex presidente della Banca centrale europea ma anche il Movimento 5 Stelle stesso: “Siamo stati traditi, anche da Beppe”.
Tutto questo alla vigilia del voto sulla piattaforma Rousseau in programma mercoledì. Ops, mentre i pentastellati ribelli si sgolano per gridare al mondo della Rete la loro posizione contraria, Beppe Grillo annuncia che il voto è rimandato a data da destinarsi. “Ecco, non vogliono farci votare, peggio ancora. Sanno che vinciamo noi”, grida un grillino di Caserta. E in effetti il rischio che i vertici possano finire in minoranza esiste davvero perchè sui territori la rabbia è tanta. E non è detto che il Garante riesca a placarla.
L’iniziativa di questa mega riunione via Zoom è partita da un attivista di Salerno. Si chiama Luca Di Giuseppe, studente universitario
Tramite un tam tam sui social ha coinvolto, in meno di ventiquattro ore, deputati e senatori in questa maratona oratoria in cui nessuno risparmia insulti, non solo nei confronti del premier incaricato, ma anche nei riguardi dei vertici: “Il giorno della votazione online sarà il vero Vaffa-Day”, dice Giuseppe.
Mentre si alternano gli interventi dei parlamentari con quelli dei semplici attivisti, ecco che appare Matteo Brambilla. Per chi non lo ricorda si tratta del candidato sindaco di Napoli nel 2016, grazie ai 276 voti ottenuti su 574 sul Blog grillino. Torna sulla scena e va giù duro, senza mezzi termini: “Io voterò ‘no’ nel sondaggio su Rousseau. Cacciateci come si faceva con le purghe fasciste. Sapete cosa dico? Houston, we have a problem”. E sfodera un inglese niente male. Il problema di entrare nel governo con Salvini e Berlusconi, pur essendo ben lontano da quello della missione spaziale Apollo 13, agita e anche molto quella parte dei 5Stelle pronta anche a lasciare il partito.
I parlamentari presenti sono parecchi. Tra questi i senatori Crucioli, Lezzi, Angrisani, Abate, Lannutti, Granato e i deputati Raduzzi, Maniero, Cabras, Colletti. Nessuno evoca apertamente la scissione ma è chiaro che il governo Draghi segnerebbe un punto di non ritorno.
I toni sono durissimi, si passa dalle mazzate che meriterebbe “chi ha tradito”, al “colpo in mezzo alla fronte” che ha sparato chi ha tradito. C’è proprio l’immagine di un annientamento, fisico e morale. Parla la senatrice Rosa Silvana Abate: “Ci hanno tagliato i nostri diritti e ora ce li ritroviamo di fronte. Noi dovremmo tornare a lavorare con Salvini, con Renzi gomito a gomito. La loro parola d’ordine è distruggere il Movimento 5 Stelle. Come? Loro ci vogliono tirare sul loro terreno, ci finiranno con un colpo in mezzo alla fronte. Stiamo attenti”.
Subito dopo tocca all’avvocato Natalina Giungato, semplice attivista calabrese: “Devono ringraziare che la nostra non è una generazione violenta perchè questi meriterebbero di essere ammazzati con le mazze. Dobbiamo organizzarci, l’importante sono i contenuti non il contenitore, ci possiamo chiamare anche in un modo diverso, ma io vi chiedo di andare avanti”. E agita lo spettro della scissione. C’è chi definisce Mario Draghi “l’uomo della Troika”, chi quello della “privatizzazione selvaggia”, e chi come la senatrice Bianca Laura Granato torna a parlare di Berlusconi e Renzi: “Ci è stata scippata la leadership naturale e ora ci chiedono di partecipare insieme ai golpisti a un governo con loro e in più con Berlusconi. La nostra riforma della giustizia è stata bloccata per due volte, ora non dobbiamo essere complici. Dobbiamo andare all’opposizione, metterci di traverso e bloccare il Parlamento”.
È un continuo, la riunione dura fin dopo mezzanotte. “Se sette anni fa ci avessero detto ‘candidati e sostieni un governo con Carfagna e Giorgetti’ ci saremmo messi a ridere”, interviene Raphael Raduzzi tra gli scontenti di Montecitorio. E poi ancora il senatore Lannutti: “Mi sentite? Mi sentite?”. La connessione non gli funziona benissimo. “Oggi abbiamo scoperto che Mario Draghi è un grillino a sua insaputa. Io conosco Beppe dal ’94 e non mi aveva mai parlato di questa simpatia. Credo che gli interessi di Draghi siano quelli della finanza tossica, del neo liberismo dittatoriale e sono incompatibili con M5S”. Dopo la rievocazione del regimi dittatoriali, si arriva poi anche alla rievocazione di chi non c’è più: “E Gianroberto Casaleggio da lassù ci starà scomunicando e sta scomunicando anche Grillo”.
Anche il senatore Crucioli definisce “imbarazzante” l’intervento di questa sera del garante 5Stelle ed ha chiamato il Movimento “a reagire. I vertici che abbiamo sono la negazione dei nostri principi e quindi dobbiamo fare qualcosa. Siamo ad un bivio. Teniamoci in contatto”. Bivio che potrebbe portare davvero alla scissione, si vedrà quanto sarà grande nel gruppo parlamentare. Ma nel vedere i numeri dei partecipanti all’assemblea stasera, di certo la base è molto presente.
(da “Huffingtonpost”)
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