FAZZOLARI E’ PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL “CORRIERE”? IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA
L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO, DEVE STUDIARE UN PO’ INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO… IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU’ ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA
Il professor Galli della Loggia deve studiare un po’ invece di cambiare partito a ogni cambio di governo.
L’ex maoista, poi terzista, quindi berlusconiano, infine meloniano, solo in sogno se la immagina la cancellazione della cultura di destra nel dopoguerra in Germania. Gli ex nazisti rientrarono nel contesto sociale e ottennero posti di potere nelle industrie più avanzate. Uscivano rivoltanti libri che criticavano il processo di denazificazione, a partire da Norimberga. L’amnistia di Adenauer permise a molti ex nazisti di tornare liberi e impuniti.
L’estrema destra non fu esclusa affatto. Kurt Georg Kiesinger, ex membro del NSDAP, che aveva lavorato al ministero della Propaganda con Goebbels e in passato fu coinvolto in agitazioni antisemite, fu cancelliere dal 1966 al 1969.
Fu quella nomina a far comprendere a molti giovani tedeschi i coinvolgimenti della generazione dei loro genitori durante l’era nazista.
Dopo l’insediamento di Kiesinger, anche il filosofo Karl Jaspers si lamentò del fatto che ora la Repubblica Federale fosse rappresentata da un “vecchio nazionalsocialista”; Jaspers credeva che Kiesinger avrebbe abolito nuovamente la democrazia.
Nel 1968, una studentessa, Beate Klarsfeld, schiaffeggiò pubblicamente il cancelliere ex nazista, durante la conferenza della CDU a Berlino (gridando “nazista, nazista”). La poveretta, subito dopo l’«inflizione di dolore fisico e mentale», come venne chiamata, fu condannata a un anno di prigione con procedura accelerata, pena che non dovette mai scontare a causa della sua nazionalità francese.
Da allora si intensificò la critica da parte dei giovani contestatori degli ex nazisti rimpannucciati al potere: lo schiaffo di Beate aveva reso visibile al mondo la rabbia crescente per il fatto che ex nazisti, sospettati di non essersi mai “pentiti”, fossero ancora o di nuovo al potere: fu in quel momento che iniziò a intensificarsi la critica, da parte dei giovani contestatori, agli ex nazisti rimpannucciati al potere, che si credevano “purificati”, e nacque il grande conflitto sociale prima e dopo il 1968. Lo schiaffo coraggioso e sfacciato di Klarsfeld divenne il simbolo di questo conflitto.
La destra tedesca, insomma, era libera e manteneva vivo e operante il ricordo del nazismo fino alla contestazione studentesca. Esatto contrario di quello affermato dal professore.
Dimenticando che in Italia la destra alla Fiamma di Gianfranco Fini fu sdoganata da Silvio Berlusconi, cosa che Galli omette essendo stato berlusconiano, poi 5Stelle ed ora collaboratore di Meloni per il settore scuola.
Quanto alla Meloni, lei stessa si descrive come l’erede della ‘’Voce della Fogna’’, come il periodico di Marco Tarchi descriveva i politici e giovani di destra emarginati dall’Italia antifascista e democratica. E dunque espressione di
una politica tenuta ai latere e confinata negli scantinati fino alla nascita di Fratelli d’Italia.
(da Dagoreport)
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