FASSINA ESCLUSO: SECONDO I SONDAGGISTI GIACHETTI E LA RAGGI SI SPARTIRANNO I SUOI VOTI
SICURAMENTE NON NE GIOVERANNO MARCHINI E LA MELONI
Contasse solo la statistica, la domanda si ridurrebbe a una soltanto: chi ci guadagna, adesso che un tribunale ha costretto Stefano Fassina in panchina?
E chi può ambire ai consensi di una sinistra radicale ormai orfana di candidati? Saranno pure pochi voti, ma nell’aspra contesa per il Campidoglio sembrano davvero decisivi.
«Una parte finirà nell’astensione – sostiene il professore Roberto D’Alimonte – il resto si dividerà tra la Raggi e Giachetti. Questa vicenda svantaggia il centrodestra».
Ecco il paradosso di un pasticcio fatto di firme e moduli, allora: il fallimento di una lista nata per sgambettare Renzi e infastidire i cinquestelle sarà ossigeno proprio per gli odiati avversari.
«Se in questa storia dovessi immaginare un ranking del beneficio — ragiona la sondaggista Alessandra Ghisleri (Euromedia Research) — allora direi: Raggi, Giachetti e Marchini»
Mai come stavolta la Capitale è terra di conquista per le pulsioni più estreme e impronosticabili.
«È molto difficile prevedere cosa accadrà — ammette Roberto Weber di Ixè — Quello che posso dire è che a Roma ci sarà una risposta dell’elettorato molto radicalizzata ». Il punto politico parte esattamente da questo ragionamento: se chi sceglie Fassina lo fa in chiave anti-renziana, come potrà virare sul Pd e avvantaggiare proprio Giachetti? «Il motivo — spiega Antonio Noto, a capo di Ipr – è statistico. La quota marginale che andrà al candidato del Pd sarà importantissima. Dovesse guadagnare anche solo il 2% dei voti, questi potrebbero essere decisivi per andare al ballottaggio. Anche perchè questi elettori di certo non sceglieranno nomi di centrodestra».
Marchini e Meloni, appunto. Osservano la palude burocratica in cui sono finiti i vendoliani e non sembrano darsi pace.
Marchini avrebbe preferito un altro finale. «Non credo che ci sia dietro un disegno, penso però che bisognerebbe dare rappresentanza anche a questa sinistra. Abbiamo di fronte uno scenario pericoloso per la tenuta sociale della città . Ha visto i disordini di ieri? Non credo siano casuali».
Detto questo, l’imprenditore preferisce non dare ascolto alle interpretazioni degli istituti demoscopici: «È già difficile prevedere se chi ha votato Pd continuerà a farlo, figurarsi sapere se gli elettori di Sel sceglieranno il Partito democratico. Siamo nel campo della chiromanzia…».
Nel dubbio, comunque, a largo del Nazareno si festeggia. Numeri alla mano, un concorrente in meno non dispiace.
I sondaggisti sembrano confermare: «Prendiamo l’ottavo municipio, in particolare la zona di Garbatella con i suoi 44 mila abitanti – è l’esempio fornito da Ghisleri – Alle ultime comunali Sel ha preso il 9% e Fratelli d’Italia il 5%. E siccome quelli di Fassina non voteranno per la Meloni, Giachetti avrà certamente un vantaggio».
E se invece tutto si riducesse a un misero aggiustamento dello “zerovirgola”?
La pensa così il professor Alessandro Amadori, convinto che la ghigliottina sul candidato di Sinistra italiana sposti davvero poco: «Dovessi usare un’immagine, direi che Fassina – che pure considero potenzialmente spendibile – assomiglia in questa campagna a un cane sciolto senza collare: non si capisce che disegno abbia e perchè bisognerebbe votarlo. Penso quindi che i suoi elettori finiranno soprattutto nell’astensione».
(da “la Repubblica”)
Leave a Reply